Sono reduce dalla sortita parmense, l'esame audiometrico sembrerebbe rilevare un lievissimo miglioramento, mi è stata consigliata una terapia termale e/o con l'aerosol in casa (viste le mie precarie condizioni economiche, non so se potrei permettermela, anche con la mutua, inoltre non posseggo alcun aerosol...), gli acufeni dovrebbero sparire col tempo (?), avrei un udito ancora potenzialmente buono per uno della mia età, con una perdita minima di sensibilità negli acuti, eppure continuo ad avvertire parecchi problemi, soprattutto se tento di ascoltare della musica. Senz'altro la visita si è svolta con un andamento più professionale e con dei modi assai più cortesi rispetto alla precedente (anche se sempre, a mio parere, un tantinello sbrigativi), però resto con il dubbio che, forse, se vi fossi potuto andare completamente a pagamento, anzichè con la mutua, avrei ottenuto qualcosa in più (il mio sospetto, da profano, è quello di avere la cosiddetta "sindrome di Meunière", ma all'ospedale parmense l'avrebbero escluso, mah...). Ad ogni buon conto, la lieve alterazione superficiale del timpano dell'orecchio destro, rilevata dal mio medico di base, sembrerebbe non esserci più, per cui non posso fare altro che sperare nel tempo, anche se con parecchi dubbi e perplessità. Si metterà veramente tutto a posto da solo, per miracolo? Ed in tal caso, quanto ne dovrà ancora passare di tempo? Unica certezza, non corro rischi di divenire completamente sordo, meglio di niente! Almeno nel mio caso, il tempo si rivelerà veramente il miglior medico? Va a saperlo... Ad ogni modo, è ancora troppo presto, per capire se ed in quale misura, potrò proseguire nei miei passatempi musicali, dovrà passare come minimo tutta l'estate, forse... / Tempo fa, nel corso di una diretta radiofonica ceciliana, incentrata sull'Ottava di Bruckner, nuovamente i conduttori di Radiotresuite, sono caduti nell'errore di considerare l'edizione Haas, quivi impiegata, come un ibrido fra le 2 versioni ufficiali (sembrerebbe essercene anche un'altra intermedia fra queste) di codesto brano, mentre in realtà, come un ascolto comparato facilmente dimostra, vi è una perfetta corrispondenza con la successiva edizione Nowak, cosa da me già ribadita più volte in precedenza, ma evidentemente, costoro sì, devono essere duri d'orecchi, a dir poco! Basta rivolgersi alla discografia... Tutto nella norma! / Ho ascoltato, giorni fa, la diretta radiofonica dalla Scala, della nuova opera di Giorgio Battistelli, "CO2", ma l'udito altalenante mi ha impedito di farmene un giudizio più compiuto ed attendibile, anche se mi è parsa complessivamente discontinua, con momenti molto efficaci ed altri assai meno, per giunta con qualche prolissità di troppo. Discorso non troppo dissimile farei anche per la diretta radiofonica di sabato 13 giugno, dal Comunale di Bologna, a proposito della nuovissima opera in un atto di Alessandro Solbiati, "Il suono giallo" (titolo desunto dall'omonimo scritto del pittore Vassili Kandinski), ascoltata in condizioni auditive leggermente migliori, suggestiva nel complesso ma un po' troppo altalenante negli esiti dei singoli episodi. In ambedue i casi, perlomeno le esecuzioni mi sono parse almeno complessivamente adeguate alla bisogna, ma sinceramente affermo ciò con beneficio d'inventario. Rivolgerei comunque una sentita critica al Comunale per l'assurda scelta d'iniziare alle ore 20 (20.03, per essere pignoli!), un lavoro della durata complessiva di circa 74 minuti! Vista oltretutto l'afa perdurante di questi giorni, non si poteva tranquillarmente principiarla anche un'ora più tardi? Bah, misteri della scienza e della tecnica! Comunque, anche questi 2 lavori testimoniano la tendenza, da parte degli enti lirici nostrani, a "prediligere", nelle loro rarissime incursioni nella contemporaneità, lavori di piccolo o medio cabotaggio, sia per quel che concerne il minutaggio complessivo (anche l'opera di Battistelli, in 2 atti, mi pare non superasse l'ora e tre quarti di durata totale, scherzi della memoria permettendo) che, talvolta anche a livello di organico vocale e strumentale impiegato (penso, per esempio, allo "Jacob Lenz", di Wolfgang Rihm, dato pochi anni fa in prima italiana, proprio al Comunale, oppure limitatamente al solo minutaggio complessivo, proprio ad un altro lavoro recente di Battistelli, "Matrimonio all'italiana", sempre rappresentato in prima assoluta qui a Bologna), come da me già precedentemente rilevato. Troppa prudenza? In ogni caso un qualcosa che genera un quadro veramente "riduttivo", fuorviante e distorto, qui in Italia, della contemporaneità nel teatro lirico, almeno secondo me... / Mi sono ricongiunto in extremis, ovvero prima della lunga pausa estiva, al coro amatoriale di cui facevo (faccio?) parte prima del mio dissesto auricolare (come tenore/terrore secondo), ma ritengo trattarsi comunque di un canto del cigno, vista l'(in)attività prossima allo zero assoluto della sempre più risicata compagine, stante l'età media piuttosto avanzata della maggioranza (!) dei suoi membri, con un futuro sempre più aleatorio, quindi... Anche il gruppo di 8 (?) archi formatosi in seno alla parrocchia dove "opero" (sic!), "I Solisti di San Valentino", ad un anno sì e no dalla sua costituzione è, secondo il mio modesto parere, anch'esso a forte rischio di smembramento, fra disaccordi ed impegni extra dei suoi giovani componenti ed avvicendamenti a parte (è saltato il concerto di fine giugno, ed in ogni caso, fino ad ora, non è che si sia brillato, anche in questo frangente, per un'attività particolarmente intensa, per il resto si vedrà a settembre... forse, chissà...), l'organo a canne della chiesa, abbarbicato in alto, abbisognerebbe da tempo di un restauro che non principia mai (venendo sottoutilizzato tutt'al più, nel periodo delle funzioni domenicali, quando va bene), l'ultimo intervento risalente al lontano 1959, ma anche quello elettrico (elettrofono) presente al pianterreno, quasi di fronte all'altare principale, non è che funzioni proprio perfettamente... Insomma, quest'anno più che mai, l'atmosfera avviluppante, ammorbante, asfissiante, è quella di un grandissimo, tediosissimo mortorio. Buona estate!
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