Disquizioni intorno alla musica colta, con particolare riferimento alla realtà contemporanea.
sabato 14 maggio 2011
Arbitrarietà del diritto d'autore.
La questione del diritto d'autore così come è congegnata attualmente è troppo spesso fonte, a mio parere, di abusi e arbitri; già il fatto che un brano di musica composto in epoca remota, quindi in teoria non soggetto a questa legislazione, per il solo fatto di essere affidato per il suo ripristino in sede esecutiva all'intervento di un revisore o di uno studioso, ossia di persona vivente, finisca col ricadere nel campo del diritto d'autore con tutto quello che ne consegue, anzichè di essere di pubblico dominio come sarebbe più giusto, per giunta equiparando il revisore o lo studioso al creatore dell'opera medesima indipendentemente dall'entità effettiva dell'intervento, a livello di compenso pecuniario, ovverossia di riscossione vita natural durante dei relativi emolumenti, è un qualcosa che grida vendetta a mio avviso, come ho già spiegato in precedenza. Ma questo non è il solo esempio di abuso che si verifica, ahimè! Non so quanti si ricorderanno del caso della partitura dell'opera "Montezuma" di Antonio Vivaldi che occupò l'intera estate di alcuni anni fa e di cui a Radiotre se ne parlò in ripetute occasioni, durante quel periodo. Essendo Vivaldi un compositore del '600, le sue opere dovrebbero essere tutte tranquillamente di dominio pubblico. E invece nel caso del "Montezuma" si cercò di farlo ricadere arbitrariamente nei canoni del diritto d'autore. C'è da dire che molte partiture di Vivaldi erano rimaste conservate a Dresda, poichè il compositore nell'arco della sua esistenza, aveva viaggiato e si era esibito parecchio all'estero anche come strumentista, Germania compresa. Verso la fine della seconda guerra mondiale, con la sconfitta dell'armata tedesca da parte delle truppe alleate, Dresda ricadde nel settore della Germania occupato dall'esercito dell'Armata Rossa, per cui tutte le partiture musicali presenti negli archivi di Dresda vennero confiscate dall'esercito russo e trasportate a Mosca, compresi quindi i lavori di Vivaldi. Soltanto in epoca più recente, ossia dall'avvento della perestroika di Gorbaciov in poi, tutte queste partiture sono progressivamente rientrate in Germania. Tra l'altro si riteneva, fino a diversi anni fa, che l'opera "Montezuma" di Vivaldi fosse praticamente un lavoro perduto, di cui sopravvivevano pochi brani. E invece non era così. Alcune di queste partiture rientrate dalla Russia furono acquisite dalla Singakademie di Berlino, un'istituzione musicale dal prestigio alquanto decaduto e famelica di quattrini, che fece catalogare ed esaminare tutte queste musiche da uno studioso che si accorse che fra di esse vi era una partitura quasi integrale di questo "Montezuma", che si riteneva anzi essere addirittura un originale. In quegli anni in Italia il festival estivo di Opera Barga aveva intrapreso un ciclo di rappresentazioni integrali di tutto il teatro lirico di Vivaldi al cui completamento mancava soltanto il "Montezuma" che avrebbe dovuto essere diretto da Federico Maria Sardelli. Solo che quando i curatori del festival si rivolsero alla Singakademie di Berlino per l'ottenimento del manoscritto, si sentirono sparare da questi ultimi una richiesta di un compenso esorbitante per la pubblica rappresentazione, in quanto la Singakademie proprietaria di quella che si riteneva una partitura originale rinvenuta, riteneva suo pieno diritto in questi casi di esigere un adeguato compenso rientrante nelle regole del diritto d'autore, tantopiù che un tribunale tedesco aveva dato inizialmente del tutto ragione a questa società musicale. Essendo però i fondi del festival Opera Barga troppo esigui per far fronte a una simile esorbitante richiesta, si decise di rinunciare e pur di rappresentare comunque il "Montezuma" si ricorse a un cosiddetto "pasticcio" ossia l'innesto sui pochi brani dell'opera già noti in precedenza, di brani di altre opere dello stesso Vivaldi, riadattati per l'occasione, in barba alle pretese di fedeltà filologica di cui lo stesso festival si faceva vanto, con ciò conducendo un'operazione culturalmente esecrabile e dimostrando scarsissima serietà nei confronti del pubblico degli appassionati. Meglio sarebbe stato rinunciarvi in questo caso! Successivamente l'opera viene rappresentata, nel mese di settembre, a un festival di musica barocca a Rotterdam, in Olanda, che disponendo di fondi economici assai più cospicui, può accondiscendere alle esorbitanti richieste della Singakademie di Berlino. Senonchè a un successivo e più attento riesame della partitura manoscritta, salta fuori che non di orginale si tratta, ma bensì di una copia cosiddetta da viaggio di riserva, per cui un altro tribunale tedesco, in virtù di questa scoperta, ribalta la sentenza precedente, dichiarando perciò illegittime le richieste di corresponsione dei diritti d'autore pretese dalla Singakademie di Berlino. Tanto più che di lì a poco uscirà, sul mercato discografico un'edizione di quest'opera diretta da Alan Curtis, per l'etichetta Archiv Produktion basata su altre fonti e col titolo mutato, chissà perchè in "Motezuma"! Un bel ginepraio, insomma! Il discorso sul diritto d'autore è comunque ben lungi dall'essere concluso e spero vivamente di poterlo proseguire in barba ad eventuali inconvenienti telematici che si dovessero verificare in futuro in questo blog (anche se spero vivamente che la cosa non si ripeta mai più!). A risentirci!
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