giovedì 7 luglio 2011

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La scorsa settimana sono andato come altre volte ad acquistare un cd al Ricordi Media Stores di via Ugo Bassi a Bologna e una volta arrivato alla cassa, la commessa, con fare mellifluo, mi ha chiesto se volevo un sacchettino per il cd. Avendole dato come al solito risposta affermativa, ho avuto la sorpresa di ritrovarmi 5 centesimi in più sullo scontrino. Eh già, attenzione a chiedere la sportina o sacchettino d'ora in avanti anche alla catena Feltrinelli-Ricordi Media Stores, poichè d'ora in avanti, analogamente agli iper e supermercati, vi viene appioppato anche questo piccolo pedaggio! Ma che bei pidocchiosi! Sulla sportina in questione vi è testualmente scritto: "la Feltrinelli/ La carta vincente per l'ambiente. I nuovi shopper la Feltrinelli rispettano lo standard FSC (ovvero FARABUTTI SCIACALLI CRETINI che non sono altro?)" Ma pensino a rispettare i clienti innanzitutto, grandissimi buffoni!!! Innanzitutto so che esiste una legge che vieta a qualunque esercizio commerciale di farti pagare la sportina, inoltre noi stessi, andando in giro con le medesime ben in vista, finiamo volenti o nolenti, per fargli pure pubblicità gratuita, a questo punto dovrebbero essere costoro a pagare noi, altro che il contrario! Non    è ovviamente per i 5 centesimi in sè, ma quello che dà fastidio è il sotterfugio in sè, non contenti di avere dei prezzi di vendita assai poco convenienti, volendo usare un gentilissimo eufemismo. Tra l'altro come tutti i furbi, non sono nemmeno lungimiranti, ovvero incapaci di vedere le conseguenze delle loro azioni oltre il breve e medio termine, il che significa che se stavolta ingenuamente mi sono fatto fregare 5 centesimi, d'ora in avanti non solo non me li fregheranno più, ma non andando più in giro con la loro sportina in bella vista, non gli farò nemmeno più pubblicità gratuita e lo stesso varrà per tutta la clientela. Altro che geni, questi idioti sono dei gran genitali! In periodi di crisi nera, non dico che a quelli come me, che nonostante abbiano una situazione economica atroce, continuano appena possono ad acquistare supporti audiovisivi e cartacei per cercare comunque di continuare ad alimentare la propria passione, debbano stendere il tappeto rosso ogni qualvolta si entra in negozio, ma che almeno tengano conto che, se non hanno ancora chiuso bottega, forse lo si debba anche ai fessi come il sottoscritto che, nonostante tutto, continuano a fare acquisti (sono proprio un bell'ingenuo, usando un altro gentilissimo e pietosissimo eufemismo, ad affermare ciò!). Per giunta una volta sono stato gratificato da uno dei commessi del Ricordi Media Stores di via Ugo Bassi, dall'epiteto di perditempo che infastidisce i clienti, con l'intimazione di farmi gli affari miei (usando un ulteriore gentilissimo eufemismo), poichè ebbi la sciagurata ingenuità di cercare d'informare un signore venuto in loco alla ricerca di un determinato disco, al quale il commesso non era in grado di fornire risposta soddisfacente, tanto per cambiare! Inoltre il Ricordi Media Stores, da quando è finito nelle grinfie della nefasta Feltrinelli, è stato trasformato a poco a poco in un assurdo bazar dove si vende sempre più oggettistica avulsa da un contesto musicale, tipo agendine o cioccolatini, stravolgendone sempre più la natura intrinseca (per giunta mi sono accorto che, dal reparto dischi, sembrerebbe sparita anche la sezione dedicata alle colonne sonore, sperando tuttavia che si tratti di un mio abbaglio). Inoltre ci sarebbe da rammentare la nefasta chiusura del bel negozio Ricordi che era sito in via Goito, avvenuta all'incirca quasi una decina d'anni fa, dove vi era un ampio assortimento di strumenti musicali, accessori, partiture e spartiti, questi ultimi attualmente confinati in una nicchia nel seminterrato del negozio di via Ugo Bassi. Se si pensa inoltre come è stata progressivamente rovinato quello che una volta era uno dei negozi più belli di tutta Bologna, ossia la libreria-edicola 'la Feltrinelli' di via dei Mille, dove una volta, quando ancora si chiamava "Rizzoli Store", si trovavano persino dei rarissimi cd provenienti dal Giappone di musica classica e di colonne sonore (spesso sinfoniche) per cartoni animati, introvabili altrove e a prezzi sovente abbordabili, mentre adesso tutto questo non c'è più, sostituito da paccottiglia varia (anni fa, parlando al telefono con un distributore di stampa estera, quest'ultimo mi riferì che, da quando quel negozio era caduto nelle mani della Feltrinelli, aveva un bilancio in passivo di circa 30.000 euro, mentre prima, con la precedente gestione era sempre in attivo!). Insomma, questo gruppo Feltrinelli si conferma sempre più come un organizzazione di venditori di letame, altrochè cultura! Quando di recente feci notare a un commesso del negozio di via Ugo Bassi l'incongruenza di vendere cioccolatini, agendine e oggettistica varia in un negozio musicale, quest'ultimo sorridendo allargò le braccia sconsolato, del resto che ci poteva fare anche lui? Ai responsabili (!) del gruppo Feltrinelli vorrei inviare le mie più sentite condoglianze per l'opera di disfacimento progressivo da essi egregiamente e pervicacemente condotta in tutti i negozi della loro catena (penso anche all'immiserimento progressivo della libreria La Feltrinelli Internazionale di via Zamboni), bravissimi continuate così, la patria ve ne sarà immensamente grata, tanto d'ora in avanti, almeno per quello che mi riguarda, le vostre sportine a 5 centesimi ve le potrete cacciare direttamente in quel posto, miserrimi bottegai a cui auguro tutto il male possibile e immaginabile e anche di più!!!!!!