sabato 8 agosto 2015

Diavolo d'un Mascagni!

(Segue) Ma, come già accennato nel mio precedente scritto, guarda caso, all'incirca un paio di settimane dopo la proiezione bolognese di "Rapsodia satanica", ecco che ti esce, ad opera della tedesca Capriccio (cd C5246 - T.T. 62'14", stereo, DDD), un disco comprendente proprio questa musica di Pietro Mascagni con, in appendice, alcuni estratti dalle musiche di Nino Rota, per "Il Gattopardo" di Luchino Visconti (abbinamento che trovo un poco anodino, personalmente), eseguiti dalla Deutsche Staatsphilarmonie Rheinland-Pfalz, diretta da Frank Strobel (un'altra vecchia conoscenza, nell'ambito delle musiche da film d'epoca). Disco da considerarsi nuovo, soltanto perchè giunge adesso sul mercato, ma che in realtà risulta essere stato inciso la bellezza di una decina d'anni fa e precisamente il 13 settembre 2005, alla Philarmonie di Ludwigshafen (supervisione: Wolfram Nehls, ingegnere del suono: Axel Sommerfeld, tecnici del suono: Rainer Boehme e Detlef Rebenstorf, produttori: Stefan Lang/Deutschlandradio e Johannes Kemmayer/Capriccio), a cura dell'emittente Deutschlandradio Kultur (e quindi un anno prima della revisione ed esecuzione pubblica della partitura, in terra italica, ad opera di Marcello Panni, revisione che ha costituito la base per quella ultima, almeno per il momento, dello stesso Timothy Brock, utilizzata naturalmente per la rappresentazione bolognese. Del resto è almeno da una remota incisione olandese del '92, con l'Orchestra Filarmonica Giovanile di Londerzeel diretta da Peter Himpe, uscita a suo tempo sotto l'etichetta Bongiovanni, che questa partitura, analogamente al film, è stata più volte riesumata e restaurata). Il perchè certe incisioni vengano tenute per parecchio tempo in naftalina ed altre, al contrario, escano a tamburo battente, appartiene ai misteri imperturbabili della discografia (e delle emittenti radiofoniche), quel che mi salta all'occhio, comunque, anche riguardo ad un'altra uscita recente (le musiche "integrali" di Charlie Chaplin, per il suo film "Modern Times", dirette proprio da Timothy Brock, con la Nord-Deutsche Rundfunks Sinfonie Orchester ed incise fra il 2006 ed il 2007, per la tedesca Cpo, titolo uscito nel maggio di quest'anno), è una certa cervelloticità di questo paio di case discografiche in particolare, la Capriccio e la Cpo, riguardo ai criteri di uscita soprattutto dei titoli inerenti le musiche da film, che mi fornisce il destro per una serie di considerazioni che intendo esporre in seguito. Tornando al disco in questione, da quel che si capisce andando sul sito della stessa Capriccio (www.capriccio.at), quella qui incisa sarebbe la parte audio di un restauro televisivo ad opera del canale satellitare franco-tedesco Arte/ZDF, realizzato nel 2006/07, basato, a sua volta, su quello ad opera della Cineteca di Bologna del 1996. Nelle note del libretto del cd (bilingui, in tedesco ed in inglese), non se ne fa, però, menzione alcuna, mentre, per contro, l'autore di queste ultime, tal Ulrich Wuenschel, forzando alquanto le cose, cerca di stabilire un parallelo fra la figura di Pietro Mascagni e quella di Richard Strauss, viste le influenze straussiane, oltrechè wagneriane, senz'altro ravvisabili nella musica di "Rapsodia satanica". E' vero che ambedue furono anche celebrati direttori d'orchestra e che, come compositori, sapessero trarre buon partito dalla ricca tavolozza coloristica orchestrale, ma non so se entrambi guardassero all'opera, come una sorta di forma sinfonica maggiore (voci come strumenti aggiunti alla compagine orchestrale?), secondo quanto dichiarato dall'estensore delle note di commento. I dubbi che ho al proposito, sono soprattutto rivolti assai di più a Mascagni (che comunque veniva dalla tradizione melodrammatica e verista nostrana), che a Strauss, naturalmente!  Ci sarebbe innanzitutto da ribattere che la produzione non operistica del primo e quindi anche quella sinfonica e strumentale, è assai più esigua ed occasionale di quella del secondo, pur mettendo in conto che, all'interno di diversi lavori teatrali di Mascagni, non manchino delle belle pagine sinfoniche, che difatti vivono anche di vita propria, nell'ambito della programmazione concertistica; ma questo comunque non muta di alcunchè il complesso della prospettiva. Ma sempre a proposito del disco in questione, è singolare che, 3 giorni dopo averlo acquistato in un normale negozio di dischi di Bologna, ed essendo comunque già presente da qualche giorno, sia sul sito della casa discografica che su quello del distributore italiano (Ducale), sul "gigante" della vendita in rete Amazon, questi risultasse come "titolo non ancora disponibile" e quindi senza foto di copertina, stessa cosa, tra parentesi sul sito della Naxos, che anzi, lo dava pure in uscita per agosto! Una volta tanto, in barba alla presunta superiorità telematica, un modesto negozio di dischi di Bologna, ha battuto sul tempo "l'onnipossente" Amazon, beccatevi questa, stupidi idolatri del "dio internet"! Riguardo alla vexata quaestio del fatto che, contrariamente alla prassi usuale, sia stata la struttura del film a doversi adattare alla musica e non viceversa (e quindi essendo una delle rarissime eccezioni alla regola, rendendo così questa pellicola un caso particolarmente interessante, almeno sulla carta, dal punto di vista dello studioso, riguardo al rapporto fra le immagini e la musica. Io ho memoria soltanto di un altro caso simile, uno dei primi film di Steven Spielberg, del quale però non ricordo il titolo, la cui musica, del fido John Williams, sarebbe stata composta per prima, adattandovi successivamente l'andamento delle immagini), l'autore delle note, sempre a sostegno di tale tesi, dice testualmente che: "Le recensioni dell'epoca sostanziano che Pietro Mascagni deve avere avuto una decisiva influenza sullo svolgimento delle riprese cinematografiche e del montaggio del film. Per enfatizzare ancora di più l'idea del binomio amore/morte (alla maniera di "Tristano ed Isotta), la scena finale del film, venne rifatta completamente un'altra volta (ndt: secondo quanto ho letto altrove, sarebbe stato proprio lo stesso Mascagni a pretendere ed ottenere dal regista, la totale modifica del finale, al fine di un maggiore adeguamento delle immagini, alla struttura della musica da lui già composta). 'Rapsodia Satanica' di Nino Oxilia, venne proiettato in prima assoluta il 3 luglio 1917 - accompagnato da un'orchestra diretta dal compositore medesimo. Il fatto che la prima assoluta avesse luogo sotto l'egida di un 'concerto sinfonico' e che il programma di sala annunciasse il lavoro come un 'poema sinfonico', può creare una certa sorpresa, oggigiorno. Molte cose indicano che il pubblico della prima assoluta non vide 'Rapsodia satanica' come un film con accompagnamento orchestrale, ma lo percepirono come un poema sinfonico accompagnato da immagini cinematografiche." Questo ci dicono quindi le note del libretto, ma le cose stavano veramente così? Gli estratti dalle lettere di Mascagni, riportati come già accennato, nel "programma di sala" della serata bolognese e tratti, a loro volta dal libro "Pietro Mascagni. Epistolario", a cura di Mario Morini, Roberto Iovino e Alberto Paloscia, edito da Libreria Musicale Italiana nel 1997, mi indurrebbero a qualche dubbio al riguardo: - 3 ottobre 1914, ad Anna Lolli: "Il mio lavoro è penoso e noiosissimo... cerco di adattare la mia musica lavorando col cronografo. Figurati che un pezzettino di musica che deve durare 14 secondi ho dovuto stanotte ripeterlo più di 150 volte per aggiustarlo. E sempre col cronografo alla mano" - 18 novembre 1914, ad Anna Lolli: "la Rapsodia è quasi finita: infatti tutto è fatto; mi manca soltanto qualche punto di collegamento e qualche ritocco per tagliare ed aggiustare qualche battuta. E' un lavoro lungo e penoso, perchè bisogna farlo sulla pellicola che gira: sul cronografo non posso oramai fare più nulla" - 7 gennaio 1915 a Lina Mascagni: "torno in questo momento dalla Cines, dove abbiamo eseguito la musica con la pellicola girata dalla macchina elettrica. Io ne sono contento, va alla perfezione... Non avrei mai immaginato... una simile esattezza... il sincronismo è riuscito perfetto da cima a fondo" -  A parte l'ultimo estratto, dagli altri 2 si desumerebbe che la faccenda sia stata senz'altro assai più travagliata di quanto non farebbe presumere la tesi che il film sarebbe stato adattato ai 'desiderata' del musicista, condizione teoricamente ottimale e privilegiata per un compositore di musica da film! (Continua)