Disquizioni intorno alla musica colta, con particolare riferimento alla realtà contemporanea.
mercoledì 25 maggio 2011
Domenica di sangue.
Sempre rimanendo in tema di musica colta ispirata da fermenti rivoluzionari, non si può non menzionare un'altra partitura rilevante in tal senso, ovvero la sinfonia n.11 "L'anno 1905" del compositore sovietico Dimitri Dimitrievic Shostakovich (1906-1975), alla quale ho già accennato in precedenza. Shostakovich cominciò a pensare di comporla all'incirca all'epoca delle celebrazioni (fungenti in parte come processo di riabilitazioni dopo le umiliazioni subite dal compositore nel dopoguerra da parte di Stalin e dai suoi accoliti) che dovevano caratterizzare il suo cinquantesimo compleanno nel settembre del 1956, tanto più che era anche un modo per replicare ai suoi detrattori che lo accusavano d'incapacità di trattare temi patriottici nelle sue composizioni. Ricoprendo la carica di onorevole e dovendo all'epoca ottemperare ad impegni ufficiali, in particolare presenziare al secondo congresso dell'Unione dei Compositori Sovietici la primavera seguente, la terminò il 4 agosto del 1957. Nel mese successivo ne venne anche tratta una riduzione per duo pianistico. La prima assoluta ebbe luogo a Mosca il 30 ottobre dello stesso anno, in coincidenza del quarantesimo anniversario della rivoluzione bolscevica, con l'orchestra dell'Accademia di Stato dell'Unione Sovietica diretta da Nathan Rakhlin. Seguì 4 giorni dopo a Leningrado un'altra esecuzione pubblica con la locale orchestra filarmonica diretta da Yevgeni Mravinski. Risultò il più grande successo pubblico conseguito dal compositore dall'epoca della sua sinfonia n.7 "Leningrado" (1941), con positivo riscontro anche da parte della critica musicale ufficiale sovietica, venendo inoltre insignita del premio Lenin nel 1958. Seguirono altre esecuzioni anche in Occidente, ma in questo caso, pur perdurando il favore del pubblico, la critica fu più tiepida. Nello stesso 1958 ne vennero realizzate ben 4 incisioni discografiche, di cui 2 in Russia con gli stessi interpreti della prima e della seconda esecuzione assoluta e altrettante in Occidente, una con l'orchestra sinfonica di Houston diretta da Leopold Stokovski per la Capitol, nella collana Full Dimensional Stereo e l'altra con l'orchestra di Parigi diretta da Andrè Cluytens per la Emi francese.Per un decennio questa sinfonia rimase fra i brani di Shostakovich più apprezzati dal pubblico. Questa ampia composizione è una rievocazione altamente emotiva della cosiddetta "domenica di sangue", ovvero del massacro di oltre 200 pacifici dimostranti da parte delle truppe zariste di Nicola 2° avvenuto all'esterno del Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo, il 9 gennaio 1905 secondo il calendario giuliano vigente all'epoca, il 21 secondo quello occidentale. Questi pacifici dimostranti che manifestavano da giorni in piazza erano dei poveri contadini e braccianti provenienti dalle campagne, che rivendicavano semplicemente più pane e migliori condizioni di vita. Tralaltro un canto popolare da loro saltuariamente intonato, la Dubinushka (ovvero "piccola accetta", cioè il loro strumento quotidiano di lavoro), colpì l'attenzione dell'allora direttore del Conservatorio di San Pietroburgo, il compositore Nikolai Rimski-Korsakov (1844-1908), che si trovò a passare casualmente nei paraggi della piazza, rimanendone così impressionato dal realizzarne successivamente un arrangiamento per orchestra veramente strepitoso (trattasi di 4-5 minuti di musica estremamente trascinanti e galvanizzanti), che difatti gli costò il posto di lavoro. Il musicista rimase inoltre favorevolmente impressionato dall'estrema compostezza e civiltà dei dimostranti. Della Dubinushka arrangiata da Rimski-Korsakov ne ricordo almeno un paio di incisioni discografiche, quella con l'orchestra della Svizzera Romanda diretta da Ernest Ansermet per la Decca e quella con l'orchestra sinfonica di Detroit diretta da Neeme Jarvi per la Chandos, ambedue di non facile reperibilità. Tornando ai tragici fatti a cui si fa riferimento, dopo alcuni giorni di manifestazione, si arriva alla fatidica domenica di sangue. Quella mattina, lo zar Nicola 2°, prima di partirsene per la campagna col suo seguito, dà ordine al comandante in capo delle truppe dell'esercito di aizzare dapprima i dimostranti che si trovano nella piazza antistante il palazzo ad assaltare l'edificio, dopodichè a procedere alla sanguinosa repressione, cosa che puntualmente avviene con lo sterminio finale di oltre 200 persone nella piazza. Solo che stavolta lo zar non aveva messo in conto che lo sdegno per simile orrore si era esteso anche alle classi più abbienti che comprendevano tutti gli esponenti della cultura e dell'intellighentia dell'epoca. Al termine di un concerto pubblico, il basso Feodor Chaliapin, eseguì come fuori programma, sfidando apertamente il divieto imposto dalle autorità, proprio la Dubinushka, scatenando entusiastici boati di approvazione fra il pubblico. Questo tragico evento segnò quindi per la prima volta, un'autentica totale frattura fra lo zar e il popolo e germinerà il seme di quella che sarà, nel 1917, la cosiddetta rivoluzione d'ottobre. Non per niente, quella del 1905, viene anche definita la rivoluzione mancata. L'undicesima sinfonia di Shostakovich, ispirata a tali eventi, è strumentata per una grande orchestra comprendente legni a 3, 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, tuba, timpani, un folto stuolo di percussioni che richiedono un totale di 4 esecutori, celesta, arpe ed archi. E' strutturata in 4 movimenti che si susseguono l'uno all'altro senza soluzione di continuità, intitolati rispettivamente "La piazza del Palazzo", "Il 9 gennaio", "Memoria eterna", "Allarme. Campane a martello". I primi 2 movimenti sono quelli più descrittivi, mentre gli altri 2 sono quelli più commemorativi, come fece giustamente notare il direttore Oleg Caetani alla radio. Il materiale della sinfonia, oltrechè essere caratterizzato da una citazione dall'operetta "Luci che brillano" (1951) del compositore Georgy Vasilievic Sviridov, come da 3 citazioni di composizioni dello stesso Shostakovich, è costituito principalmente da 9 canti rivoluzionari in parte di epoca antecedente al 1905, dei quali viene fatto uso estensivo come elementi tematici. Fu lo zio del compositore, che aveva pagato a suo tempo i suoi fervori rivoluzionari bolscevichi con la prigionia, a far conoscere a quest'ultimo alcuni di questi canti. Ma meritando le caratteristiche peculiari di questa musica una trattazione più estensiva, mi riservo di continuare il discorso in seguito.
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