sabato 27 aprile 2013

I re dei ciarlatani.

Oggi volevo verificare l'orario di una trasmissione radiofonica, non essendo quelli indicati sulle riviste e sulle pagine di televideo molto affidabili, consultando la cosiddetta guida elettronica dei programmi (EPG), disponibile sul digitale terrestre, ma purtroppo mi sono accorto che quella relativa ai canali radiotelevisivi della Rai, improvvisamente non è più disponibile, così come su tutti i canali Rai, non compare più la schermata col titolo della trasmissione in corso e di quella successiva, per cui, in conclusione, non ho combinato alcunchè, ovviamente. Era una piccola comodità che consentiva di verificare eventuali sviste, ma forse proprio per questo è stata disattivata, ennesima piccola dimostrazione di quanto questo cosiddetto ente pubblico rispetti la propria utenza. Se si tiene conto poi che abito in un capoluogo di regione con tanto di sede locale dell'emittente radiotelevisiva e non certo in un piccolo paesello sperduto, è proprio il colmo che succedano certe cose, in barba all'arcinoto slogan "di tutto, di più", anche se non me ne dovrei meravigliare affatto, dato che è la prassi usuale oggidì. Ho sempre trovato sommamente offensive le pubblicità pro pagamento del canone radio tv, sempre più irritanti e sfacciate nella loro scempiaggine. "Qualunque cosa voi facciate col vostro televisore ....", oppure il linguaggio terroristico adottato sul televideo in cui si parla di "detenzione di apparecchi televisivi", sono solo alcune delle perle con cui i soloni di turno, vorrebbero convincerci della liceità di una simile, assurda gabella, iniqua e anacronistica, anche perchè i soldi del canone vanno tutti all'erario, mica all'ente radiotelevisivo, non per niente adesso è l'Agenzia delle Entrate che è preposta alla riscossione. Io fino adesso l'ho pagato, pur sentendomi un cretino, ma conosco persone che non lo fanno e non riesco a dargli del tutto torto, visto che questo sistema è una continua istigazione a delinquere. Anche perchè, comunque sia, in ogni caso lo paghiamo tutti, sia pur indirettamente. In barba alla legge sul cosiddetto diritto all'informazione, chissà perchè non più citata, per tacere di tutta una serie di anomalie tipicamente nostrane. Innanzitutto il nostro cosiddetto ente pubblico è in realtà un pateracchio con una partecipazione mista di pubblico e privato, introita ricavi pubblicitari (ed è impossibile che noi non si usufruisca di qualcuno dei prodotti pubblicizzati), ha una partecipazione azionaria al 50% in Tele San Marino (emittente quindi di uno stato estero!), grazie alla quale quest'ultima percepisce 3 milioni di euro all'anno di contributi pubblici, ed anche una compartecipazione congiuntamente al Vaticano (altro stato estero!) in TV 2000. Se poi si considera che, tutti gli apparecchi radiotelevisivi, sono gravati, nel prezzo di vendita, di IVA ed eco-contributi, all'origine (a meno che non li acquistiate da un ricettatore o li rubiate!), direi che l'illegittimità di simile ladrocinio legalizzato, sia palese. Del resto, anche tutti i supporti audiovisivi, registrabili e non, ed anche quelli cartacei, sono già tassati all'origine. Il televisore è un soprammobile, non è un'abitazione, un autoveicolo, un apparecchio a noleggio o altro, non è assolutamente giustificabile tassarne il semplice possesso e utilizzo. L'unico motivo che potrebbe rendere l'iniqua gabella più digeribile, sarebbe il rendere i canali pubblici totalmente scevri da partecipazioni private e da pubblicità. Troppo comodo prendere soldi sia dal pubblico che dal privato! Ma questo, ovviamente, non accadrà mai, cari sudditi!