domenica 21 aprile 2013

Cum mortuis in lingua mortua.

No, non mi sto riferendo alla rielezione di Giorgio Napolitano (chissà perchè a questo punto mi viene in mente anche 'L'affare Makropoulos' di Janàcek), ma al fatto che la terribile mietitrice mi sembra si sia data particolarmente da fare per far scomparire dalla faccia della terra, diverse personalità artistiche nei vari ambiti dello spettacolo e dell'intrattenimento, a partire dall'inizio di questo nefasto anno. Mi riferisco non solo alle dipartite di musicisti illustri nel campo della musica colta, come Wolfgang Sawallisch, Sir Colin Davis, James De Preist, Marie-Claire Alain, Van Cliburn, ma anche all'ambito della musica più popolare (Enzo Jannacci, Franco Califano), del teatro di prosa (Regina Bianchi), del cinema (Bigas Luna, Damiano Damiani). Mi sembra che ne siano morti talmente tanti, da farmi perdere il conto e confondermi le idee (mi sembra di avere dimenticato anche Dietrich Fischer-Dieskau). Ho sempre notato che le morti 'celebri' non vengono mai isolate, ma a grappoli, ciò nonostante mi sembra di notare una preoccupante concentrazione, in questi ultimi tempi. Non vorrei fare la figura dello iettatore, ma se penso che, ultimamente, anche Yuri Temirkanov, Seijii Ozawa, per non dire di James Levine, hanno dovuto annullare diverse esibizioni, per motivi di salute, non posso evitare di sentirmi ancora più inquieto. A proposito di Sir Colin Davis, vorrei far rilevare l'insulsa perfidia del conduttore di Radiotresuite che, all'inizio della serata di sabato 12 aprile, poco dopo aver dato la mesta notizia, ha chiamato in diretta via telefono, il maestro Zubin Mehta, appena reduce dalle prove e quindi in procinto di esibirsi di lì a poco, con l'orchestra del Maggio, in un concerto alla Scala, dicendogli senza preavviso: "Senta maestro, lei saprà senz'altro della notizia della scomparsa di Sir Colin Davis, vuole darci un suo ricordo personale su questo musicista?". A questo punto, nel tono della voce di Zubin Mehta, mi è sembrato di percepire una considerevole sorpresa ed imbarazzo, come se fosse stato colto alla sprovvista, tant'è che alla fine ha farfugliato qualche frase generica. Siccome secondo me il maestro, probabilmente, non era ancora a conoscenza del luttuoso evento, cosa del resto plausibilissima e comprensibilissima essendo fra prove e imminenza del concerto, in tutt'altre faccende affaccendato, la domanda mi sorge spontanea: non poteva, il conduttore della trasmissione, telefonargli preventivamente prima dell'inizio, in maniera sia da sincerarsi che ne fosse informato, sia in caso contrario di prepararlo, evitandogli così di farlo cadere in imbarazzo, durante il collegamento telefonico in diretta? Evidentemente il buon senso, il tatto, non alberga nei meandri dei cervelloni dei conduttori di Radiotre, tutto nella norma! Quanto a quello che succede quotidianamente in ambito politico e governativo, non posso che concludere che tutto nel mondo è burla, l'uomo è nato burlone, burlone. Peccato che, qui da noi, la burla degeneri regolarmente in farsa tragicomica! Sempre più, tutto nella norma!