Disquizioni intorno alla musica colta, con particolare riferimento alla realtà contemporanea.
lunedì 25 marzo 2013
Classica in vinile, 4bis.
(Segue) Per quanto concerne la qualità dello stampaggio del disco, è complessivamente accettabile, ovvero tale da non compromettere il piacere dell'ascolto, ma con un lato B un pò più rumoroso e disturbato del lato A, almeno nella mia copia e ancora una volta, con delle sbavature di vinile, in corrispondenza del foro centrale del supporto. Non posso non rammaricarmi, come di consueto, per la scarsità dei dati di registrazione forniti all'interno del fascicolo di accompagnamento (inciso nel 1967 all'UFA Tonstudio di Berlino e pubblicato nel 1968 - regia sonora di Gustav Rudolf Sellner, direttore di produzione Hans Hirsch, tecnico del suono Klaus Scheibe), ma devo aggiungere che sul cd già in mio possesso di questa incisione, allegato al n.75 della rivista "Amadeus", i dati sono ancora più scarni, per non dire assenti. Concordo sul fatto che l'interpretazione di questo celeberrimo brano datane da Jochum e dai suoi collaboratori, resta in ogni caso, un vertice assoluto della discografia di tutti i tempi, giustamente mai uscito dai cataloghi, fin dal suo apparire. Esistono senz'altro delle letture più analitiche e variate nell'agogica di questa, ma forse nessuna ne possiede la franca, decisa, bruciante ed incisiva espressività di questa, aliena com'è da autocompiacimenti e facili effettismi, sempre in agguato in musiche di tale fattura. Sotto questo profilo, questo titolo è un centro assoluto della collana della De Agostini, finora il migliore fra quelli usciti fino ad adesso. E lo è, ultimo ma non meno importante, anche sotto il profilo della qualità sonora, fra le migliori fin dall'origine fra le registrazioni prodotte dall'etichetta gialla. Il suono è fresco, vivace, dinamico, con buon equilibrio fra cantanti, cori ed orchestra e viziato solo, a tratti, da una certa distorsione microfonica, in alcuni passaggi corali e vocali. Rispetto alla versione su cd, complessivamente valida, mi sembra persino di percepire più dinamica, anche se quest'ultima mi risulta più nitida come dettagli, anche se un pò meno profonda e con una rigidità armonica, ovvero asprezza timbrica, lievemente superiore. Anche in questo caso, ci sono senz'altro delle edizioni discografiche che possono senz'altro vantare una qualità sonora più realistica, con una escursione dinamica decisamente superiore, ciò non toglie che la qualità atmosferica della registrazione di Jochum, sia unica e particolare, non meno di quanto lo sia l'interpretazione. Bellissimo! Per concludere, noto che il riquadro "Note sparse" a pag.7 del fascicolo, sembra sia diventato una presenza fissa, ma guarda un pò! Vediamo cosa ci riserveranno le prossime uscite di questa collana, sperando che si faccia la dovuta attenzione per evitare ulteriori sciatterie, che stonano col quadro complessivo. Per il momento, aspettiamo fiduciosi.
Classica in vinile 4.
Questa volta, secondo l'ordine delle uscite originariamente prospettato, mi sarei aspettato di recensire il disco Decca, comprendente il balletto "Il cappello a 3 punte" di De Falla, col soprano Teresa Berganza e l'Orchestre de la Suisse Romande, diretta da Ernest Ansermet e invece mi sono ritrovato con i "Carmina Burana" di Carl Orff, peraltro in una prestigiosissima edizione della Deutsche Grammophon, con il soprano Gundula Janowitz, il tenore Gerhard Stolze, il baritono Dietrich Fischer-Dieskau, i Piccoli Cantori di Schoeneberg, il coro e l'orchestra dell'Opera Tedesca di Berlino, sotto la direzione di Eugen Jochum. Di per sè, stante la bellezza del titolo, non ci sarebbe di che recriminare, ma non nego che la cosa mi innervosisca un poco, anche se sappiamo benissimo che l'editore si riserva il diritto di cambiare l'ordine delle uscite, ecc. ecc.; ad ogni buon conto, anche questo titolo, come il precedente, è uscito in edicola, con i consueti 5 giorni di ritardo, ovvero il 21 marzo. Inizierò la disamina, osservando che la custodia del disco, della usuale opacità, differisce da quella dell'originale, in quanto quest'ultima si apriva a libro, comprendendo anche i testi cantati, quivi assenti (i motivi di questa scelta, saranno forse originati da esigenze di contenimento dei costi di realizzazione?), per il resto non noto particolari discrepanze. Anzi, l'invasività delle scritte cosiddette di "servizio", mi sembra diminuita, sia sul retrocopertina che sulle etichette del disco. La busta interna è accettabile, anche se a voler essere ipercritici, il rivestimento interno non dovrebbe essere di carta di riso, ma in pvc. Stavolta le etichette del disco mi sembrano più fedeli, con il caratteristico bordo esterno di tulipani, tipico dell'etichetta gialla fino alla fine degli anni '60, peccato però per la mancanza del riquadro sulla sinistra con la scritta "GEMA" e per il colore delle iscrizioni sulla metà inferiore delle etichette, di un rosso vivo anzichè di un marrone rossiccio come sull'originale. Siamo comunque su livelli un pò superiori, rispetto al primo disco della collana, ma senza dubbio migliorabili. Il fascicolo interno, con testi di Giovanni Tasso, è di livello complessivamente decente e ha il merito, innanzitutto, di sottrarre il compositore, alla commistione col nazismo, luogo comune ben duro a morire e che impedisce una valutazione serena ed obiettiva dell'operato di Carl Orff; non posso non andare con la mente, alle periodiche sparate di quei gran soloni di Radiotre al proposito, causantemi un deciso e consistente spappolamento testicolare, ogni volta che le proferiscono!!! Purtroppo, anche questa volta, non posso mancare di rilevare, all'interno del fascicolo, la consueta sequela di refusi e imprecisioni. In particolare quello di pag.4, nel riquadro in basso inerente i "Carmina Burana" diretti da Ormandy, al cui interno ricompare, erroneamente, il trafiletto relativo all'incisione de "L'uccello di fuoco" di Stravinski diretta da Ansermet, già apparso nel fascicolo precedente. Si dovrebbe fare molta più attenzione, che diamine!!! Inoltre a pag.3, dove si accenna ai "Catulli carmina" dello stesso compositore, ci sarebbe da precisare che l'organico strumentale comprende non solo le percussioni, ma anche 4 pianoforti, sia pure utilizzati in modalità prevalentemente percussiva. Inoltre, come si evince anche da una semplice osservazione del retrocopertina, i brani puramente strumentali dei "Carmina Burana", sono 2 e non 1 come indicato, ovvero il n.6 "Tanz" e il n.9 "Reie". Riguardo al "Trionfo di Afrodite", non si specifica che l'organico strumentale, torna ad essere un'orchestra al gran completo, più o meno come nei "Carmina Burana" (continua).
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