venerdì 17 giugno 2011

Ulteriori cenni tecnici sui vinili e sui cd.

(Segue) Il colore nero del vinile è dato dalla presenza di nerofumo nella sua pasta, altrimenti allo stato naturale sarebbe del tutto trasparente. Il nerofumo credo che sia stato scelto per via del fatto che migliori la resistenza meccanica del supporto, anche se sono stati realizzati vinili speciali di vari colori (per esempio giallo, rosso, arancione, rosa, ecc.) per edizioni discografiche particolari, anche se in questi casi a volte la qualità di stampa risulta inferiore a quella dei dischi in nerofumo. Esistono anche i cosiddetti picture-disc, sulle cui facciate sono impresse delle vere e proprie illustrazioni a colori, sempre a discapito però della qualità intrinseca dello stampaggio. Gli apparecchi di riproduzione deputati, ossia i giradischi, rispetto ai lettori digitali, soffrono maggiormente le cosiddette fluttuazioni di velocità (wov and flutter) che se troppo accentuate, possono produrre degli slittamenti tonali udibili sul suono, ma ovviamente se l'apparecchio è ben realizzato dal punto di vista meccanico, le fluttuazioni restano entro limiti tollerabili dall'orecchio; sotto questo aspetto i migliori giradischi sono quelli a trazione diretta con servocontrollo di velocità ad oscillatore al quarzo; l'importante è che il valore pesato delle fluttuazioni non superi il +-1 per cento. Altra caratteristica è lo scarto dalla velocità di rotazione nominale (33 o 45 giri), ossia la precisione della medesima, indice dell'accuratezza della realizzazione meccanica dell'apparecchio, che non deve superare il +-2 per cento, per non causare un eccessivo spostamento del baricentro tonale del suono. Il compact disc, supporto digitale a lettura ottica, ovvero senza contatto meccanico del supporto da parte della testina di lettura, non soffre praticamente per nulla di questi problemi, in quanto i lettori digitali hanno dei meccanismi di rotazione più compatti, leggeri e precisi, dalle fluttuazioni di velocità pressochè nulle, dotati anch'essi di servocontrollo con oscillatore ai cristalli di quarzo. La testina laser di lettura, con la lente di riflessione in cristallo o, più frequentemente in plexiglass, ha una lunghezza d'onda di 780 nanometri (di 800 nm negli apparecchi prodotti inizialmente) ed adotta un laser a semiconduttore AlGaAs (nel caso dei dvd/sacd la lunghezza d'onda scende a 650 nm, mentre nei Blue-ray Disc e nei defunti HDDVD, scende ulteriormente a 450 nm). Il dischetto, del diametro di 12 cm. (esistevano anche dei cd-single da 8 cm.), dallo spessore di 1,2 mm., ha un senso di rotazione antiorario (visto dal lato del tracciamento) e a differenza del vinile una velocità angolare variabile (dai 500 giri al minuto, partendo dalla zona centrale, ai 200 giri al minuto arrivando al bordo esterno) anzichè costante e al contrario una velocità lineare pressochè costante (1,2-1,4 metri al secondo). La distanza tra le tracce è di 1,6 micrometri, la lettura del supporto, inciso su singola facciata, avviene dall'interno verso l'esterno e il massimo minutaggio contenibile dal supporto è di circa 83 minuti. L'anima interna del cd è in resina plastica, rivestita per metallizzazione, generalmente di alluminio (fra i metalli impiegati figurano a volte il bronzo, il rame, leghe in similoro, oro a 24 carati) e ricoperta da uno strato protettivo di policarbonato trasparente. Il sistema digitale, in quanto basato sul sistema binario, richiede un dispositivo di correzione degli errori di lettura siglato CIRSC (Cross Interleaved Read Solomon Code). Il formato del segnale audio ha una quantizzazione di 16 bit lineari per canale, con una frequenza di campionamento di 44,1 khz. Ho così cercato di dare qualche sommario ragguaglio tecnico, pur sapendo di correre il rischio di risultare tedioso, poichè ritengo che sia cosa utile conoscere più a fondo le caratteristiche intrinseche dei supporti deputati all'ascolto della musica, o almeno così mi auguro.