Devo essere sincero, il cambio di programma di ieri sera su Radiotre, non mi è dispiaciuto affatto, anzi! Al posto di una "Stanza della musica" con un programma musicale che aveva forti probabilità di risultare banale e scontato, è stato trasmesso in differita, un concerto sinfonico proveniente dalla Radio della Svizzera Italiana, con delle musiche, almeno in parte senz'altro più desuete dell'usuale. Gli interpreti erano il violoncellista Miklos Pereny, l'orchestra della Svizzera italiana e il direttore Heinz Holliger, in un programma comprendente l'ouverture "Le Naiadi" di William Sterndale Bennett, il concerto per violoncello di Schumann, l'elegia per violoncello e orchestra di Faurè e "Ma mère l'oye" di Ravel nella sua versione più estesa in forma di balletto. In particolare il brano di Bennett (1816-1875), è stato una piacevolissima scoperta, pur nei limiti di un'evidentissimo stilema mendelssohniano, meritevole senz'altro di essere riproposto, per non dire anche del bel pezzo di Faurè, ingiustamente negletto. Comunque, anche i 2 brani più conosciuti, ovvero quelli di Schumann e di Ravel, sono forse comunque meno inflazionati di quelli che avrebbero dovuto costituire originariamente il cartellone di Radiotre, ieri sera. Poichè era prevista, nello studio A di via Asiago, l'esibizione in diretta dell'ennesima giovanetta promettente, la pianista Leonora Armellini, in un programma tutto chopiniano (e dubito che si trattasse almeno delle sue musiche meno note), ma guarda un pò che grande originalità e coraggio nelle scelte, come del resto la stragrande maggioranza dei suoi colleghi. Per fortuna che una provvidenziale indisposizione le avrebbe impedito di ammanirci la solita minestra, almeno io la penso così. Ribadisco per l'ennesima volta che a me questi giovincelli che mi sembrano tutti prefabbricati con lo stampino, li trovo già vecchi nell'animo nel loro voler pervicacemente perseguire strade già ampiamente ribattute, per comodità, opportunismo o chissà cos'altro. Se già da giovani ci si dimostra così conformisti, allora il futuro non potrà che essere nero. Se anche nei secoli passati ci si fosse comportati tutti in tal guisa, non ci sarebbe mai stata alcuna evoluzione nel linguaggio musicale, come ho già affermato in precedenza, non per niente trovo che il clima culturale e musicale odierno sia caratterizzato da una decisa involuzione. Viviamo in un'epoca decisamente reazionaria, ed essere un comune mortale, ti pone in una condizione troppo atroce, insostenibile. / Come ho già detto precedentemente, io mi sento innanzitutto un musicofilo che in conseguenza di ciò è diventato discofilo, bibliofilo e audiofilo, ma ho dovuto constatare che per gli altri le cose stanno assai diversamente. Qui come al solito, si va a compartimenti stagni, col tempo ho dovuto constatare che, fra i musicofili, coloro che vanno a teatro e nelle sale da concerto, non necessariamente sono anche acquirenti di dischi e viceversa, così come coloro che ascoltano la musica attraverso la radio e la televisione non sono interessati alla musica dal vivo e viceversa, così come ci sono audiofili sfegatati minimamente interessati alla musica in sè e viceversa, molti poi non leggono libri e riviste specializzate, insomma come al solito, anche in questo ambito si va ognuno per i cavoli propri, il che è la norma. / Nell'ultimo numero di "Audiophile Sound" attualmente in edicola, vi è allegato un cd con la 4^ di Mahler diretta da Paternostro, peccato che questo stesso disco fosse già stato proposto, anni fa, allegato ad un numero della defunta "Cd classica", diretta sempre dall'ineffabile Pierre Bolduc, ahi ahi! / Lo so che ci faccio la figura del rompiscatole, ma, credetemi o no, mi piacerebbe tanto di trovare qualcosa di positivo di cui parlare, se i tempi sono grami, la colpa non è mia!