Disquizioni intorno alla musica colta, con particolare riferimento alla realtà contemporanea.
mercoledì 27 marzo 2013
Un disco corroborante.
(Segue) Pochissime ovviamente le incisioni del balletto "Corroboree" di John Antill, ma tra queste quella, decisamente raccomandabile, che vi indico. Registrata dall'8 al 10 giugno del 2006, al Michael Fowler Centre, a Wellington in Nuova Zelanda, dall'orchestra sinfonica della Nuova Zelanda diretta da James Judd, in un disco caratterizzato da un'ottima qualità della ripresa sonora, comprendente in apertura anche un altro brano del compositore, ovvero "An outback overture", composta nel 1954, il cui titolo sembrerebbe rifarsi proprio a un brano di Copland, cioè "An outdoor overture", tra l'altro con una certa similarità nell'impostazione generale, essendo anche quella di Antill nella tipica forma della classica ouverture da concerto, da porre solitamente all'inizio del programma, brano quest'ultimo dal carattere, in ogni caso, decisamente accattivante, costituente un bel preludio all'ascolto integrale del balletto che segue, confermante senz'altro ulteriormente l'enorme talento del musicista australiano, è un disco assolutamente riuscito. Difatti l'interpretazione quivi datane, rende piena giustizia al carattere e alla singolare orchestrazione di questa musica, veramente tonificante, o per meglio dire, proprio "corroborante", mi si passi il gioco di parola. L'orchestra, veramente ottima, si disimpegna in maniera eccelsa nei complicati incastri poliritmici della partitura, senza la minima imperfezione. Questo disco, tra l'altro a prezzo economico, è uscito nel 2008, ma è tutt'ora in circolazione, anche se stranamente ignorato persino nell'ultimo catalogo cartaceo della casa discografica, per cui se lo volete, lo dovete ordinare al negozio,altrimenti non c'è pericolo che lo troviate (cd Naxos 8.570241). Io stesso, ne venni a conoscenza casualmente, poichè questo titolo veniva mostrato all'interno del libretto di un altro cd della Naxos, inciso dagli stessi interpreti qualche anno fa e comprendente musiche di Beethoven (ovvero le musiche di scena per l'Egmont e la scena lirica "Ah, perfido"). Del resto, asserisco da sempre, che in quest'ambito, si dovrebbe avere proprio un animo da esploratori (titolo proprio dell'ultimo movimento della "Sea Symphony" di Vaughan-Williams, su testi di Whitman, guarda caso), essere desiderosi di nuove scoperte, di nuove avventure dello spirito, in barba al conformismo e alla routine! Abbasso la pigrizia mentale, abbasso la solita minestra!!!
Una musica corroborante.
Nel 1946, il compositore australiano John Antill (1904-1986), terminò la realizzazione di quello che diventerà, giustamente, il suo lavoro più celebre e rappresentativo, ovvero il balletto "Corroboree". E' chiaro che, in questo caso, quando si parla di lavoro celebre, la celebrità vada intesa in senso relativo, poichè, al di fuori dell'area anglosassone, temo proprio che questa composizione sia praticamente sconosciuta, e ciò costituisce, secondo la mia modestissima opinione, decisamente una perdita secca; anzi, ho ragione di ritenere che sia pochissimo nota anche nell'area anglosassone e persino nella stessa Australia, per dirla tutta, anche se vorrei tanto sbagliarmi in proposito. E pensare che, anche in questo angolo del globo, non mancherebbero certo dei compositori degni di un qualche interesse, come per esempio, oltre allo stesso John Antill, anche Douglas Lilburn e Peter Sculthorpe. Sicuramente il '900 musicale è ancora troppo poco esplorato e conosciuto per essere valutato con obiettività nella sua completezza (penso a quanto poco si conosca, non solo riguardo all'area anglosassone, ma anche a quella scandinava, orientale ed estremo-orientale, troppo spesso liquidate frettolosamente e superficialmente dagli studiosi del settore, oltrechè quasi del tutto ignorate anche dalle istituzioni musicali, soprattutto nostrane; valga per tutti l'assenza pressochè totale di un compositore imprescindibile, come il danese Carl Nielsen, scandalosamente ignorato nei cartelloni musicali nostrani) e soprattutto, liberato da quella pesante cappa di catastrofici luoghi comuni, figli in gran parte di Adorno e dei suoi discepoli, (vedasi il caso di compositori come Orff, Pfitzner, Casella, Pizzetti, Respighi) che ne impedisce una serena discettazione. Ma torniamo a parlare del balletto "Corroboree", scusandomi per la digressione. Questo assoluto capolavoro d'inventiva e originalità, trae il suo spunto iniziale, da un tipico rituale aborigeno d'iniziazione (Corroboree), al quale assistette nel 1913, (proprio l'anno della prima tumultuosa de "Le sacre du printemps"), l'allora giovanissimo compositore, che ne rimase fortemente impressionato. Al punto che, in seguito, si sentì stimolato a profonde ricerche etno-musicologiche sulle melodie aborigene, sfocianti come risultato finale in questa straordinaria partitura, iniziata nel 1936 e portata a compimento 10 anni dopo. Innanzitutto il titolo "Corroboree", è la versione anglicizzata del termine originale "Caribberie", che denomina questa singolare cerimonia primaverile aborigena. Quella a cui assistette il musicista, si svolse nella località di La Perouse, presso Botany Bay. Lo stile di questa musica, pur con le debite influenze (Stravinski per la singolare esuberanza ritmica, Copland per un certo uso delle armonie, Grainger per l'evocatività delle atmosfere, Ginastera per l'uso di elementi autoctoni, ma sono ravvisabili anche tracce di folclore britannico), presenta comunque delle caratteristiche altamente personali, con delle continue, strepitose, soluzioni timbriche, armoniche, ritmiche, al cui interno gli elementi etnici, si fondono alla perfezione, in una partitura modernissima, pur impiegando un linguaggio politonale e orecchiabilissimo, in una sintesi complessiva originale e profondissima. A riprova, come dicevo poc'anzi, di quanto il '900 musicale costituisca un territorio ancora vastamente inesplorato e di quanto siano insensati certi divisionismi critici esasperati, che ne inibiscono una più ampia conoscenza e comprensione. (Continua)
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