sabato 3 gennaio 2015

Capodanni.

Proprio nulla di esaltante sul piano interpretativo (ma probabilmente sono io che sbaglio a voler far le pulci a dei banalissimi eventi più mondani che autenticamente musicali, purtroppo è più forte di me, pur sapendo benissimo di risultare inevitabilmente pedante e supercilioso) riguardo ai consueti concerti di capodanno televisivi da Venezia e da Vienna, direi, anche visionandoli sul canale ad alta definizione di mamma Rai. Quello veneziano mi è parso alquanto abborracciato come al solito, oltretutto col tipico malvezzo di Rai1 di collegarsi alle ore 12.30 anzichè a mezzogiorno, orario effettivo d'inizio, sempre per dare assurdo spazio alle manfrine ecclesiastico-papali in collegamento con la tv vaticana, dimodochè per sentirselo pressochè integrale, occorre aspettare la differita serale di Radiotresuite, concerto comunque ridicolo nel voler scimmiottare, con contorno di banali coreografie e balletti, le già banalotte all'origine facezie dei viennesi, con un Daniel Harding che mi sembra sostanzialmente un pesce fuor d'acqua (ridicoli i suoi auguri di buon anno "a tutto il mondo" - alla faccia della megalomania! -, maldestramente biascicati in un italiano improbabile) ed un'orchestra comunque imparagonabile alla consorella viennese e dagli evidenti limiti oggettivi, come dimostrato, in particolare, da un boogie-woogie dall'opera "Napoli milionaria" di Nino Rota, eseguito in maniera sommamente smunta ed opaca, ma tanto cosa vuoi che importi in simili occasioni, visto che il pubblico è quel che ci si può facilissimamente immaginare, se poi si pensa che il consulente musicale di simile spettacolo, è il famigerato signor "Docciafredda" (meglio noto come Pietro Acquafredda, autore di amenissime trasmissioni, tipo "All'opera!", condotta a suo tempo dal "tristissimo" Antonio Lubrano......), di cosa mai ci si dovrebbe meravigliare? A quando un concerto di capodanno che si svolga nella prima serata del giorno di capodanno, anzichè a mezzogiorno, faccenda che personalmente troverei assai più sensata, visto che la mattina molti hanno ancora la mente ottenebrata dagli stravizi e dalle abbondanti libagioni notturne? Ma dove cavolo sta scritto che si debba cominciare tutti a mezzogiorno, pestandosi (almeno radiotelevisivamente parlando) i calli a vicenda? A parte che i primi in assoluto ad aver avuto l'idea d'istituire un concerto di inizio d'anno, mi pare siano stati proprio i viennesi, salvo smentite, comunque sia trovo veramente stupido e controproducente farsi concorrenza in maniera così assurdamente smaccata! Per altro, quest'anno, anche il concerto viennese, pur con delle scelte di programma che mi sono sembrate un poco meno usuali del consueto, diretto da quell'impeccabile professionista del podio che troppo spesso si rivela essere Zubin Mehta (che sovente si dimentica di essere, se vuole, anche un grande interprete, come malauguratamente avvenuto anche in questo caso), non mi sembra sia mai andato oltre i binari di una gelidamente asettica altissima routine (discorso ovviamente analogo per quel che concerne la prestazione dell'orchestra), tutto scorreva liscio e prevedibile senza alcun barlume di emozione, tutto sterilizzato sotto vuoto spinto (con una "Radetzki-marsch" finale, dall'incedere burocraticamente prussiano), omogeneizzato anche più del solito, mi è persino venuta una leggera sonnolenza, una vaga sensazione di noia mi pervadeva, ma direi che sia tutto in perfetta sintonia con l'epoca vuota e superficiale nella quale, vanamente e quotidianamente, nostro malgrado ci dibattiamo, senza alcun costrutto, nemmeno le faccende musicali possono essere impermeabili a tutto questo. Ho letto sulla rivista "Musica" che il programma prevedeva inizialmente anche il "valzer triste" di Jan Sibelius (1865-1957), come omaggio per il 150° anniversario della nascita del grande compositore finlandese, brano successivamente espunto dal suddetto programma, a causa di una meschina questione inerente il pagamento dei diritti d'autore; penso che, comunque, in un simile asettico contesto, non sarebbe stato un grande omaggio all'arte di codesto musicista, anzi tutt'altro, per cui non me ne dolgo più di tanto, personalmente, inoltre direi proprio che un tale brano, dal carattere drammatico come si evince facilmente dal titolo, ci sarebbe in ogni caso stato come i cavoli a merenda, in un'atmosfera così superficialmente mondana. Anche quest'anno i fiori che addobbavano la grande sala della Società della Musica viennese, non provenivano più da San Remo (con composizioni non sempre felicissime in passato - ricordo parecchi anni addietro di aver visto degli strani aggeggi che sembravano più dei cavolfiori che fiori propriamente detti -, per la verità), ma erano offerti dalla stessa municipalità viennese, il direttore d'orchestra ha fatto gli auguri di prammatica soltanto in lingua tedesca e non anche nelle altre principali lingue, in barba all'eurovisione, i balletti, come al solito, erano immarcescibilmente, impeccabilmente banali, inoltre non ho fatto caso, nei titoli di coda, se la regia televisiva fosse, anche quest'anno, come al solito, del 'consumato' Brian Large, ma poco importa a questo punto, è la tipica brodaglia musicale delle multinazionali che andrà ad occupare inutilmente le vetrine e gli scaffali dei negozi di dischi ancora esistenti, nei prossimi giorni, cascasse il mondo, per la serie "certezze gr(rrrr)anitiche", anche in questo caso! O per dirla con Sandra Mondaini: "Che barba, che noia! Che noia, che barba!" / Oggi, con piacere, ho scoperto che, dal 1° dicembre 2014, è stata ripristinata, sia pure in tono minore, l'edicola internazionale, all'interno della libreria "La Feltrinelli" di via dei Mille, qui a Bologna; purtroppo, almeno per il momento, l'orario di chiusura, resta limitato alle ore 20, ma non disperiamoci e per il momento, accontentiamoci. E' già qualcosa, in tempi grami come gli attuali, rilevare una piccola sorpresa inaspettata e positiva! Forza e coraggio, dunque!