mercoledì 3 settembre 2014

Diligente artigianato?

Nell'ambito della rassegna "Verso il Cinema Ritrovato. Charlot 100", nella serata di mercoledì 25 giugno, in Piazza Maggiore a Bologna si è avuto un cineconcerto avente come oggetto una quaterna di 'classici' cortometraggi muti del periodo iniziale di Chaplin ("Kid auto races at Venice" (Gara di auto per bambini - 1914), "A night in the show" (Charlot a teatro - 1915), "The immigrant" (L'emigrante - 1917) e "Shoulder arms" (Charlot soldato - 1918). Salvo l'ultimo, le cui musiche d'accompagnamento risulterebbero composte dallo stesso Chaplin (penso senz'altro con qualche 'aiutino' da parte di qualche altro compositore 'professionista', poichè mi risulta, in realtà, che le sue nozioni musicali fossero alquanto limitate. Per esempio mi risulta che, per le musiche di "Modern times"-Tempi moderni, 1931- si sia fatto "aiutare" nientepopodimenoche da Alfred Newman, ricordo anche che Arnold Schoenberg, a suo tempo, giudicò negativamente le musiche di questa pellicola, trovandole "troppo fragorose"), per gli altri 3, il commento musicale, è stato composto da Timothy Brock che, anche in quell'occasione, dirigeva l'orchestra del Comunale, in buona forma. A proposito del Brock compositore di musiche da film, non conoscendone l'operato anche in ambito sinfonico, l'ho sempre trovato inferiore al Brock direttore, perlomeno in ambito cinematografico (poichè nel repertorio sinfonico più consueto mostra, secondo me, a tratti, qualche limite, mi ricordo a proposito di un'esecuzione radiofonica piatta e squadrata dell'accompagnamento orchestrale del concerto per pianoforte di Grieg, ascoltata anni orsono). Come compositore trattasi, per me, di un diligente artigiano, le cui musiche sono piene zeppe, anche troppo, di rimandi stilistici a questo o quel compositore, tanto per dimostrare che ha appreso bene la lezione, ma alle quali manca ancora, pur nel disinvolto eclettismo di fondo che le caratterizza, quei tratti stilistici distintivi che le rendano personali, ovvero riconoscibili ed attribuibili all'ascolto, al medesimo, senza ombra di dubbio, ad orecchie chiuse (non è certo un Morricone, insomma, tanto per fare il primo esempio che mi viene in mente), a volte vola anzi decisamente basso, come nel caso del film "Miss Europa" di Augusto Genina del 1928, con Louise Brooks, unico motivo di autentico interesse, stante il magnetismo irradiantesi dalla sua presenza scenica, di una pellicola di livello modesto e datatissimo, proiettato qualche anno fa, sempre in Piazza Maggiore, nell'ambito della rassegna "Il Cinema Ritrovato"; in quel caso, per quel che concerne le musiche di Brock, i rimandi stilistici erano tali e tanti da risultare decisamente irritanti ed in più le musiche erano complessivamente piatte, banali, prevedibili ossia 'telefonate'. Le cose migliori, il Brock sembra darle proprio in ambito chapliniano, come si è avuto conferma anche in questa occasione, l'ispirazione sembra prendere un poco di più il volo, pur non arrivando, anche in questo caso, alla codifica di uno stile compositivo particolarmente originale, anche se, perlomeno, si rimane a livelli più che dignitosi, pur con qualche rimando stilistico di troppo (Copland, Ives), anzi nel caso delle musiche per "The immigrant" (già ascoltate peraltro in un precedente cineconcerto di un paio d'anni fa), si avvertono anche delle decise suggestioni rotiane, ma guarda un pò! Quel giorno stesso, durante le prove orchestrali svoltesi poche ore prima, sempre in piazza, ho avuto l'ardire, col mio inglese stentato, di cercare di manifestargli queste mie opinioni al riguardo, ottenendo solo di lasciarlo sgradevolmente perplesso, poco male, ma almeno ci ho provato! Nel complesso comunque si è trattato di una serata gradevole, con una buona esecuzione orchestrale, per cui non lamentiamoci troppo! Mi stavo però dimenticando delle musiche 'originali' (?) di Chaplin per "Shoulder arms" di buona levatura, pur non raggiungendo certamente il livello di altri suoi titoli più celebrati...