Certo è che questa "Incantatrice" di Ciaikovski (vedasi il mio precedente scritto, "Cos'è pazzi!"), non la finisce più di generare dei sortilegi, almeno in terra italica! Eh, già, non bastassero quelli operati dal San Carlo di Napoli, ci si mettono pure quegli altri effettuati dal recensore del mensile "l'opera", rivista peraltro non nuova ad imprese mirabolanti. Perdincibacco, proprio sulle pagine del numero di marzo di questa amenissima pubblicazione, attualmente in edicola, ecco comparire un resoconto, con tanto di foto di scena, dell'allestimento sancarliano (quello saltato venerdì 17 febbraio), a firma di Sandro Compagnone (nomen omen), ma datato 17 gennaio (martedì, per la cronaca, ovvero fra l' "evento Maradona" - poveri noi -, di lunedì 16 e la "prima" del "Rigoletto" diretto da Nello Santi, di mercoledì 18, andate a vedere sul sito del teatro se non ci credete, ma che bella presa per i fondelli, a chi la vogliono dare a bere? Com'è possibile che ci fosse una qualsivoglia rappresentazione quel martedì 17 gennaio?). E qui i conti non mi tornano proprio per niente: allora rivado su You Tube, a riguardarmi i 2 brevissimi servizi televisivi ricavati da emittenti locali e risalenti al 3 febbraio (tutt'ora disponibili), risentendo dalla viva voce della sovraintendente che le rappresentazioni di quest'opera erano previste, come confermato anche dal sito internet del teatro medesimo, dal 17 (!) al 25 febbraio (tra l'altro, avocare, oltre a quella ciaikovskiana, anche la riscoperta della "Rusalka" di Dvòràk alla sua attuale gestione, mi pare veramente eccessivo, tanto più che questo titolo era già stato proposto in precedenza persino in terra italica, almeno dall'Opera di Roma, inoltre, a differenza del lavoro ciaikovskiano, ricorre abbastanza frequentemente nei cartelloni internazionali, avendo per giunta una videodiscografia assai più corposa, vabbè, lasciamo perdere!). D'accordo, mi si dirà, probabilmente la data della recensione comparsa sulla rivista, sarà errata, peccato che i conti non quadrino ugualmente, poichè qualora il "compagnone" avesse mai assistito ad una rappresentazione di quelle comprese fra il 18 (essendo, ribadisco, saltata quella del 17) ed il 25 febbraio (ma ci saranno poi mai state?), non c'era, presumibilmente, il tempo materiale per far comparire il suo articolo sul numero di marzo del suddetto mensile, anche perchè, visti i tempi tecnici, generalmente, le riviste mensili, vengono "chiuse" almeno un mese prima della loro comparsa in edicola. Escludendo pure che abbia assistito ad un'anteprima o ad una prova generale (con un mese di anticipo?), a questo punto propendo decisamente per un miracolo, o potenza della maliarda incantatrice ciaikovskiana! Ma dove diavolo si trovava effettivamente, quel giorno fatidico, il "compagnone" (da dove cavolo vengono, allora, quelle belle foto a colori di scena che corredano il testo, senza voler scomodare l'ultraterreno?), per giunta avanzando, nella sua disamina, qualche lieve riserva sul direttore d'orchestra, allievo di Gergiev, imputandogli una certa carenza d'abbandono, rilevando pure una resa disomogenea del coro del teatro partenopeo, questo dopo essersi soffermato, naturalmente e lungamente, come usuale, sui dettagli della regia di David Pountney, il che farebbe supporre che egli abbia effettivamente assistito di persona (o no?) ad una qualche rappresentazione dello specifico allestimento, ma proprio il 17 gennaio od il mese successivo, redigendo l'articolo al fulmicotone, dandolo alle stampe a tempo di record, oppure ancora dispone, egli, l'ineffabile, immarcescibile, inossidabile, "compagnone di merende", di qualità preveggenti, di chissà quali doti divinatorie? Siamo forse di fronte a qualcosa di livello paranormale (più "para" che normale)? Questo bel "Compagnone" ha sopite doti da para(molto, ma molto "para")gnosta? Sarò in pieno rincretinimento, ma, in attesa che qualcuno eventualmente mi sveli l'arcano, alla fine non posso che giungere a questa, peraltro scontatissima conclusione da "Urlo" di Munch: Miracolooooooooo! Aggiungiamoci pure il fatto che, nello stesso numero della rivista, più avanti, è presente un'intervista, guarda caso proprio alla sovrintendente del San Carlo, in cui viene anche interpellata la responsabile marketing (la quale si vanta pure di avervi organizzato "l'evento Maradona", sic!) ed il tutto mi appare, inevitabilmente, sempre più posticcio, però! Pensando anche al fatto di avere sentito, casualmente, sere fa, su Radiotre, parlare nuovamente del San Carlo, riguardo ad un concerto benefico di cori da opere, per un pubblico "esclusivo" di extracomunitari (argh!), mi domando ingenuamente, sono forse, questi, espedienti per salvare maldestramente la faccia, vista la figuraccia (e fa pure rima!) di venerdì 17 febbraio? Ma soprattutto, dopo quelli dei "pazzarielli" del San Carlo e dei "compagnoni della parrocchietta" del mensile "l'opera", quali altri sortilegi in vista? Rimango in trepidante attesa... - P.S.: su Radiotre, per sabato 15 aprile alle ore 20, è prevista finalmente la differita della suddetta opera ciaikovskiana (come facilmente verificabile anche sul sito dell'emittente), che sarebbe stata registrata il 25 febbraio (e quindi si tratterebbe proprio dell'ultima delle rappresentazioni previste; il mistero della tempestività della recensione presente sul numero di marzo -!- del mensile "l'opera" permane per me insoluto, però). In assenza, si spera, di altri sortilegi, vedremo, o meglio, soprattutto, sentiremo (?)... - P.P.S.: se penso pure al fatto che, Radiotre abbia trasmesso, sabato 8 aprile, sempre alle ore 20, una "Wally" di Catalani, ripresa dal vivo al Teatro Municipale di Piacenza, proprio la sera di quel venerdì 17 febbraio 2017, certo che quei "mariuoli" dei "napoletani" del San Carlo, ci fanno proprio una grandissima "figura di merda", mi si perdoni il francesismo! - In appendice: Ascoltata la differita di Radiotre del lavoro ciaikovskiano trasmessa sabato 15, stavolta nessun "sortilegio" per fortuna (o almeno così parrebbe), mi è parsa un'edizione complessivamente valida, lo dichiaro semplicemente per completezza di cronaca, poichè, per il resto, non sposto di una virgola quanto già espresso in precedenza. Evidentemente, comunque, alla fine, quest'opera è stata rappresentata e meno male, poichè lo meritava ampiamente, secondo la mia modestissima opinione, in barba alle riserve espresse quella sera, sia dal conduttore radiofonico che da alcuni ascoltatori, per tramite degli sms!