Disquizioni intorno alla musica colta, con particolare riferimento alla realtà contemporanea.
mercoledì 17 aprile 2013
Classica in vinile 5bis.
(Segue) La custodia del disco Mercury in esame (musiche di Mussorgski dirette da Dorati), a parte la consueta opacità, non mi sembra presenti grosse discrepanze grafiche, eccetto forse per le scritte sul dorso, che anche questa volta mi sembrano spostate troppo a destra, ovvero troppo in basso, così come nel retrocopertina la presenza delle cosiddette scritte di servizio al posto di quelle originali e l'inevitabile invasività del bollino SIAE, come già accaduto in precedenza; anche per quel che riguarda la busta interna e le etichette del disco, vale quanto già detto per le uscite precedenti. Anche stavolta, il fascicolo d'accompagnamento interno, con testi di Enzo Carlucci e Pierre Bolduc, è complessivamente accettabile, se non fosse che si persevera nella tradizione inveterata dei refusi di stampa; a pag.2, nel riquadro relativo a Goyescas di Granados, si scrive il nome della pianista Alicia De Larrocha, nella maniera errata De La Rocha; per contro mi viene da aggiungere che, nel riquadro a pag.3, relativo al Trittico Botticelliano di Respighi, viene dato come indisponibile il cd Emi della registrazione di Marriner con l'Accademy of Saint Martin in the Fields; per fortuna non è proprio così, stante il fatto che all'interno del catalogo Brilliant Classics, esiste un triplo cofanetto comprendente proprio anche le incisioni del Trittico, de Gli uccelli e delle 3 suites di antiche arie, proprio con gli stessi interpreti, cofanetto comprendente anche l'arcinoto trittico romano, nell'interpretazione di Muti con l'orchestra di Filadelfia, se la memoria non m'inganna! Ad ogni buon conto andiamo avanti nell'analisi del suddetto fascicolo: a pag.6, si afferma che l'impiego da parte di Ravel del sassofono nel 2^ quadro della suite (Il vecchio castello), sarebbe una sua ardita innovazione; nutro parecchi dubbi al riguardo, stante il fatto che lo strumento venne inventato dal francese Adolphe Sax (da qui il nome) intorno al 1843 e venne già impiegato, tra gli altri, anche dal compositore Georges Bizet, nelle sue musiche di scena per "L'Arlesienne" di Alphonse Daudet, composte nel 1872! A parte la consueta presenza del riquadro "Note sparse" a pag.7, noto con piacere che, anche grazie alle informazioni direttamente desumibili dal retrocopertina del disco, finalmente abbiamo dei dati di registrazione più esaurienti (la registrazione è avvenuta in un solo giorno, il 21 aprile del 1959, al Northrop Memorial Auditorium, sito nel campus della University of Minnesota, a Minneapolis; produttrice discografica Wilma Cozart, supervisione musicale di Clair van Ausdall, tecnici del suono C. Robert Fine e Robert Eberenz, masterizzazione George Piros; il disco è uscito originariamente nel 1960). Riguardo agli estratti dalla "Kovanchina", ci si limita ad accennare solo fuggevolmente all'orchestrazione di Rimski-Korsakov, senza dare conto dei problemi testuali della stesura originale, largamente incompiuta, e degli interventi sia pur limitati operati da Stravinski, oltrechè dallo stesso Ravel (richiesti da Diaghilev ad ambedue i musicisti) e meno che mai si fa accenno alla versione realizzata negli anni '50 del secolo scorso da Shostakovich, versione che pur essendo quasi altrettanto discussa di quella di Rimski-Korsakov, va attualmente per la maggiore da tempo, sulla scena operistica odierna. Ma forse questo è un inevitabile compromesso, essendo questi fascicoli giustamente destinati soprattutto ai neofiti, che si potrebbe incorrere facilmente nel rischio di tediare, qualora ci si dilungasse in simili dettagli. Al prossimo scritto, rimando la trattazione degli aspetti interpretativi e sonici (continua).
Classica in vinile 5.
Sia pure con un certo ritardo ulteriore da parte mia, torno a sviscerare le uscite di questa comunque interessante collana della De Agostini. La prima cosa che noto, a livello generale, avendo anche letto gli ultimi 2 numeri usciti in edicola, della rivista "Audiophile Sound", a cui la collana in questione è legata in qualche misura, è il fatto che, dall'elenco dei titoli in uscita, sembrerebbero essere completamente spariti quelli tratti dal catalogo Decca, cosa di cui mi piacerebbe scoprirne la ragione, a meno che il sito "AS-Extra", non dia dei chiarimenti in proposito, onestamente non lo so, avendo navigato in internet di rado, negli ultimi tempi (tra parentesi devo segnalarvi che il cd allegato all'ultimo numero di "AS", pur contenendo un brano arcinoto, ovvero la 6^ sinfonia di Mahler, eseguita dall'orchestra filarmonica di San Pietroburgo diretta da Thomas Sanderling, non è affatto un cosiddetto "cd della mutua", poichè trattasi di un'interpretazione che, anche se non stravolge la discografia copiosa inerente questa composizione, è purtuttavia un'interpretazione non inutile, il che non è poco, decisamente sopra la media e con una qualità sonora eccellente, pur essendo stata incisa nel lontano 1995 -si fa per dire!-, la qual cosa ha la sua importanza; attenzione al volume, poichè la dinamica e l'estensione sono realistiche; per la cronaca, la casa discografica è la Real Sound). Mi chiedo se, dietro a tutto ciò ci siano dei problemi con la Universal, oppure con la Speaker's Corner e/o il suo distributore italiano Sound and Music di Lucca; trovo comunque odiose ed irritanti queste variazioni di programma! Ma veniamo all'ultimo titolo della collana, uscito questa volta, forse per via delle festività pasquali, con ben 6 giorni di ritardo sulla tabella di marcia, ovvero venerdì 5 aprile. Il contenuto musicale questa volta comprende musiche di Mussorgsky, ovvero i celeberrimi "Quadri di una esposizione" nell'usuale orchestrazione di Ravel, ed in appendice, il preludio (alba sulla Moscova) e la danza delle schiave persiane dall'opera Kovanchina, nell'allora usuale orchestrazione di Rimski-Korsakov, interpretati dall'orchestra sinfonica di Minneapolis, sotto la direzione di Antal Dorati. A proposito dei "Quadri", ritengo sia utile e interessante, elencarne la successione con le relative indicazioni agogiche, desunte dall'originale per pianoforte, anche perchè vorrei farvi notare una certa faccenda. Questa dunque la successione all'interno della suite: Promenade I, allegro giusto nel modo russico; senza allegrezza, ma poco sostenuto; - n.1 Gnomus, sempre vivo; poco meno mosso, pesante-vivo; vivo; poco a poco accelerando; - Promenade II, moderato commodo assai e con delicatezza; - n.2 Il vecchio castello, andantino molto cantabile e con dolore; - Promenade III, moderato non tanto, pesantemente; - n.3 Tuileries (dispute d'enfants après jeux), allegro non troppo; capriccioso; - n.4 Bydlo, sempre moderato; pesante; - Promenade IV, tranquillo; - n.5 Balletto dei pulcini nei loro gusci, vivo; leggiero (scherzino-trio-scherzino-coda); - n.6 Samuel Goldenberg und Schmuyle, andante; grave-energico; andantino; andante; grave; - Promenade V, allegro giusto nel modo russico; poco sostenuto ( e proprio qui vorrei farvi notare come Ravel si sia consentito l'unica evidente libertà rispetto all'originale stesura pianistica, cosa che non faranno gli altri numerosi arrangiatori di stesure orchestrali, che prima o dopo di lui si sono accinti a cotale impresa, salvo Leopold Stokowski, che si concederà tagli e arbitrii ben più rilevanti; Ravel, nel suo arrangiamento omette questa quinta Promenade, la ragione di ciò non la conosco, anche se la similarità di indicazioni agogiche con la prima, mi fa supporre che questo potrebbe essere il motivo che lo ha indotto a una simile scelta); - n.7 Limoges. Le marché (la grande nouvelle), allegretto vivo, sempre scherzando; meno mosso, sempre capriccioso; - n.8a Catacombae (sepulcrum romanum), largo; n.8b Cum mortuis in lingua mortua, andante non troppo, con lamento; all'interno di questa seconda sezione del n.8 dei "Quadri", ricompare per l'ultima volta nella partitura, in pianissimo, il tema della Promenade; - n.9 La capanna su zampe di gallina (Baba Jaga), allegro con brio, feroce; andante mosso; allegro molto; - n.10 La grande porta di Kiev, allegro alla breve (maestoso, con grandezza); meno mosso, sempre maestoso; grave, sempre allargando. Da notare che il pianista russo Vladimir Horovitz, non eseguiva l'originale di Mussorgski, ma una sua personale trascrizione desunta proprio dall'arrangiamento orchestrale di Ravel e quindi mancante anch'essa della quinta Promenade (continua).
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