Abbado senatore a vita, a riprova che l'acqua va al mare, tanto tanto se si trattasse di una carica onorifica, se si pensa oltretutto che, alcuni decenni fa era anche nei guai col fisco, per evasione delle tasse, ma tanto noi paghiamo, come sempre! Parafrasando Toscanini a proposito di Fuertwaengler, di fronte al musicista, tanto di cappello, di fronte all'uomo, me ne metto in testa 2! A questo punto, visto che mi picco, sia pure limitatamente a questo sito, di divulgazione culturale, perlomeno nelle intenzioni, allora, provocatoriamente, io pretendo il vitalizio Bacchelli, essendo in piena temperie 'ecologica', dal punto di vista economico, ovverossia nell'impossibilità di sbarcare il lunario, tanto per essere espliciti! Visto che alla fine i soldi per 'mantenere' altri 4 senatori a vita, non gli mancano (anche perchè li estorcono a noialtri)...... Tutto nella norma, il sole splende sulla nostra patria, già si paventa una guerra mondiale, panacea per il potere, soprattutto quando le tensioni sociali minacciano di travolgerlo, in tal caso l'imperativo categorico, per noi comuni mortali, non può che essere l'obiezione di coscienza e la diserzione di massa! / Per la verità, uno che di mestiere fa il divulgatore culturale, scrivendo libri e curando trasmissioni radiofoniche soprattutto di argomento musicale, per Radiotre, esiste anche nel nostro paese, si chiama Paolo Terni, ma, ovviamente, è di famiglia agiata e proviene dall'Accademia di Arte Drammatica, per cui ha anche il suo bravo 'pezzullo' di carta, unico metro, raccomandazioni a parte, con il quale soprattutto qui da noi, si 'valutano' le 'capacità' delle 'persone', perciò cosa mai dovrei pretendere io, pincopallino senz'arte nè parte? Tutto nella stramaledetta norma, tranquilli! Uaoh! / Errata corrige, le sezioni in cui è suddivisa la musica per il film "Alexander Nevski" di Prokofiev, sono 27, nella più attendibile edizione discografica Strobel/Capriccio (erano 18 in quella precedente Temirkanov/Rca) e non 15 come avevo affermato in precedenza, ah, la memoria! / Detto questo, proseguiamo indomiti: ------------ (mi è venuto in mente proprio questo istante che, riguardo alla registrazione dal vivo, ufficiosa, in forma oratoriale di "West side story" diretta dall'autore, che il luogo di registrazione potrebbe essere il Manhattan Center di New York e non il Lincoln Center, come avevo affermato nello scritto precedente a questo, ahi, la memoria, di nuovo!) --- Leonard Bernstein: On the town - Frederica von Stade, Tyne Daly, Marie Mc Laughlin, Thomas Hampson, Kurt Ollmann, David Garrison, Samuel Ramey, Evelyn Lear, Cleo Laine, Meriel Dickinson, Lindsay Benson, Stewart Collins, Bruce Ogsten, Nicholas Sears, Adolph Green, Betty Comden; - London Voices / Terry Edwards; London Symphony Orchestra / Michael Tilson Thomas (pianoforte in "Ain't got no tears left"); direttore d'orchestra aggiunto e pianista: Michael Barrett, consulente artistica Patricia Birch; - cd Deutsche Grammophone DG 437 516-2 GH (trattasi del musical del 1944, all'origine del celebre film di Stanley Donen "Un giorno a New York" del 1949, innovativo per via delle scene di danza, girate per la prima volta in autentici esterni cittadini, anzichè ricostruiti in studio come d'abitudine all'epoca, con Frank Sinatra, Gene Kelly (il nome del terzo protagonista mi sfugge eternamente!), ma con la trama banalizzata rispetto all'originale, in cui lo sfondo del secondo conflitto mondiale è assai più presente e, cosa ancora più grave, con le musiche di Bernstein pesantemente rimaneggiate, riorchestrate e tagliate, senza che nè il compositore, nè alcuno dei suoi collaboratori venissero minimamente interpellati dalla produzione, suscitando la sacrosanta irritazione di questi ultimi, Bernstein in primis ovviamente, al contrario di quanto accadrà in seguito, per "West side story" di Robert Wise del 1961, per fortuna, ottenendo così anche il beneplacito ufficiale del compositore. Purtroppo il disco in questione è solo un ampio estratto di uno spettacolo dal vivo in forma semi-scenica effettuato alla Barbican Hall di Londra nel giugno del 1992, spettacolo pubblicato nella sua interezza, a suo tempo, solo in videocassetta dalla stessa Dg e vergognosamente mai ristampato su dvd. Per contro, il cd contiene in appendice, un brano originariamente pensato per essere inserito all'interno del primo atto ma poi scartato precedentemente alla prima assoluta, 'The intermission Great', per coro e orchestra, il che renderebbe necessario il possesso di ambedue i supporti, per i maniaci della completezza a oltranza, anche se, rispetto al video, nel disco, oltre alle parti recitate, mancano purtroppo diversi numeri musicali di raccordo tutt'altro che irrilevanti. Peraltro anche nel video, per il resto integrale e nel rispetto delle orchestrazioni originali, a voler essere pignoli, mancherebbe anche l'ouverture, volutamente non inclusa, in quanto trattasi di una semplice miscellanea dei temi musicali principali, non di mano del compositore. L'unico arbitrio, ma relativo, sarebbe l'inserzione, da parte di Tilson Thomas, di una canzone, "Ain't got no tears left", anch'essa scritta per questo musical da Bernstein, ma poi successivamente scartata, in un arrangiamento per voce femminile e classico trio jazzistico composto da pianoforte, contrabbasso e batteria, dello stesso direttore d'orchestra. Comunque sia, questo disco e il relativo video, giustamente premiati credo con un 'Gramophone Award' e un 'Penguin Guide Award', sono di un livello artistico stratosferico, con un'altrettanto strepitosa ripresa sonora, con cantanti provenienti sia dall'ambito operistico (von Stade, Mc Laughlin, Hampson, Ollmann, Ramey, Lear) , sia da Broadway (Daly, Garrison), sia dall'ambito jazzistico (Laine), probabilmente questa ripresa era prevista inizialmente con lo stesso compositore sul podio, se solo fosse vissuto abbastanza anzichè defungere un paio d'anni prima, ma bisogna dire che Michael Tilson Thomas (di genitori russi, vero nome Mikhail Fiodor Thomakevski), suo degnissimo allievo a Tanglewood, non lo fa rimpiangere proprio per niente, ed è tutto dire, anche come pianista ed intrattenitore, aggiungiamoci quelle 2 simpaticissime vecchie volpi di teatro, di Adolph Green e Betty Comden, collaboratori ed amici di vecchia data del compositore, impegnati soprattutto nelle parti recitate, ed è qui che il video fa sentire la sua mancanza, essendo le parti non presenti nel cd, salvo la canzone di Rajah Bimmy, cantata da Green, e il risultato finale è qualcosa di assolutamente contagioso e trasudante gioia di vivere. La partitura di questo musical, rivela già un Bernstein pienamente padrone dei suoi mezzi espressivi, nonostante rimandi stilistici a Copland, Gershwin e Prokofiev, una struttura robustamente sinfonica, con delle parti orchestrali insolitamente più estese e un livello costantemente supremo nell'ispirazione musicale, senza la benchè minima caduta di gusto, nemmeno nelle sezioni di raccordo, contrariamente a quanto accadeva con la maggior parte dei musical di successo dell'epoca, a dimostrazione che, ben prima di "West side story", rispetto al quale questo titolo non gli è in nulla inferiore, il giovane compositore aveva già dimostrato ampiamente il suo enorme genio talentuoso. Lo spunto iniziale della trama è identico a quello del breve balletto "Fancy free" del 1943, al quale viene generalmente accostato, tanto più essendo identico, in ambo i casi, il coreografo, Jerome Robbins, ma, mentre nel balletto, i 3 marinai protagonisti, pur grandi amici, diventano però rivali tra loro, quando si tratta di andare a caccia di ragazze, nel musical la situazione è differente, in quanto uno dei 3, Gabey, ha precedentemente salvato la vita in circostanze drammatiche agli altri 2, Ozzie e Chip, per cui questi ultimi, pur procacciandosi ciascuno una ragazza, si sentono in obbligo, nell'arco di questa licenza premio di 24 ore a New York, di aiutare Gabey a trovare la sua donna. Furono del resto, a suo tempo, lo stesso Bernstein e Robbins, a pensare, dopo 'Fancy free', che lo spunto iniziale della trama avesse anche ulteriori potenzialità drammatiche, sì da poter essere riutilizzato in seguito, come poi effettivamente fu.)--- Pur essendomi 'allargato' dalla 'celluloide' al musical, pur trattando anche in quest'ultimo caso prevalentemente di titoli che hanno avuto una versione cinematografica, non tratterò, almeno per il momento, del "Candide" dello stesso Bernstein, in quanto pur essendo classificato ufficialmente come operetta, è in realtà lavoro talmente composito e complesso da sfuggire a qualsivoglia categorizzazione, un unicum insomma, analogamente alla più tarda "Mass", in cui convergono stilemi dotti e popolari, dodecafonia e canzoni, in un multilinguismo stilistico che trapassa da un registro all'altro con estrema naturalezza, ribadendo perentoriamente nel suo eclettismo, la cifra stilistica estremamente personale del suo autore, autentico intrattenitore e animale da teatro, nel senso più elevato del termine. Mi limiterò soltanto ad aggiungere, nel caso di "Candide" (prima versione del 1956, ultimo rifacimento del 1989, ma l'autore aveva comunque intenzione di ritornarvi, se la morte non fosse sopraggiunta l'anno dopo), che pur essendo forse meno immediato rispetto a "West side story", gli è se possibile anche superiore come livello musicale e direi che può bastare. Assieme a "Mass" del 1971, rappresenta un qualcosa di assolutamente originale e anticonvenzionale, da conoscere, se ancora non vi è capitato di ascoltarli in radio o in disco. Ribadisco che il '900 musicale è ancora in gran parte, troppo poco conosciuto dai più, è un mare magnum assai più variegato ed avvincente di quel che si crede comunemente! Non è solo stridori e dissonanze (che poi, anche in questo caso, il risultato dipende sempre dalle capacità espressive di colui che le usa)! --- Continuano a scapparmi troppe ripetizioni, ma spero comunque di essere rimasto nell'ambito della comprensibilità, anche perchè ogni volta che inizio uno scritto, penso di procedere in una certa maniera, salvo regolarmente 'deragliare', sarà la vecchiaia incipiente, ohibò! / Al termine del programma ufficiale del 'Prom 68' trasmesso in diretta radiofonica lunedì sera, con l'orchestra filarmonica di Oslo diretta da Vassily Petrenko (con la solista Baiba Skride nel 1^ concerto per violino di Szimanovski), dopo le 'Danze sinfoniche' di Rachmaninov, è stato eseguito un bis che, secondo il conduttore di Radiotresuite era un brano non meglio specificato di Edvard Grieg, io però ho percepito dalla voce dell'annunciatore della BBC, il nome di Geir Tveitt, in effetti, all'ascolto, il brano in questione, non mi sembrava riconducibile allo stile di Grieg, ma potrebbe trattarsi di un mio abbaglio e temo che alcuno mi aiuterà a risolvere questo dilemma (forse si trattava di un brano di Grieg orchestrato da Tveitt?). Pazienza! / Essendomi dilungato più del previsto su Leonard Bernstein, mi prendo una pausa di riflessione (mah!), per poi continuare in seguito (e ti pareva!). Arrivederci!