venerdì 30 settembre 2011

Abbasso la solita minestra!

Nel senso che sia lode a quei musicisti che non inflazionano il mercato discografico della musica classica, con le ennesime incisioni di brani arcinoti e inflazionatissimi sia in sede discografica che concertistica, quelli che spregiativamente definisco "solitominestristi" (molto tristi, ahimè!), troppo adusi a colossali masturbazioni narcisistiche pur di soddisfare il proprio smisurato ego, propinandoci ennesime interpretazioni di musiche arcinote e perciò stesso usurate anche dal punto di vista interpretativo, di cui dubito seriamente se ne avvertisse il bisogno  (l'ultimo esempio che mi viene in mente è quello del direttore d'orchestra milanese Riccardo Chailly che ci appioppa l'ennesima integrale sinfonica discografica beethoveniana, con la presunta novità del rispetto dei metronomi originari indicati dal compositore in partitura, il che quand'anche fosse vero non mi pare comunque ragione sufficiente per riproporre in disco delle musiche così inflazionate, anzi diciamo proprio che ha tutta l'aria di un banalissimo stratagemma e il discorso potrebbe tranquillamente venire esteso a diversi altri brani famosi, di cui continuano a fioccare nuove incisioni). Continuo ingenuamente a meravigliarmi anche dell'ottusità dei discografici che continuano ad avallare simili progetti oltretutto in tempi di crisi! Mi chiedo in effetti quanto possano avere successo in termini di vendita questi dischi, ma probabilmente c'è qualcosa che mi sfugge in tutto ciò, se non altro per il fatto che anche la stragrande maggioranza dei semplici appassionati sono dei "solitominestristi", ovvero adusi a sentire fino alla nausea solo e soltanto i grandi capolavori e nient'altro, per cui devo essere io che forse sono anomalo in tal senso. Tanto cascasse il mondo, potete stare certi che, mediamente ogni 2 lustri, le orchestre filarmoniche di Vienna e di Berlino, ci ammaniranno ciascuna la propria integrale discografica beethoveniana col direttore stabile di turno, per saecula saeculorum, accidenti a loro! Infatti già prima di Chailly, un altro milanese ci aveva appioppato ben 4 integrali sinfoniche beethoveniane, di cui una in video e la prima delle quali proprio con la filarmonica di Vienna, mentre le altre 3 successive sono tutte, guarda un pò, con la filarmonica di Berlino; sto parlando, per chi non l'avesse intuito di Claudio Abbado, che tra gli altri si è parecchio inflazionato reincidendo più volte diverse sinfonie mahleriane, tanto per cambiare! Insomma, personalmente non ne posso più di simili esempi, per cui all'opposto spendo lodi sperticate per quei musicisti che hanno il coraggio di percorrere strade concertisticamente e discograficamente meno battute. In questi giorni sto pensando in modo particolare all'orchestra sinfonica di Roma e al suo direttore stabile Francesco La Vecchia, che per la casa discografica Naxos, stanno incidendo diversi titoli dedicati alla musica orchestrale italiana tra '800 e '900, comprendente autori come Giuseppe Martucci, Alfredo Casella, Gian Francesco Malipiero, Ferruccio Busoni e Franco Ferrara, a cui se ne dovrebbero aggiungere altri in futuro, le cui musiche sono in gran parte ingiustamente poco o nulla conosciute dal pubblico e senz'altro meritevoli di una maggiore diffusione, musiche che, almeno in parte, vengono eseguite in pubblico, nell'ambito del cartellone concertistico di questa orchestra (andatevi a guardare il sito della Naxos per saperne di più!), poichè Francesco La Vecchia, come ha dichiarato in un'intervista, si è posto come precipua missione, quella di riportare alla luce e di divulgare questo repertorio misconosciuto e negletto, memore forse di quello che secondo me dovrebbe essere un dovere etico di ciascun musicista e di cui troppo spesso i grandi nomi si dimenticano, troppo occupati ad autoincensarsi. Come confermato dalle recensioni delle riviste specializzate, il livello artistico di queste emissioni è più che onorevole, io stesso sto acquistando tutti i titoli man mano che escono e lo posso personalmente confermare. Tra l'altro mi risulta che Francesco La Vecchia sia stato nominato anche direttore artistico dalla Naxos, per curare tutte le emissioni dedicate alla musica strumentale nostrana dal 19° secolo fino ai nostri giorni, in cui sono coinvolti altri interpreti. Pur constatando che non tutti i brani contenuti in questi dischi non sono delle novità assolute in ambito discografico (soprattutto quelli di Busoni, Martucci e in gran parte quelli di Casella, mentre novità assolute sono quelli di Malipiero e Ferrara), non posso che plaudire calorosamente a una simile iniziativa editoriale che ha il coraggio di porsi controcorrente e a cui spero vivamente che arrida il successo che merita. Certo che, se per esempio, nel caso di Casella, ci si decidesse ad incidere la sua opera in un prologo e 3 atti, "La donna serpente", o per lo meno le 2 serie di frammenti sinfonici che ne ha successivamente tratto, sarebbe la riscoperta di un autentico capolavoro, solo per menzionarne una. Ma la speranza è l'ultima a morire, per cui se continueranno a esserci musicisti come costoro, sempre più propensi a riscoprire questo repertorio, non dubito che questo ed altri capolavori dimenticati siano presto riportati alla luce. Anzi se penso che 30 anni fa era un'impresa reperire dischi inerenti le musiche di questi autori, non si può negare che rispetto ad allora si sia  fatto un gran bel progresso! Per cui auguri e congratulazioni a Francesco La Vecchia e all'orchestra sinfonica di Roma e ad maiora!!!