O per intenderci, la cosiddetta "vintage hi-fi", per i più raffinati (solo che io, per la serie "parla come mangi"...), fatto sta che, il destino, o caso che dir si voglia, ha portato a suo tempo, anche il sottoscritto, ad aggiungersi alla schiera di persone che si dedicano saltuariamente a recuperare vecchi apparecchi stereo, reperiti nei luoghi più improbabili (a parte l'esborso, per una manciata di euro, per un paio di piastre di registrazione a cassette a 3 testine del 1990, una Teac V-680 ed una Technics RS-B765, avvenuto tempo addietro in un mercatino dell'usato locale), cosa che nemmeno lontanamente mi sarei immaginato di fare, ma tant'è! La faccenda ha avuto inizio un paio d'anni fa circa, quando, una mattina, incidentalmente m'imbatto, nei paraggi di un cassonetto di via Belle Arti, in un giradischi Thorens Td-115mk2 del 1982, danneggiato nel coperchio, ma per il resto integro, che naturalmente porto a casa, risistemandolo e ripulendolo; più di recente, nella parrocchia dove faccio volontariato, dapprima pesco, in un locale all'interno, adibito a biblioteca, un multilettore cd "a carosello" Nad 505 del 1992, in uno stato accettabile anche se un poco sporco ed impolverato (sfortunatamente privo del suo telecomando originale, così come delle chiavette di bloccaggio della meccanica in caso di trasporto dell'apparecchio, che dovrebbero esservi alloggiate inferiormente), ed infine, roba di pochi giorni fa, sgomberando il cortile da una parte del ciarpame che lo occupa, ecco affiorare, fra vecchie casse acustiche muffe ed infradiciatissime, anche un amplificatore integrato stereo, di fabbricazione giapponese, anch'esso sporco, ma in condizioni apparentemente più che decenti, un Aurex by Toshiba SB-A60, oggetto delle mie attuali cure casalinghe, con tanto di libretto d'istruzioni in buono stato, pur se un poco stropicciato, comprendente persino la traduzione in lingua italiana, anche se un tantino zoppicante, il tutto contenuto in una sorta di fodero, a sua volta cacciato dentro in uno scatolone infradiciato, che originariamente conteneva una piastra di registrazione Technics (purtroppo ho dovuto proprio buttare via, invece, un vecchio lettore cd Philips CDP-380, che aveva la meccanica che si rifiutava di riprodurre i dischetti, sito nello stesso locale dove ho preso il Nad). Lo stesso responsabile che mi assiste nel mio volontariato, sapendo che ho già un impianto stereo in casa, resta perplesso dal fatto che dedichi del tempo a simili quisquilie e forse avrà anche ragione lui, ma probabilmente uno dei sintomi più gravi ed evidenti del fatto di essere diventato, progressivamente ed inesorabilmente, anch'io un "impallinato", ossia un fanatico di musica ed audiovisivo, è proprio che mi piange il cuore di vedere un apparecchio vecchiotto, economico ma di marca, abbandonato solingo a un gramo destino, per cui mi perito, sia pure con le mie limitatissime capacità tecnico-manuali, di cercare di ridonargli una seconda vita, se ritengo, dopo un primo, succinto esame sul luogo, che possa valerne la pena (al contrario, da un vecchio giradischi sgangherato precedentemente emerso dalla medesima massa informe di ciarpame, l'unica cosa che ho potuto salvare, oltre al centratore per i dischi a 45 giri, è stata la testina, una vecchia Excel ES-70S, risalente all'incirca al 1974, che intendo montare sul braccio del Thorens summenzionato), se si tiene conto poi che certe operazioni di recupero, le ho già effettuate con dei dischi in vinile, penso s'intuisca facilmente che sono completamente in preda a un "morbo" che non lascia scampo alcuno, oramai sono un "malato terminale", non c'è pezza che tenga, ahimè! A parte la faccenda che, ovvia conseguenza del mio delirio maniacal-patologico, il mio appartamento si sta sempre più ingombrando minacciosamente di marchingegni, ordigni vari che sbucano da ogni pertugio, a cui si aggiunge anche il fatto di una mia amica, la quale, ogni qualvolta che si ritrova col dischetto imprigionato nel lettore, chiede ovviamente soccorso al sottoscritto, con questo direi che il quadro è pressochè completo: sono un individuo decisamente "irrecuperabile", è acclarato! Nelle mie ricerche su internet di notizie, dati tecnici e immagini dei gingillini che recupero, a parte la pessima nomea di cui sembra che goda il Thorens da me ripescato, che mi sembra un tantinello esagerata, mi sono accorto anche che, riguardo all'Aurex/Toshiba, prodotto nel 1980, gli scarni dati tecnici riportati sui vari siti, sono incompleti, errati e fuorvianti, per cui mi sembra utile, con l'ausilio dell'originale libretto d'istruzioni, dare conto di quelli corretti, ufficiali del produttore.--- Amplificatore integrato stereo Aurex by Toshiba SB-A60, numero di serie 09730239/Caratteristiche tecniche: a) Generali - Alimentazione: 220V/50Hz per l'Europa, 240V/50Hz per l'Inghilterra e l'Australia - Consumo di corrente: 340 W - Peso: 6,6 kg. - Dimensioni (L x A x P): 420 x 110 x 285 mm.; - b) Amplificatore - Potenza continua da 20 Hz a 20 kHz, con entrambi i canali funzionanti (RMS): 42 W x 2 (su 4 ohm), 40 W x 2 (su 8 ohm); ad 1 kHz, con entrambi i canali funzionanti: 44 W x 2 (su 4 ohm), 42 W x 2 (su 8 ohm) - Distorsione armonica totale (THD): 0,08% (alla potenza nominale, su 8 ohm) - Risposta in frequenza sezione preamplificatrice: 5 Hz-100 kHz (+0,-3dB) - Larghezza di banda della potenza (IHF): 10 Hz-35kHz (-3dB) - Rapporto S/R (pesato A): 95 dB (TUNER, TAPE, AUX), 75 dB (PHONO) - Sensibilità d'ingresso/impedenza: PHONO; 2,5mV/47Kohm - TUNER, TAPE, AUX; 150mV/47kOhm - MIC; 0,09mV/47kOhm; - Livello d'uscita: TAPE REC, 150mV; - Controlli di tono: BASSI (a 100 Hz), +/-8dB; ACUTI (a 10 kHz), +/-8dB; - Ingresso PHONO, risposta in frequenza: da 20 Hz a 20 kHz, +/-0,5 dB (equalizzazione RIAA); accettazione dinamica: 150 mV ad 1 kHz (RMS); - c) Altro: attenuazione audio (fade out) di circa -40 dB; impedenza diffusori tollerata (A, B, A+B) da 4 a 16 ohm; ingresso microfonico monoaurale (MIC), miscelabile con le altre fonti sonore; sezione finale accoppiata in corrente continua. // Direi proprio che siano le tipiche caratteristiche di un decoroso integrato del periodo, anch'io all'epoca possedevo un Technics SU-V2A, della serie "new Class A synchro-bias", di caratteristiche non troppo dissimili, i dati di targa della potenza in uscita del Toshiba, con differenze trascurabilissime fra quelli a 20hz-20khz ed a 1khz, così come fra quelli a 4 ed 8 ohm, farebbero pensare ad evidenti limitazioni nel dimensionamento della sezione di alimentazione, così come ad un intervento decisamente prudenziale delle protezioni, anch'esso classico dell'epoca in questa categoria di apparecchi, di potenza impulsiva o dinamica che dir si voglia, manco a parlarne ovviamente, inoltre il consumo di corrente dichiarato è sensibilmente superiore a quello di un prodotto odierno che, con simili caratteristiche, consumerebbe sì e no un decimo, per contro, riguardo al pilotaggio dei diffusori acustici, si dava scarsa o nulla importanza a parametri come il fattore di smorzamento, o la capacità di erogare corrente a basse impedenze (carico limite); troppa importanza si dava invece al tasso di distorsione, portato a livelli bassi con massiccio impiego della controreazione ed all'accettazione dinamica o sovraccarico dell'ingresso fono, portata, come in questo caso, a livelli troppo elevati e dai benefici inutili, all'atto pratico, anche perchè, come dimostrato da certe riviste specializzate, la cartina di tornasole per verificare le effettive capacità dinamiche di uno stadio phono, era costituita non da questo parametro ma dapprima dal test dell'onda quadra (Q20), poi dalla Tim 100 ed infine dalla Tritim, che ne dava una rappresentazione grafica tridimensionale. Quello che invece rimpiango degli amplificatori economici dell'epoca è la presenza degli indicatori di potenza separati per canale (ad ago, a led come nel Toshiba o fluorescenti come nel Technics da me posseduto), così come la presenza del commutatore di modo (stereo/mono), che chissà perchè, qualche bello spirito ha deciso successivamente, in pratica, di abrogare quasi completamente, in questo tipo di apparecchi, ma anche il compensatore fisiologico o "loudness" ed il filtro subsonico, mi sembra che stiano diventando anch'essi una rarità, sui prodotti attuali. Certo a tradire l'epoca di apparecchi come questo Toshiba, ci sono anche i piedini di appoggio, assai più miserrimi degli standard attuali, così come i morsetti per i diffusori, del tipo economicissimo a molla e perciò privi dei tappi di sicurezza imposti dalle normative attuali ( per giunta, uno di questi, precisamente il "negativo" destro 'nero' della coppia A, tende ad impuntarsi una volta aperto, perlomeno sull'esemplare in questione, faccenda comunque non troppo preoccupante), che accettano soltanto cavi con terminazioni spellate e non di certo con connettori tipo banane, bananine, forcelle e compagnia bella. Ad ogni buon conto, osservandone l'interno, ho notato una costruzione in linea col periodo e con la categoria economica di appartenenza, cioè discretamente ordinata, robusta e razionale, sia pure con qualche cavo volante di troppo e col tipico trasformatore di alimentazione a lamierini e i 2 condensatori della sezione finale, in ambo i casi di dimensioni superiori a quel che mi sarei aspettato, pur senza strafare, inoltre non ho rilevato la presenza dei famigerati "power pack", anch'essi assai frequenti sugli apparecchi economici dell'epoca, almeno a quanto mi sembra (per contro, sullo stadio fono, c'è un solo piccolo operazionale per entrambi i canali), le piastre dei circuiti stampati sono fissate con viti ramate, robusto ed adeguatamente dimensionato il dissipatore del calore; ho però trovato un poco fragile e deboluccio, il pannello retrostante, quello dove sono alloggiate le varie prese di collegamento, si direbbe fabbricato con una sorta di fòrmica persino un poco sbriciolabile, che tradisce decisamente l'economicità della concezione progettuale del manufatto. All'assenza dei ponticelli colleganti i terminali PRE OUT/MAIN IN dell'integrato (almeno nell'esemplare in mio possesso), finiti chissà dove, ho ovviato con l'inserzione di un normale cavo audio stereo, almeno per il momento. Non ho ancora condotto una prova d'ascolto approfondita dell'oggetto, mi sono fino ad ora limitato, con l'ausilio di una cuffia Audio-Technica ATH-AD500, a saggiare grossolanamente la rumorosità intrinseca degli ingressi audio a vuoto, anch'essa comunque sensibilmente maggiore di quella di un qualunque apparecchio odierno, com'era da supporre, notando che i tasti di commutazione degli ingressi audio producono dei piccoli transitori udibili, alla loro attivazione, anche se non a livelli di guardia. Da detto apparecchio mi aspetto perciò un suono non troppo dissimile da quello del Technics che utilizzavo a quei tempi e quindi non certo sonorità particolarmente dinamiche, definite, brillanti ed incisive come un moderno esemplare (e nemmeno come il mio attuale Marantz PM6010OSE/KIS, che peraltro conta già 14 primavere), anche perchè 34 anni non sono certo pochi in termini di progresso tecnologico, i dischi ottici (cd, dvd, sacd, bd, ecc.) erano ancora di là dal venire, ma ad ogni buon conto non si sa mai, le sorprese, magari piccole, non sono mai da escludere, almeno in questo campo. Vedremo e soprattutto, udremo............ Certo è che gli effluvi prodotti da tutti questi disossidanti e detergenti per apparecchiature elettroniche, che sto utilizzando copiosamente, intanto mi stanno producendo una grossa emicrania, speriamo solo che ne valga la pena!