Il titolo di questa serie di deliri (ovvero scribacchiamenti) da parte mia, fa riferimento al materiale di cui è composta la pellicola cinematografica e quindi alla musica composta per il mondo della celluloide, mentre il policarbonato é la materia plastica costituente il rivestimento esterno dei dischetti digitali, cd, dvd, bd et similia, questo per spiegare la faccenda a coloro che non l'avessero intuito, visti i miei riferimenti discografici. / Era ora che, sia pure a un 'Late night Prom', anche dalle parti della perfida Albione, ci si ricordasse di George Lloyd, forse soprattutto in virtù di essere anche coetaneo di Britten, del quale si 'festeggia' il centenario della nascita, come è accaduto martedì scorso, con l'esecuzione, proprio dopo "A boy was born" di Britten, del bel Requiem per controtenore, coro misto e organo, composto da Lloyd nel '97, in commemorazione della morte della principessa Diana Spencer, un anno prima del decesso dello stesso compositore, avvenuto nel '98. Spero che non si tratti di un fuoco di paglia (a proposito, mi pare che Lloyd abbia scritto proprio 13 sinfonie, ma potrei anche sbagliarmi). / In effetti, a proposito di sbagli, mi sa tanto che gli autori delle splendide musiche per il film "Les enfants du Paradis" di Marcel Carnè, sono 3 e non 2 come avevo detto, ovvero Maurice Jobert, Joseph Kosma e Maurice Thiriet e nonostante il ricorso a più mani, queste musiche non soffrono di disomogeneità e di discontinuità a livello d'ispirazione, contrariamente a quanto accade in un altro titolo celeberrimo, anch'esso visionato a suo tempo nell'ambito delle proiezioni gratuite in Piazza Maggiore, facenti parte della rassegna estiva "Il cinema ritrovato", sto parlando di "Singing in the rain", film musicale del 1952 di Stanley Donen e Gene Kelly, la cui parte musicale, affidata a una pletora di musicisti (credo di averne contati 7-8 nei titoli di testa), comprendente Nacio Herb Brown, Roger Edens, Al Goodhart, Al Hartman, Cole Porter, soffre di evidenti dislivelli d'ispirazione, soprattutto nelle parti cosiddette di raccordo, rispetto ai brani più celebri e questo nonostante i grossi nomi coinvolti, peraltro è un difetto ricorrente in molti musical dell'epoca, troppo concentrati sui grandi momenti, sui quali cercavano di catalizzare l'interesse del pubblico, sorvolando disinvoltamente sul resto, risultando quindi, a distanza di anni, assai più datati nella loro concezione effettistica e volutamente frammentaria, ad altri esempi nei quali i loro autori davano la giusta importanza alla cura costante della struttura complessiva, arrivando così a ben altri esiti espressivi, più sostanziosi e durevoli, un esempio per tutti "On the town" di Bernstein, del '44, sul quale mi sono già ampiamente pronunciato in precedenza. Intendiamoci, "Singing in the rain", resta un gran bel film, ma trovo comunque la parte musicale alquanto datata e un poco deludente, per i motivi suddetti. / Se non me lo sono sognato di notte, mi risulta che venisse realizzata una versione cinematografica, negli anni '20, ovviamente muta, basata sul libretto che Hugo von Hoffmanstall scrisse per l'opera "Der Rosenkavalier" di Richard Strauss, per la quale il compositore scrisse ex-novo un lungo commento musicale (credo circa 2 ore e mezza di musica) in cui rielaborava i temi musicali del suo celebre lavoro teatrale, impiegando ovviamente una grande orchestra sinfonica, mi pareva anche che fosse stata incisa in epoca recente in un doppio cd per la Capriccio o la Chandos, non ho idea chi fosse il regista tedesco che abbia realizzato questa pellicola, nè so alcunchè riguardo agli attori eventualmente impegnati. Pensando però che fosse una buona proposta per un 'cineconcerto' nell'ambito de 'Il cinema ritrovato', ne chiesi lumi, anni addietro, a Nicoletta Elmi, della cineteca 'Lumière' di via Azzo Gardino, senza averne alcuna risposta. Perciò alla fine continuo a chiedermi se per caso non me lo sia proprio sognato di notte......... / Proseguiamo con altri scampoli di segnalazioni 'in policarbonato': --------- Morton Gould: Cinerama Holiday, suite (estratti); World war I, musiche per la serie televisiva della Cbs (estratti); Holocaust, suite dalla serie televisiva per la Nbc (estratti); (+ concerto grosso dal balletto "Audubon"; La pavanne, n.2 da "Latin-american Symphonette"; interludio da "Festive music"; Formations suite, per banda 'in marcia'); - Jeffrey Silberschlag, tromba; John Weller, Mikhail Shmidt, Maria Larionoff, Marie Bayley, violini; Seattle Symphony Orchestra / Gerard Schwartz; - cd Naxos 8.559715; --------- Kurt Weill: Lady in the dark, notturno sinfonico (suite da concerto, arrangiata da Robert Russell Bennett); (+ sinfonie nn. 1,2); - Bournemouth Symphony Orchestra / Marin Alsop; - cd Naxos 8.557481; --------- Erik Satie: Relache, première acte / Cinéma / Relache, deuxième acte; (+Parade, Trois Gymnopédies, Mercure); - Orchestre Symphonique et Lyrique de Nancy / Jérome Kaltenbach; - cd Naxos 8.554279; --------- Ildebrando Pizzetti: Sinfonia del fuoco (per il film "Cabiria"), per baritono, coro misto e grande orchestra (+ preludio all'atto 1^ di "Fedra"; "Canti della stagione alta", concerto per pianoforte e orchestra); - Boris Statsenko, baritono; Susanna Stefani, pianoforte; Staedtische Opernchor, Chemnitz / Dieter Wefing; Robert-Schumann-Philarmonie / Oleg Caetani; - cd Naxos 8.570874; --- / Ho dimenticato di specificare che la regia del cortometraggio dell'intermezzo cinematografico di Relache di Satie, era di René Clair. Passiamo oltre .... / Gottfried Huppertz: Metropolis - Rundfunks Sinfonie Orchester Berlin / Frank Strobel - 2 dvd Ermitage Cinema ERM 464 (perchè citare il doppio dvd, disponibile anche in singolo bd, relativo innanzitutto al film e al documentario sulla sua realizzazione e sul restauro? Perchè è l'unica maniera per godere dell'ascolto integrale delle circa 2 ore e mezza di bella musica espressamente scritte all'epoca per questa pietra miliare della storia del cinema, sia pure in audio compresso Dolby Digital 5.1 e 2.0, in ambo i supporti e non purtroppo, come sarebbe stato preferibile, in LPCM non compresso, pur essendo il suono di buon livello, poichè quegli idioti della Capriccio, mi risulta che ne abbiano pubblicato in disco solo una sia pur ampia selezione, in cd singolo anzichè doppio come avrebbe dovuto essere! Un piccolo aneddoto relativo alla proiezione dell'attuale versione restaurata di "Metropolis", avvenuta venerdì 2 luglio 2010, nell'ambito dei 'famosi' cineconcerti gratuiti in Piazza Maggiore, per la rassegna "Il cinema ritrovato". Poichè si trattava di un cineconcerto, questo prevedeva l'esecuzione dal vivo delle musiche del film da parte dell'orchestra del Comunale, diretta proprio dallo stesso Frank Strobel. Pur essendo fissato l'orario della proiezione per le 22, in casi come questo, ero aduso piazzarmi in loco, fin dalla metà del pomeriggio, pur di non perdermi le ultime prove con l'orchestra: Frank Strobel dimostrò presto la sua buona tempra di musicista, poichè all'inizio, quando diede l'attacco all'orchestra, quest'ultima produsse una tremenda cacofonia in cui ognuno dei suoi componenti se ne andava per i cavoli propri, al che il direttore, dopo alcuni istanti bloccò bruscamente gli orchestrali, facendogli una bella ramanzina, evidentemente efficace, visto che quando l'orchestra ripartì, tutto filò liscio, senza bisogno di altre reprimende in seguito, come il prosieguo della serata confermò. E' inutile, non c'è proprio nulla da fare, i musicisti del Comunale, hanno necessità di essere sferzati autorevolmente per cavarsela in maniera quantomeno decente, altrimenti sono un vero disastro e supplizio per le orecchie!). ------------ / Esulo dal seminato, per fare una segnalazione che spero sia di qualche interesse; siccome, sere addietro, a Radiotre, hanno fatto sentire un frammento dell'altro "Wozzeck", quello di Manfred Gurlitt, lavoro bellissimo ingiustamente caduto nell'oblio (anche se senz'altro l'omologo di Berg gli è senz'altro superiore, nella sua sintesi espressiva di bruciante drammaticità), meritevolissimo comunque di essere conosciuto, supplisco alla carenza del conduttore radiofonico, che pur facendo osservazioni pertinenti sulla sfortuna di Gurlitt, si è ben guardato dal riferire riguardo gli interpreti della prima ed unica incisione discografica, da cui era tratto il breve ascolto trasmesso in radio: perciò eccovi serviti dal sottoscritto: --- Manfred Gurlitt: Wozzeck, tragedia musicale in 18 scene e un epilogo, op.16 - Roland Herman, basso-baritono; Celina Lindsley, soprano; Anton Scharinger, basso-baritono; Joerg Gottschick, baritono; Robert Woerle, tenore; Endrik Wottrich, tenore; Christiane Berggold, mezzosoprano; Reinhardt Ginzel, tenore; Gabriele Schreckenbach, contralto; Regina Schudel, soprano; - Rias Kammerchor / Rundfunk-Kinderchor Berlin; - Deutsches Sinfonie Orchester Berlin / Gerd Albrecht; - cd Capriccio 60 052-1 (4 006408 600527); l'opera è molto breve, circa un'ora e un quarto, un quarto d'ora in meno rispetto al lavoro di Berg, la musica è saldamente tonale, ma a tratti mi farebbe quasi pensare a Britten, non fosse per l'epoca di composizione, 1926, praticamente coeva all'altro più celebre adattamento di Berg, del dramma incompiuto di Georg Buechner, singolare che, in ambo i casi, i compositori si siano basati su delle edizioni a stampa del dramma, piene di errori, a cominciare dal nome del protagonista mutato da "Woyzeck" in "Wozzeck". La sfortuna di Gurlitt, fu appunto quella di essere anche contemporaneo di giganti come Berg, ma anche uno dei soggetti successivi di una delle sue opere, "Die Soldaten", venne successivamente eclissato dall'omologo lavoro teatrale di Bernd Alois Zimmermann. Quando si dice la sfortuna! / Alla prossima!