Disquizioni intorno alla musica colta, con particolare riferimento alla realtà contemporanea.
giovedì 30 giugno 2011
Vampirizzazioni musicali.
(Segue) Come ho già riferito nell'articolo precedente, per realizzare un commento musicale al film "Nosferatu" di Murnau, proiettato in Piazza Maggiore a Bologna sabato scorso, il direttore d'orchestra Timothy Brock ha realizzato una musica basata su frammenti dall'opera "Der Vampyr" di Marschner, ottenendo secondo me, alla fine, un centone musicale che aderiva alle immagini del film in maniera abbastanza prevedibile e scontata, tra l'altro cadendo in un altro abituale clichè delle musiche dei film dell'orrore, ovvero impiegando l'organo all'interno del contesto orchestrale (e per giunta, essendo un cineconcerto all'aperto, impiegando quell'orrido surrogato elettronico digitale dell'organo, ovverosia un cosiddetto elettrofono sul quale mi sono già pronunciato tempo addietro riguardo la sua intrinseca artificiosità timbrica). Analogamente alla prima berlinese del 1921, la proiezione è stata preceduta dall'esecuzione integrale dell'ouverture dell'opera e a ripensarci, mi viene proprio da ritenere che questa musica renda meglio senza le immagini cinematografiche. Peraltro non è la prima volta che questa musica, forse il capolavoro assoluto del suo autore e uno dei suoi più grandi successi, viene manomessa. Proprio uno dei suoi più ferventi ammiratori, Wagner, la diresse in teatro ritoccandone l'orchestrazione. Nel 1924, il compositore Hans Pfitzner, ne realizzò una versione ancora più alterata e ritoccata nell'orchestrazione, con spostamenti e manomissioni varie di intere sezioni musicali, anche se, per fortuna, attualmente si tende sempre più spesso a tornare alla versione originale del compositore. Non so se qualcuno ricorderà che, pochissimi anni fa, l'opera è stata data proprio al Teatro Comunale di Bologna, diretta da Renato Palumbo, in una versione ibrida che in parte riprendeva la stesura originale, in parte adottava la pesante rielaborazione di Pfitzner. L'opera in 2 atti, per la durata complessiva di circa 2 ore e 40 minuti, ha la struttura tipica di un singspiel germanico, ossia comprende al suo interno delle sezioni recitate (parlate) dagli stessi cantanti. Il suo autore, Marschner, viene proprio considerato dagli esperti musicologi, l'anello di congiunzione fra gli esponenti del cosiddetto primo romanticismo tedesco, Carl Maria von Weber in testa, e lo stesso Richard Wagner, che in effetti, stilisticamente gli deve parecchio, come si evince facilmente anche da un semplice ascolto, sia per certe atmosfere che già fanno pensare a "Der Fliegende Hollander" di quest'ultimo, sia per l'impiego particolare delle risorse orchestrali. Purtroppo nessuna delle 2 edizioni discografiche attualmente disponibili rende piena giustizia a questa bellissima opera, essendo oltretutto ambedue prive delle parti dialogate, per cui ci si deve accontentare. Anche in questo caso mi verrebbe spontaneo ripetere la solita litania riguardo all'insulsaggine del mercato discografico sempre prodigo di inutili riproposizioni di titoli arcinoti e inflazionatissimi, a discapito di lavori come questo meritori di una maggiore diffusione, ma tant'è! Ritornando al film di Murnau, a costo di irritare i cinefili, devo dire che non mi ha entusiasmato, a parte qualche inquadratura suggestiva qua e là, trovandolo parecchio datato e con diverse scivolate nel comico involontario, sia nelle espressioni degli attori, sia in certe scene e anche in alcune didascalie a commento delle medesime (mentre assistevo alla proiezione mi veniva di sogghignare fra me e me, riguardo al fatto che il protagonista, Nosferatu, fosse impegnato in una compravendita immobiliare e che gli altri 2 personaggi maschili principali, diventati vampiri essi stessi nel corso della vicenda, fossero l'uno il capo dell'agenzia immobiliare e l'altro il suo sottoposto spedito dal primo in Transilvania a trattare con l'acquirente tutta la faccenda; se si pensa che Nosferatu ha deciso di acquistare proprio la casa abbandonata di fronte alla residenza di quest'ultimo, pensando a certe mie disavventure immobiliari dalle quali non sono ancora venuto fuori, sarà forse un caso che in un film in cui si tratta di vampiri, ci siano di mezzo proprio degli agenti immobiliari? Evidentemente questa categoria professionale deve essere sempre stata costituita da sanguisughe, fin dai tempi più remoti!). Come film, mi ha impressionato più favorevolmente quello di Méliès, che ha una fantasia visionaria e degli effetti speciali decisamente notevoli, considerando l'epoca di realizzazione, quasi ai primordi dell'era cinematografica. Del commento musicale non entusiasmante, a mio avviso, ho già riferito in precedenza, per cui non mi dilungo ulteriormente. Sottolineo soltanto la consueta prestazione non più che discreta dell'orchestra del Teatro Comunale di Bologna, con una sezione ottoni come al solito un pò deboluccia e una direzione d'orchestra che non mi è parsa andare oltre una generica correttezza. Per il resto mi predispongo, salvo imprevisti, ad assistere domani sera, venerdì 1 luglio, ad assistere al 2° e ultimo cineconcerto in piazza della stagione, con la proiezione del film "Il fantasma del palcoscenico" (1927) con Lon Chaney e un accompagnamento musicale dal vivo sempre con l'orchestra del Comunale che dovrebbe eseguire una partitura espressamente composta da un certo Gabriel Thibaudet (forse imparentato col celebre pianista francese Jean Yves Thibaudet?), diretta dall'autore, di cui spero di potere riferire le mie impressioni nei giorni a venire.
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