Io vorrei non una 'repubblica fondata sul lavoro' ma un 'sistema fondato sul salario di cittadinanza', tanto più che visto che la tecnologia, ossia il progresso, ha ridotto e continuerà a ridurre la necessità del lavoro, almeno nel senso tradizionale del termine, la cosa in sè non è affatto un male, è stolto e pericolosamente demagogico quello che si continua a fare, ovvero parlare di lavoro per tutti, visto che a livello mondiale continuiamo ad aumentare numericamente come popolazione complessiva, con una tecnologia che sempre meno richiede l'utilizzo di manovalanza, imbattendomi più volte in persone che, pur lavorando, non percepiscono alcunchè o sono sottopagate e questo conferma che il lavoro non è affatto quella panacea per tutti i mali che qualcuno ci vorrebbe far credere, essendo anzi al contrario, fonte esso stesso di problemi e nevrosi. Insomma è un dannato tormentone che andrebbe quantomeno drasticamente ridimensionato a livello d'incidenza nella vita umana. Va da sè che anche il creare posti di lavoro artificiosamente, pone i presupposti per corruzione, derive clientelari e inefficienza. Guardatevi intorno e vi accorgerete di quanto terziario inutile esiste a questo mondo e nel nostro paese in particolare, non entro nel dettaglio semplicemente perchè la faccenda si rivelerebbe troppo lunga e articolata, ma basta avere un pò di spirito di osservazione per rendersene conto. Saltando di palo in frasca, devo dire che ieri sera su Radiotre, l'opera "Maria da Venosa" di Francesco D'Avalos, ripresa in prima assoluta italiana in forma scenica il 19 luglio di quest'anno a Martina Franca, pur risalendo al 1992 come composizione, è stata un'autentica rivelazione, peccato proprio che il suo autore, credo napoletano di nascita e noto all'estero anche come direttore d'orchestra, sia poco conosciuto qui da noi, tanto per cambiare, peccato anche per la breve intervista telefonica concessa dal medesimo prima della messa in onda del suo lavoro, in cui il nostro biascicava le risposte alle domande del conduttore in studio, in uno strano idioma scarsamente comprensibile, ma nessuno è perfetto e per fortuna la sua musica parlava eloquentemente anche per lui!
Disquizioni intorno alla musica colta, con particolare riferimento alla realtà contemporanea.
venerdì 2 agosto 2013
Un bel frullato.
Lo scritto che precede il presente, anche se ha un tono delirante, non lo rinnego comunque, altrimenti l'avrei potuto rimuovere facilmente dal blog. Oggi mi voglio sforzare di essere più pacato, pur non rinnegando alcunchè. Intanto stamattina sono andato a togliere i 2 soldi, letteralmente, che avevo ancora sul conto corrente, così almeno elimino un pensiero, soprattutto volendo mettere in atto la mia idea balorda di cui ho già detto in precedenza. Oggi ho parlato con una persona che, pur lavorando, non percepisce stipendio alcuno da almeno 8 mesi, d'altronde il suo datore di lavoro è già pesantemente indebitato con le banche proprio per aver voluto dare un acconto perodico ai suoi dipendenti, essendo anch'egli sul lastrico poichè gli enti pubblici non lo pagano per i lavori commissionatigli, insomma una tipica faccenda simile a tante altre, ma visto che siamo incapaci di reagire come si deve, continuiamo autolesionisticamente a meritarcelo questo bruttissimo regime! Un regime sempre più ottusamente abbarbicato ai suoi triti rituali, come le frequenti manifestazioni caciarone che imperversano per le piazze e i parchi pubblici delle città grandi e piccole, che mi hanno più volte funestato nei miei ascolti delle dirette radiofoniche di concerti e opere liriche, come in questi giorni, costringendomi regolarmente a chiudere porte e finestre con questo caldo soffocante, ed alzando al massimo il volume dello stereo, per riuscirle faticosamente a sentire, cosa difficile anche indossando una cuffia che oltretutto ti fa sudare da maledetti! E se si pensa che alcune di queste manifestazioni così becere e volgari, erano dovute a neolaureandi che affittavano per un'intera giornata dei giardini pubblici, con annesso corollario di musicanti bercianti, ecco altri soldi buttati dalla finestra, in dispregio all'attuale crisi. Avrebbero ben poco da festeggiare, se avessero un minimo di sale in zucca, questi branchi di cerebrolesi titolati, freschi di pezzullo di carta del (dis)onorato 'laureificio', che è l'attuale sistema universitario, ma siamo comunque sempre e in ogni caso nella norma, ovvero, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare. Non importa se siamo sempre più alla deriva, l'importante è non rinunciare al becerume, che è l'unica cosa di cui c'importi, cascasse il mondo! Purtroppo mi è difficile trovare lo stimolo per discettare di faccenduole musicali, che è lo scopo originario che mi ha indotto a creare questo blog, anche se, da impenitente impallinato, continuo a interessarmene. E a proposito dei vinili De Agostini, di cui ho recensito in questa sede una decina di titoli, purtroppo per me dovendo interrompere questa consuetudine per il precipitare della mia situazione economica, navigando in internet, ho potuto visionare l'elenco di tutte e 50 le uscite dell'opera, inoltre ho scoperto leggendo alcuni forum, che la collana di jazz è stata addirittura ampliata da 50 a 69 titoli complessivi, il chè farebbe presumere che queste iniziative editoriali, nonostante i tempi bui, abbiano avuto un certo riscontro, almeno in generale. Se è così, meno male, anche perchè dalle mie parti, qui a Bologna, il riscontro è stato, ahimè, scarsissimo. A mala pena conosco uno che ha comprato solo alcune uscite della collana di classica, così come so di un altro che ha acquistato solo una parte dei titoli di jazz, disdicendo l'acquisto dei restanti presso l'edicolante. Altro non mi risulta e questo semmai, secondo me, conferma ancora di più il fatto che qui le persone sono poco o nulla interessate agli oggetti culturali e non certo perchè gli manchino i quattrini, anzi, sotto questo aspetto, la stragrande maggioranza ha ancora la pancia pienissima fino a scoppiare. E' proprio vero, qui sono talmente 'poveri' che l'unica cosa che non gli manca è il denaro! Il bello è che anche i barboni hanno la stessa spocchia e arroganza dei ceti sociali più elevati, ovvero della serie 'il lupo perde il pelo ma non il vizio', non c'è nulla da fare! Tornando ai vinili De Agostini, aggiungo come postilla che "L'uccello di fuoco" di Stravinski inciso da Dorati con l'orchestra sinfonica di Londra, è stato registrato il 7 giugno 1959, tutto qui, per completezza d'informazione. Non ci resta che piangere!
Iscriviti a:
Post (Atom)