Nulla è più come una volta, ingenuo che altro non sono, anche, ovviamente il ROF, quindi inutile sperare che, come nel '95, dessero un 'Guillaume Tell' più che integrale, l'entità dei tagli essendo stata quasi quella adottata da Pappano a Santa Cecilia, ovvero come ha detto lo stesso direttore d'orchestra durante il primo intervallo, soprattutto nelle introduzioni orchestrali alle arie ed omettendo il 'passo a due' fra i ballabili, ma rassicurando i 'melomani' sull'interezza delle parti cantate (sic!). Aggiungiamoci un profluvio di rumori di palcoscenico altamente disturbante, con 'registate' tipo risatacce e urla sguaiate soprattutto durante le danze, chiaramente percepibili attraverso la ripresa audio, un pubblico (ovvero una claque) parecchio indisciplinato, che interrompeva troppo spesso con applausi e boati (anche se in mezzo a tanto bailamme, mi è sembrato di percepire qualche dissenso), ed un regista, (non ricordo se trattavasi di Graham Wick o di David McVicar, sono in preda a confusione mentale) che, durante il secondo intervallo, intervistato dall'inviato radiofonico, si lanciava in pseudo proclami anti-capitalistici, da tipico pseudo-rivoluzionario à la page ou comme il faut, con la pancia strapiena fino a scoppiare, ed eccomi già in pieno spappolamento di attributi. E per fortuna che la parte musicale, tutto sommato, si è mantenuta complessivamente su livelli più che buoni, per cui alla fine, nonostante una certa delusione da parte mia per i motivi summenzionati, valeva la pena non perderselo. Mi chiedo però, se della ripresa del '95, giustamente menzionata stavolta anche dall'inviato radiofonico, esista almeno una qualche documentazione sonora se non in video, poichè, stranamente, a quanto mi risulta, a differenza di altre produzioni del ROF, non è mai stata immessa sul mercato. L'attuale edizione, invece, non solo vedrà la luce nel mercato video, ma verrà riproposta l'anno prossimo nel cartellone del Comunale di Bologna. Certo che, dopo 18 anni dall precedente rappresentazione (non so se a suo tempo ci sia stata una diretta radiofonica, quel che è certo che io, purtroppo, me la sono persa), si poteva essere più rigorosi dal punto di vista dell'integrità testuale, ma tant'è! A questo punto ho trovato contraddittoria l'intervista fatta ieri sera, dopo 'L'occasione fa il ladro', dall'inviato radiofonico ad Alberto Zedda, il quale, dopo avere annunciato l' "Armida" per l'anno prossimo, senza però che siano ancora stati stabiliti i cantanti e il direttore, fa intendere che la messinscena sarà subordinata al ritrovamento di una fonte più attendibile e quanto più prossima al manoscritto originale, rispetto all'attuale. D'accordo di fronte a tanto rigore, purchè poi non si faccia come per il 'Guillaume Tell', in cui da un lato si adotta la nuova edizione critica di Elizabeth Bartlett e poi, dall'altro, in sede esecutiva, si pratica un profluvio di tagli, mi sembra proprio una gran presa in giro operare in questa maniera, da parte di un festival pretenziosamente filologico! Ma siamo pur sempre a Zululandia, non dimentichiamocelo! Per il resto, qui si va sempre alla deriva, ho letto l'editoriale del direttore di 'Fedeltà del suono' per certi versi ingenuo, come quando afferma che questa crisi colpisce tutti (ma quando mai, colpisce solo i soliti fessi come il sottoscritto, ma io qui ne vedo anche troppa di gente prosperosa più che mai, che dalla crisi ci guadagna, chè!), o quando paventa per gli appassionati di musica, come peggiore ipotesi, quella di non poter rinnovare il loro parco di gingilli elettronici, continuando però a goderseli e non pensando anche a quelli che, come il sottoscritto, travolti in pieno da questa crisi, saranno costretti a separarsene definitivamente, entro brevissimo tempo. Magari fosse come dice, ma quelli come costui, ci sono o ci fanno? Tutto sempre stramaledettamente nella norma!