venerdì 12 dicembre 2014

L'anno che verrà.

Non bastasse il nuovo "disco volante" del pagliaccio Allevi (stando al suo sito ufficiale, sembrerebbe purtroppo in piena attività anche (s)concertistica, inoltre non sapevo, da perfetto ignorante, anche dell'esistenza del gruppo degli "Alleviani", al quale non mi sono voluto aggiungere, o me meschino; ad ulteriore dimostrazione, qualora non fosse sufficiente, che il peggio non è mai morto, povero me!), interamente costituito da pezzulli di "piano sòla", incentrati, o somma originalità, sul tema dell'amore in tutte le sue declinazioni (certamente, prima del "moccoluto", non ci aveva mai pensato nessuno, o mi sbaglio?) in arrivo il mese venturo (magari nei "migliori" negozi di dischi? Ed allora come la mettiamo coi "peggiori?), apprendo casualmente da Radiotre, per tramite dell'sms mandato da un trombonista, che l'orchestra "Verdi" di Milano, rischia di chiudere definitivamente i battenti, proprio a gennaio, per mancanza di finanziamenti privati (in effetti la sospensione del suo ciclo discografico dedicato a Rota, mi aveva fatto temere un qualcosa del genere). Dopo la triste fine dell'Orchestra Sinfonica di Roma, ad agosto dell'anno corrente e la faccenda tormentata dei complessi del Teatro dell'Opera capitolino, se non sbaglio salvati in extremis, mi chiedo per quanto però e se se lo meritino veramente, dovremo anche piangere la perdita di quest'altra compagine strumentale? Sarebbe veramente un gran disdoro! Ma se Sparta piange, Atene non ride. Sempre stando a Radiotre, l'ente radiofonico pubblico danese, ha già soppresso definitivamente l'Orchestra da Camera della Radio Danese, nonostante il parlamento avesse votato, a larga maggioranza, un'ordine del giorno contrario alla chiusura dell'orchestra. Purtroppo, in giro per il mondo, Stati Uniti compresi (il Metropolitan di New York conta attualmente un deficit di circa 20 milioni di dollari, con un pubblico in calo, ed avendo di recente annullato alcuni collegamenti diretti in video con le grandi sale cinematografiche, tra i recenti allestimenti che ne hanno fatto le spese, anche quello di "The death of Klinghoffer" di John Adams; già questa estate, si è evitata per un soffio la soppressione dell'intera odierna stagione, al prezzo però di un sofferto accordo sindacale che impone pesanti tagli e sacrifici che ricadono ovviamente anche sui musicisti, inoltre, probabilmente in futuro, per ridurre i costi, si dovrà drasticamente abbassare la media attuale di 200 rappresentazioni per stagione), sono parecchi gli organismi e le istituzioni musicali in sofferenza, la stessa orchestra superstite della Rai, non è del tutto esente da questo rischio, già corso anni fa, prima che terminassero i lavori di restauro dell'attuale auditorium "Toscanini", tutto purtroppo nella più tetra, grigia norma! Ma tanto basterà ed avanzerà il "moccoluto" assieme ad altri plasticosi cloni, a tenere alto nell'intero globo terracqueo, il vessillo della somma arte musicale, per cui chi se ne importa di tutto il resto. In questi giorni, parlando con quella melomane bolognese abbonata al "Comunale" ed estimatrice del "genio" del "moccoluto", le ho chiesto se aveva apprezzato il recente allestimento del "Guillaume Tell" di Rossini e se avesse anche assistito ad una recita de "La Lady Macbeth del Distretto di Mcensk" di Shostakovich, in scena i giorni scorsi. Orbene, l'esimia personaggia, con tono tutt'altro che entusiasta, nel primo caso si doleva dell'eccessiva lunghezza dell'opera (con tutto che le ho fatto presente che il direttore avrà tagliato, stando alla differita radiofonica da me ascoltata, all'incirca almeno un buon quarto d'ora complessivo di musica; inoltre, se penso che, a suo tempo, assistette al ben più lungo "Parsifal" di Wagner, diretto da Rpberto Abbado, senza batter ciglio, mi cascano proprio le braccia), salvando giusto, bontà sua, l'ouverture, mentre riguardo all'altro titolo, mi ha detto, inorridita, di essersene andata via già alla fine del primo atto, avendone avuto più che abbastanza! Benessum! Allora continuiamo pure a meritarci un volgarissimo Allevi qualsiasi! Certo che anche questo 2015, promette veramente bene, se il buongiorno si vede dal mattino! Tutto stramaledettamente sempre nella norma (ma non di sicuro quella di Bellini, ohimè!)! Buone feste a tutti quanti! / / / P.S.: A proposito nuovamente di queste regie liriche attualizzatrici e quindi, indirettamente, anche del recentissimo "Fidelio" scaligero, diretto da Barenboim, con la regia tipicamente modernista di tal Deborah Warner, essendo praticamente divenute da tempo immemorabile la prassi su gran parte dei palcoscenici lirici, non solo hanno perso qualsivoglia aspetto innovativo, nè tantomeno rivoluzionario, essendosi inoltre parecchio involgarite e banalizzate nel frattempo, diventando sommamente piatte, sciape, risapute, ripetitive e noiose, ma proprio perchè sono la "norma", per forza di cose, si sono trasformate, esse stesse, in una convenzione e le convenzioni, si sa, esistono per essere superate. Per cui, così come a suo tempo, con questo tipo di regia "moderna", si è voluto abbattere quelle di tipo più tradizionale, stupidamente mi chiedo, per fare finalmente piazza pulita di questa attuale convenzione lirico-registica attualizzatrice, cosa si dovrebbe mai fare? Tornare ai vecchi, cari, fondali dipinti di cartapesta, per riuscire a creare qualcosa di autenticamente nuovo, innovativo e rivoluzionario? Sarebbe veramente il colmo! Mi sa tanto che anche questa sia una "Unanswered question"! Prosit! / / / P.P.S.: A parte il Natale, senza stipendi e tredicesime, anche per gli orchestrali del Comunale di Bologna, già in una situazione retributiva incerta da un semestre, per la tipica serie di storture burocratiche ed amministrative, di norma nel nostro paese, con il concerto del 19 corrente al Manzoni cancellato per via di uno sciopero da parte degli stessi deciso praticamente all'unanimità, con ulteriori scioperi del personale tecnico per domenica 21 e del personale amministrativo il giorno dopo, con un'apertura di stagione (il "Ballo in maschera" di Verdi dell'11 gennaio) ovviamente a rischio, fa specie leggere qualche pagina più avanti, sullo stesso numero del "Carlino" dal quale ho desunto queste 'liete' novelle, del musical (gulp!) di Beppe Maniglia (gasp!) all'Antoniano, col triste umàrel che si esibisce a torso nudo (glurb!) all'Antoniano! E' proprio vero che non c'è più religione! Ma anche l'articolo sul triste natale degli strumentisti del Comunale era contornato, in basso a destra, da un riquadro pubblicitario sul concerto degli stessi il 22 sempre al Manzoni, con Mariotti e sul fianco sinistro da un trafiletto intitolato a Luigi Nono, nel quale però si arrivava ad inneggiare anche all'operato culturale dell'attuale giunta bolognese! Ma quante contraddizioni!