Sempre durante queste serate radiofoniche, quando ho sentito le interviste a Piero Mioli e a Maurizio Giani, in occasione dell'uscita del volume "Sonata a tre", in cui si rievocava il ben diverso e senz'altro più stimolante rispetto all'attuale, clima culturale e musicale della Bologna del 1860, amministrata da un sindaco molto attivo in tale campo e desideroso di riportarla a fasti europei per riscattarla da un precedente periodo di decadenza, la Bologna delle prime italiane delle opere di Wagner, ma anche dove imperversavano Verdi e Meyerbeer e dove operava anche come direttore del conservatorio Giuseppe Martucci, alfiere del rinnovamento della tradizione sinfonica e strumentale nostrana, non posso evitarmi un bel magone, pensando ai miserrimi tempi attuali, convincendomi sempre più di essere capitato nell'epoca sbagliata! Peccato inoltre, che non possa permettermi di sborsare i 60 euro necessari per l'acquisto del corposo volume, spero almeno di poterlo sfogliare in qualche biblioteca pubblica, anche se non ci spero molto, in questi tempi.(Le ultime parole famose, meno male che avevo detto che non mi riusciva più di parlare di musica, il lupo perde il pelo -oltre a tutto il resto - ma non il vizio e io sono decisamente vizioso, non so se si è capito bene.)
Disquizioni intorno alla musica colta, con particolare riferimento alla realtà contemporanea.
mercoledì 14 agosto 2013
Lontano lontano, in un grande oceano.
Il DAB di Radiorai sembra essersi finalmente attestato su una nuova frequenza, ossia sul canale 12B, sperando che sia la posizione quantomeno se non definitiva, almeno stabile per un bel pò. La testina fonografica inclusa nel giradischi Reeloop a cui ho accennato, è la Ortofon GT, per il momento è tutto. Anche il clima meteorologico alquanto instabile e inaffidabile, con questi bruschi sbalzi di temperatura, non contribuisce certo a rendere l'atmosfera più sopportabile, io continuo a sentirmi stanco e svuotato soprattutto psicologicamente, ma d'altro canto è proprio così che ci vuole il potere vigente. Il mio blog, in questo momento, sta facendo le bizze, domani andrò a quell'invito, anche se senza grande entusiasmo, sperando che almeno tutto fili liscio. Sere fa, su Radiotre, credo nella trasmissione "Hollywood party", si accennava al film "Fragole e sangue", imperniato sulle rivolte studentesche, arrivando all'ovvia conclusione che il potere vince sempre, avendo dalla sua i mezzi economici e i mass-media con cui ottundere le masse. D'accordo, lapalissiano, ma allora cosa deve fare un povero tapino che è in attesa di esserne travolto? In effetti, pensando a un proverbio cinese, se sei troppo debole per affrontare un nemico, allora devi cercare di alleartici. Me ne viene in mente un altro in cui si dice che, quando arriva la tempesta, di fare come il giunco, ovvero piegarsi e aspettare che passi (è la stessa cosa che dire 'ha da passà à nottata', come in "Napoli milionaria", peccato che 'à nottata' sembra non voler passare mai!), nulla di nuovo sotto il sole. Solo che, come nel mio caso, sei troppo insignificante socialmente, non solo non puoi pensare di entrarne a farne parte del potere, ma tanto meno pensare di alleartici. A questo punto, dovresti trovare il modo di ignorarlo il potere, il chè è quasi impossibile nella tua fragile posizione, o di aggirarlo se non di raggirarlo e qui la faccenda si fa difficilissima e pericolosissima, visto che, in ogni caso, sembra che a prenderlo di petto, la sconfitta sia garantita? O anche in questo caso, è quello che ci vogliono far credere, per tenerci sempre sotto controllo? Certo è che anche un rapido sguardo alla storia passata, non indulge ad ottimismo alcuno. Veramente non sembra che resti alternativa alcuna al suicidio, senonchè anche quest'ultima non è facilmente praticabile, come al solito. Una fuga impossibile verso l'ignoto? Non so proprio che pesci pigliare, in un mondo che ha reso l'esistenza un lusso per pochissimi privilegiati, rendendone anche i disagi come un valore aggiunto da pagare a carissimo prezzo, costringendoci a un abbruttimento massificato, impedendoci di coltivarci. Se la vita è un dono, anche se ne dubito fortemente, ma io non riesco a goderne di questo dono, alla fine il risultato è identico, lo strazio resta, è peggio che non averlo affatto questo dono. Tutto nel mondo è burla, una tragicomica burla e io non riesco quasi più a parlare di musica e la cosa non mi piace affatto. Il banco vince sempre. Come gesto ridicolmente simbolico, giorni fa, ho ridotto in coriandoli il mio certificato elettorale, ma tanto al potere questa cosa gli fa un baffo, povero stupido che sono! Quando attraverso periodi difficili come l'attuale, sento il bisogno fisiologico di fare un pò di sgombero in casa, il chè ha comunque l'effetto positivo di liberarmi di parecchia roba che non uso più e in questi casi ti rendi conto di quante cose inutili arrivi a circondarti nel corso degli anni e, nonostante questi periodici sgombri, continui a ritrovarti la casa piena di oggetti, tanto che ti viene il dubbio che si autoriproducano (in questi giorni ho riempito 6 grossi sacchi di vecchie videocassette che ho portato all'isola ecologica, ma quelle che ho deciso di continuare a tenermi in casa, saranno altrettante se non di più!), sto cercando di eliminare quanta più roba possibile, non solo per via della situazione contingente, ma anche perchè col passare degli anni, senti l'esigenza anche di semplificarti e alleggerirti l'esistenza, almeno per quello che si può. E' proprio vero che più possiedi e più sei posseduto a tua volta, forse sarà proprio per questo che i nostri amorevoli e solleciti governanti si danno un gran daffare per liberarci di un simile fardello! Bravi, bene, bis! Il resto è vita! Ma cosa c'è dietro l'angolo? (Farneticazioni ferragostane, fuffa)
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