Disquizioni intorno alla musica colta, con particolare riferimento alla realtà contemporanea.
giovedì 11 aprile 2013
Frenesie viniliche.
Proprio oggi, scorrendo il settimanale Panorama, ho letto che anche quest'anno si celebrerà, il 20 aprile, il giorno del vinile e del cd, a livello internazionale, con iniziative promozionali e sconti in una parte dei negozi di dischi. Francamente, visti i tempi di vacche magre, ripensando anche agli anni passati, non credo ci sia da aspettarsi molto in tal senso, mi chiedo anzi se simili iniziative commerciali, non siano in realtà inutili e fuorvianti, oltrechè gettare fumo negli occhi, in un mercato discografico sempre più asfittico e sclerotizzato nei suoi eterni malvezzi, come il consueto riproporre, in simili occasioni, costosissime edizioni per collezionisti, soprattutto viniliche, di titoli della cosiddetta musica di consumo. Non credo che il continuare ad immettere sul mercato simili oggetti chiaramente di natura elitaria e di nicchia, apporti alcun beneficio effettivo e contribuisca in qualsivoglia maniera a modificarne l'inarrestabile declino, visti i troppi errori fatti in passato, soprattutto a livello gestionale, di scelte artistiche e repertoriali e di politica economica. Troppe volte, da semplici appassionati, siamo stati trattati brutalmente come polli da spennare senza alcun riguardo. Non saranno certo simili ridicoli espedienti a salvare le case discografiche, nemmeno per il rotto della cuffia; nemmeno continuandoci imperterrite a vomitare, uno dietro l'altro, fanciulletti e damigelline aggraziate, che non hai nemmeno il tempo di notarli, tanta è la rapidità con cui vengono avvicendati in un'infinita catena di montaggio (più che mettergli in bocca un microfono, verrebbe voglia, potendo, di cacciargli qualcos'altro d'innominabile in tutti gli orifizi disponibili!), divetti plasticosi puntualmente e prontamente immortalati da biografie cartacee più o meno "autorizzate". A parte il fatto che, oramai, le promozioni discografiche, si susseguono l'una all'altra, nei negozi, pressochè ininterrottamente da anni, ma con i titoli che, in massima parte, continuano a giacere stabilmente negli scaffali dei negozi, anche perchè l'effetto traino del periodo natalizio, si è drasticamente attenuato da tempo. Chissà perchè poi, soprattutto qui in Italia, il collezionismo vinilico, viene prevalentemente considerato di un certo interesse, limitatamente ai generi musicali di più largo consumo, con la conseguenza che qualunque porcheria, purchè incisa su vinile, assurge spesso a quotazioni completamente sballate, stante l'incompetenza, la ciarlataneria e la cialtroneria dilaganti, foriere peraltro di clamorosissime sottovalutazioni riguardo ai vinili comprendenti i generi musicali più impegnati, incomprensibili ai microcefali invertebrati cerebrolesi che s'improvvisano, numerosi, venditori di vinile dall'oggi al domani, la qual cosa, occasionalmente, può avere delle conseguenze positive per il rarissimo appassionato fine intenditore, che si può imbattere in occasioni clamorosamente convenienti, ma che in linea di massima producono sfracelli, se poi ci si dovesse trovare nella necessità di rivenderli a un prezzo che sia almeno parzialmente adeguato al loro effettivo valore, finendo quasi regolarmente con lo svenderli per un tozzo di pane, quando va bene. In più, nel caso del vinile, gioca anche una componente feticistico-modaiola, già almeno in parte insita nel supporto in sè, sempre più preponderante con l'avanzare della fase di recupero e rivalutazione del disco in corso in questi anni, la quale ha prestato facilmente il fianco a speculazioni di ogni sorta, come il riproporre titoli ristampati in vinile, ma con incluso all'interno della confezione anche il corrispondente cd e/o dvd, con l'aggiunta financo della chiave d'accesso per scaricarne il contenuto anche da internet (ma diciamo download, che fa più fico!), ovviamente al prezzo modico di svariate decine di eurini, così ti vedi uscire dal negozio, il giovane idiota, con il suo carissimo vinilone iperaccessoriato sottobraccio, inconscio del fatto e forse anche menefreghista al riguardo, che il suo bellissimo feticcio, su vinile vergine pesante, è in realtà tratto da un volgarissimo file digitale, alla faccia del tanto decantato e in realtà mitizzato, calore del suono analogico! Probabilissimo anzi, che lo consideri alla stregua di un bel soprammobile e che nemmeno lo tolga dal cellophane che lo avvolge! O tempora, o mores!
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