venerdì 26 settembre 2014

Notturno svelato.

Era veramente da una vita che mi stavo chiedendo chi fosse l'autore di quella che era, illo tempore, la sigla di chiusura dei programmi televisivi dei bei tempi andati, almeno per noi vecchi matusa, per fortuna ci ha pensato un concerto dell'attuale orchestra Rai diretta da Pietro Mianiti, con la partecipazione, nella 2^ parte, del pianista Danilo Rea, avvenuto il 3 settembre all'Auditorium "Toscanini", in occasione del 60° anniversario dall'inizio ufficiale delle trasmissioni televisive italiane, tutto dedicato alle sigle televisive "storiche" di Mamma Rai, trasmesso in differita televisiva il 25 su Rai 5 (nota stonata: ma perchè farne coincidere la messa in onda, proprio con la quasi contemporanea diretta su Radiotre, del primo dei concerti della nuova stagione dell'orchestra? Mistero!), a risolvere questo ed altri piccoli misteri che ci attanagliavano il cervello, fin dalla più tenera età. Si trattava, per l'appunto, di un brevissimo notturno, composto appositamente per la bisogna, da un certo Roberto Lupi, fiorentino (chissà perchè mia madre si ostinava a confonderlo con quello di Martucci, del tutto diverso e ben più esteso). E che dire del celeberrimo "intervallo", caratterizzato dall'immagine fissa di un gregge di pecore (chissà mai perchè tale scelta? Velata allusione ad una certa propensione nostrana?), con in sottofondo la toccata (originale per clavicembalo, arrangiata a suo tempo per sola arpa e successivamente riarrangiata nell'attuale veste, appositamente per questo concerto) per arpa (solista Margherita Bassani) ed archi in la magg. di Pietro Domenico Paradisi (io però ricordo al posto delle pecore, talvolta, anche una serie di immagini panoramiche di varie città italiane, con una musica più lenta, credo fosse una sonata sempre originariamente per clavicembalo di Haendel, trascritta appositamente anch'essa per arpa, ma qui il mistero permane), sulla cui effettiva paternità mi sono trovato talvolta a disquisire in precedenza? Tutto sommato è stato un concerto insolito ed intrigante, diretto efficacemente da Mianiti (nonostante qualche confusione, a tratti, a livello di appiombo ritmico, da parte dell'orchestra), anche se con una prima parte, quella dedicata ai brani di musica classica utilizzati dalla tv (comprendente il finale dal 4° atto del "Guglielmo Tell" di Rossini - usato come sigla dell'inizio delle trasmissioni -, l' aria sulla 4^ corda, dalla suite n.3, di Bach - sigla di "Quark" -, estratti dal poema sinfonico, ovvero la parte finale da "Les Préludes" di Lizt - sigla di "Almanacco" - , la suddetta toccata di Paradisi, la "danse russe" da "Petrouchka" di Stravinski - sigla dell'omonima trasmissione, guaardacaso condotta proprio da quel Michele Dall'Ongaro, autore della presentazione del concerto -) , forse un po' troppo breve, omettendo almeno una "citazione" del "Sacre" stravinskiano (precisamente la "danza degli adolescenti", tratta dalla prima parte del balletto: "L'adorazione della terra"), utilizzato come sigla di "Orizzonti della scienza e della tecnica", e del primo movimento del 2° concerto per pianoforte ed orchestra di Rachmaninov, impiegato per "La storia siamo noi". Per contro, nella seconda parte, dedicata alle sigle e intersigle appositamente realizzate per la tv, il più delle volte non ne veniva menzionato l'autore originario, a parte Nino Rota per "Il giornalino di Giamburrasca" e Fiorenzo Carpi per "Pinocchio", oltre a un vago accenno per Ennio Morricone e Gervasio (a parte il fatto che, fra gli autori di sigle di quel periodo, figuravano anche Carlo Alberto Pizzini, Egisto Macchi e Giorgio Gaslini, se non erro). Peccato, si è persa un'occasione, mi sarebbe tanto piaciuto di sapere quali erano gli autori di "Carosello", "Rischiatutto", "Canzonissima", "Settevoci", "Studio Uno", "Tv7", "Mixer", "Tribuna Politica", "Chi l'ha visto?", "Indietro tutta!" (da quel che ho capito, pare che la parte vocale del "Cacao Meravigliao" fosse originariamente interpretata da Leda Cortellesi), "Scaramouche" (Domenico Modugno), "Ufo robot", "Spazio 1999", "Sandokan", "Il segno del comando", "Telegiornale", "Le previsioni del tempo" (Claude-Achille Debussy), "Almanacco del giorno dopo", "90° minuto", citando alla rinfusa, anche se in realtà questa seconda parte era organizzata in 4 sezioni distinte, collegate fra di loro dalle improvvisazioni jazzistiche (in una di queste, mi è parso di avvertire anche una brevissima citazione del 3° movimento del concerto per pianoforte di Gershwin) complessivamente niente affatto malvagie di Danilo Rea (la suddivisione esatta era la seguente, in 4 miscellanee tematiche alternate alle libere improvvisazioni di Rea: - Il varietà: Studio uno / Canzonissima / Sette voci / Indietro tutta!; - Le trasmissioni storiche: Tv Sette / Rischiatutto / Chi l'ha visto? / Almanacco del giorno dopo / Mixer / Tribuna politica / 90° minuto; - I grandi sceneggiati e non solo: Sandokan / Il segno del comando / Pinocchio / Il giornalino di Gianburrasca / Scaramouche / Ufo robot / Spazio 1999; - Le intersigle: Telegiornale / Carosello / Che tempo fa / La tv dei ragazzi / Eurovisione / Fine delle trasmissioni) , a parte alcuni "svolazzi" di troppo, il quale alla fine ne ha concessa un'ulteriore come bis (basata sulla celebre canzone di Mina, "Parole, parole, parole", sigla della trasmissione televisiva del 1972, "Teatro Dieci", ma anche con una citazione finale della -censuratissima all'epoca - canzone di Fabrizio De André, "Bocca di rosa"), a cui ha fatto seguito l'ulteriore bis di orchestra e direttore che hanno ripetuto, a furor di pubblico, "Ufo robot / Spazio 1999". Sopportabili le presentazioni del logorroico Michele Dall'Ongaro ed un bravo all'arrangiatore responsabile delle trascrizioni ed elaborazioni, presente in sala con la moglie, Andrea Ravizza, che ha messo insieme il materiale musicale di questa 2^ parte del concerto, piuttosto vario ed eterogeneo, conferendogli una certa credibilità e dignità esecutiva. Mi limito a rammentare, per quelli di scarsa memoria o che non avessero visto o assistito al concerto che, la sigla di inizio trasmissioni televisive, era costituita da un'arrangiamento per sola orchestra (forse ad opera del direttore d'orchestra Mario Rossi?) del finale dal "Guillaume Tell" di Rossini, che la sigla di "Almanacco" era tratta da "Les Préludes" di Lizt, che quella dell' "Eurovisione" è tutt'ora il "Te Deum" di Marc-Antoine Charpentier, quella di "Quark" è la celeberrima "aria sulla 4° corda" dalla suite n.3 di Bach, quella di "Petrushka" è ovviamente tratta dall'omonimo balletto stravinskiano. Allargando la faccenda anche alle trasmissioni radiofoniche, nessuno si ricorda più della sigla di "Tutto il calcio, minuto per minuto" su Radiouno, costituita da un brevissimo frammento del poema sinfonico "Rugby", di Honegger? Ragazzi, che nostalgia! Mi sovvengo ora degli sceneggiati televisivi "Cristoforo Colombo" e "Michelangelo", con le musiche di Ritz Ortolani, del fatto che quelle composte per il celebre documentario di Sergio Zavoli su un convento di suore di clausura, realizzato verso la fine degli anni '50, erano nientepopodimenoché di Ildebrando Pizzetti.... / P.S.: penso che non sarebbe un'idea affatto malvagia, se ci si decidesse ad immettere in commercio in video, sotto forma di bd o dvd, questo bel concerto dedicato alle sigle storiche della televisione, stante l'evidente gradimento sia del pubblico in sala che, successivamente, anche del pubblico radiotelevisivo, testimoniato anche dagli sms giunti a Radiotresuite, la sera di San Silvestro, dopo la differita radiofonica. Ascoltando l'intervista telefonica fatta precedentemente alla messa in onda, da parte del conduttore al direttore d'orchestra, Pietro Mianiti, da una frase di quest'ultimo, ne ho dedotto che, anno più anno meno, deve avere all'incirca la stessa età anagrafica dello scrivente, quasi cinquantatreenne, ma guarda un po'...