martedì 26 febbraio 2013

De cretinitate.

Vicende come quella della Emi, alla quale ho accennato nel mio scritto precedente (per inciso, chissà che fiero colpo all'orgoglio britannico, visto che la casa madre è sita proprio a Londra!), mi inducono ad un'altro tipo di riflessioni, che peraltro ho già espresso più volte, concernenti l'andamento assurdo dell'intero mercato discografico, soprattutto per quel che concerne la musica classica o colta che dir si voglia: cioè, che anche il continuare a propinare, nelle nuove uscite discografiche, la solita minestra (ossia brani arcinoti già precedentemente incisi e straincisi, di autori ovviamente anch'essi che più arcinoti non si può), per giunta facendola registrare a cani e porci, ovvero soprattutto a sedicenti artistucoli appartenenti all'infame categoria dei "giovani e carini" che sembrano presi di peso direttamente dai cataloghi di moda, plasticosi, vitaminizzati, rileccati e rilaccati che più non si può, buoni al massimo per girare video pornografici (in effetti c'era una cantante lirica polacca belloccia nota più che per le sue doti canore, per il fatto che come secondo, o forse lavoro principale, faceva la pornoattrice, sarà un caso, in effetti mi chiedo che fine abbia fatto), alla fine non paga affatto e non salva dalla sciagura totale; questo discorso, vale per la grandissima parte dei marchi discografici presenti attualmente sul mercato. Inoltre non ne posso proprio più di questa valanga di macinanote schiacciasassi di marca orientale, che ci vengono vomitati fino alla nausea, da questi imbecilli di responsabili delle varie etichette discografiche. Verrebbe voglia di dichiarare la guerra alla Repubblica Popolare Cinese corresponsabile di quest'autentica sciagura che si abbatte inesorabilmente sull'intero mondo musicale con esiti a dir poco nefasti! Auspicherei da parte del loro governo, una politica più severa di controllo delle nascite, decisamente!!! Tra l'altro, perseverare nel proporre uscite discografiche così banali, in tempi di crisi, non è solo demenziale, è patologico! Mi ricordo di un recensore inglese molto spiritoso, che in un numero natalizio di alcuni anni fa del mensile "BBC Music Magazine", fece una gustosissima recensione di un gruppo di tipiche e banalissime uscite discografiche a tema natalizio, che, cascasse il mondo, le case discografiche, non mancano mai di propinarci inesorabilmente, con una pervicacia degna di miglior causa. Il critico musicale in questione, classificò ciascuno di questi dischi, in base al numero di sbadigli che gli avevano provocato durante il loro ascolto. Va da sè, in questo caso, che tanto più il numero di sbadigli è elevato, tanto più il giudizio complessivo risulta negativo. Addirittura uno di questi dischi venne messo dal recensore fuori classifica, poichè quest'ultimo ammetteva di essersi addormentato dopo pochi minuti che aveva iniziato ad ascoltarlo!!! Mi sarebbe tanto piaciuto di conoscerlo questo recensore, lo avrei voluto veramente abbracciare per la sua schiettezza oltrechè per il suo impagabile senso dell'umorismo! Ma evidentemente la direzione del periodico doveva essere ovviamente di diverso avviso, poichè dopo di allora le sue recensioni non comparvero mai più nel suddetto periodico, venendo sostituite, nel natale successivo, da una recensione più canonica,ahimè! Tutto il mondo è paese! (Continua)

Mala tempora currunt.

Non so quanti di voi conoscano le vicissitudini recenti del gruppo Emi, proprietario del celeberrimo marchio "La voce del padrone" tra gli altri, il gruppo discografico avente nel suo sterminato catalogo i Beatles e la Callas, solo per dare un'idea immediata a chiunque della sua enorme importanza nel panorama discografico mondiale! Nell'ultimo numero del mensile "BBC Music Magazine" viene riportata con grande evidenza la notizia del suo fallimento con conseguente passaggio al regime di amministrazione controllata. A rischio sono ovviamente decine se non centinaia di migliaia di posti di lavoro nel Regno Unito oltrechè nel resto del mondo. Tra l'altro c'è la possibilità che i negozi della catena "HMV" (His Master's Voice) ancora sopravvissuti in Inghilterra alle progressive chiusure degli anni passati, vengano rilevati da un paio di grosse catene di supermercati, che si sono già mostrate interessate alla loro acquisizione, con le ovvie conseguenze del caso. La causa di tutto ciò è ovviamente da addebitarsi alla cattiva gestione del gruppo negli anni passati, ma io penso sia correlata anche con la mancata acquisizione dell'intero comparto da parte della Universal, proprietaria attuale, tra gli altri, dei marchi Decca (al cui interno è confluito il catalogo della Philips Classics) e Deutsche Grammophon. In effetti, all'epoca, quando i giochi sembravano, soprattutto per quel che concerne la stessa Universal, sembravano già fatti, intervenne a bloccare l'intera faccenda, l'antitrust europeo, ipotizzando un abuso di posizione dominante, venendosi così a creare un'eccessiva concentrazione di marchi discografici nelle mani esclusivamente di quest'ultima. Ci fu così un bel tira e molla che andò avanti per parecchio tempo, finchè al termine, l'antitrust europeo pervenne a una decisione sciagurata e ipocrita allo stesso tempo. Ossia consentire alla Universal di acquisire il gruppo Emi, ma con la clausola di vendere l'intero catalogo classico Emi e Virgin, oltre alle 2 etichette di musica leggera Parlophone e Chrysalis, in un unico pacchetto, a terzi! Questa idiozia totale ebbe come ovvia conseguenza di congelare di nuovo la faccenda, continuando così il gruppo Emi a proseguire in un'atmosfera di assoluta incertezza, poichè anche un paio di potenziali acquirenti, come il gruppo HK/Marco Polo - Naxos e il gruppo francese Astreè/Valois, dopo un iniziale interesse, fecero cadere la faccenda nel nulla, ritengo per l'eccessivo onere finanziario insito nell'operazione. Arriviamo così ai nostri giorni, con la dichiarazione di fallimento e la messa in amministrazione controllata sotto l'egida di una società esterna, all'insegna più che mai dell'incertezza, riguardo la sorte futura del gruppo, con la possibile e definitiva sparizione dal commercio di un vastissimo e imponente catalogo discografico. Complimenti all'antitrust europeo! Visto che, se Sparta piange, Atene non ride, ossia che anche tutti gli altri gruppi discografici concorrenti, oltrechè tutte le etichette indipendenti, soffrono, chi più chi meno, in maniera sempre crescente, la crisi che da tempo attanaglia l'intero mercato della videodiscografia, come potevano pensare, quegli emeriti cervelloni europei strapagati, che ci fosse qualcuno in grado di sobbarcarsi una simile operazione? Anche perchè penso proprio che, se mai la cosa fosse avvenuta, non solo il problema di abuso di posizione dominante non si sarebbe affatto risolto, ma si sarebbe semplicemente spostato da un gruppo discografico all'altro! Che grandi geni, ma che geni tali, ci sono all'antitrust europeo!!!