A parte il fatto che, se provo a digitare il mio nome e cognome sul motore di ricerca, sempre più mi vedo soverchiato da siti che rimandano ad un mio omonimo giovane jazzista, del quale però stranamente non ho alcun riscontro in qualsivoglia altra sede, un'altra cosa che me le sta facendo letteralmente roteare alla velocità della luce, anche se purtuttavia prevedibile dati i tempi, è il fatto che, anche qui a Bologna, capoluogo regionale e non certo piccolo paesello sperduto, gli unici 3 negozi di dischi che ancora si degnino di trattare la classica, si stiano sempre più attestando sulle novità provenienti dai cataloghi dei grossi gruppi multinazionali, titoli che, salvo sporadicissime eccezioni, apparterrebbero, secondo lo scrivente, alla categoria "dischi volanti", ovvero degni al massimo di 'volarsene' direttamente al cassonetto dell'immondizia (se non fosse per i rischi d'inquinamento ambientale, a parte quello acustico, insiti nella faccenda), naturalmente sempre più a discapito delle etichette indipendenti, non solo quelle piccole, ma anche quelle piuttosto importanti come la Naxos (che possono contare, almeno sulla carta, su una distribuzione capillare a livello mondiale), cosa ancor più grave, il cui catalogo ha una vastità tale da far invidia persino a quelli delle multinazionali, la qual cosa mi fa decisamente venire un diavolo per capello! Ma anche fra le novità delle grosse etichette vi sono discriminazioni, avendo visto il recentissimo album del pianista Maurizio Baglini, per la Decca, comprendente lavori di Mussorgski, in tutti e 3 i negozi, mentre sia il coevo disco della moglie violoncellista Silvia Chiesa (accompagnata dall'orchestra sinfonica nazionale della Rai diretta da Corrado Rovaris), inciso per la Sony Classical, con opere di Casella, Pizzetti e Respighi (2 copie), sia il nuovo disco Dg dedicato a lavori per strumenti solisti ed orchestra, della compositrice coreana Unsuk Chin, eseguiti dall'orchestra filarmonica di Seoul diretta da Myun-Whun Chung (1 copia d'importazione), solo per fare un banalissimo esempio, li ho visti soltanto in uno dei 3 negozi, pur facendo attualmente parte, Decca e Dg, dello stesso gruppo (Universal), quindi con la stessa catena distributiva, ed il motivo, facilmente intuibile, si deve alla scarsa popolarità del repertorio proposto, peraltro non di molto superiore anche nel caso dei lavori pianistici mussorgskiani, eccettuati però gli arcinoti "Quadri di un'esposizione", ovviamente pezzo forte della nutrita antologia! Tutto peraltro mestamente nella norma, solo che la vita di un comune mortale appassionato che non voglia divenire schiavo di Amazon e compagnia bella, siti tutt'altro che convenienti ed affidabili contrariamente a quel che gli ingenui credono e tenendo pure conto del fatto che non tutti si destreggiano con la rete, si sta facendo vieppiù ingrata e difficile, anche se purtroppo prevedibile, Bologna non è certo l'unico posto con questa tara, c'è senz'altro di peggio, ma il rospo, per quel che mi riguarda, resta comunque impossibile da inghiottire, anche perchè ulteriore, piccolo sintomo di un generale 'impoverimento' di questa città, se si pensa che solo quest'anno ho visto anche chiudere definitivamente i battenti la grossa libreria "Feltrinelli International" di via Zamboni, con relativo spostamento e drasticissima riduzione del reparto dedicato alle riviste e pubblicazioni in lingua straniera, alla sede di piazza Ravegnana, sostituito da un banalissimo negozio di una catena danese proponente paccottiglia casalinga, nel mentre, di lì a poco, la "Feltrinelli" di via dei Mille, ha visto la totale soppressione dell'edicola internazionale, con altrettanto drastica riduzione dell'orario d'esercizio, solo per parlare di cose recenti relativamente al solo centro storico, questo però la dice lunga sul clima, sull'atmosfera d'involuzione che permea anche il capoluogo felsineo, ovviamente nell'indifferenza totale dei cerebrolesi concittadini, bamboccioni viziati dal troppo benessere, almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Certo la crisi è mondiale, tra l'altro si era anche ipotizzata, a livello discografico, la possibilità della creazione di un'unico distributore o grossista a livello europeo, a cui tutti i negozianti degli stati membri potessero indifferentemente attingere, che garantisse comunque la reperibilità di qualsivoglia titolo in catalogo, nell'arco di un periodo massimo di 2 settimane (o così mi pare), però evidentemente la faccenda è ancora in alto mare, così come il fatto che, almeno in linea teorica, qualunque negoziante nostrano possa, tramite la rete, ordinare titoli anche a distributori stranieri, almeno a livello europeo, anche questa cosa, all'atto pratico, non sembra avere grande efficacia (a parte il fatto che, stranamente, tempo addietro, i prezzi praticati dai distributori stranieri, erano spesso più convenienti, mentre adesso la tendenza sembrerebbe addirittura invertita) probabilmente per un boicottaggio attuato dai lavativissimi distributori nostrani, a suon di possibili ricatti e ritorsioni nei confronti degli stessi negozianti, forse anch'essi sempre più stanchi e demotivati (cose del genere, del resto, le lessi anni fa nel defunto mensile "Musica e dischi"). A proposito di questi ultimi, c'è da notare proprio che l'attuale distributore italiano dell'etichetta svedese Bis, New Arts/Talea, sembrerebbe essere nè carne nè pesce, avendo inutilmente ordinato da tempo alcuni titoli di questa casa al negoziante abituale, che ovviamente, pur non essendo affatto delle novità, non sono mai giunti, almeno fino ad ora, ma quel che mi è stato detto al proposito, non mi spinge di certo all'ottimismo (chiaramente le mie sono ipotesi da non addetto ai lavori, perciò da prendersi con le molle)! Ma se si pensa alla fine che stanno progressivamente facendo in Inghilterra, i negozi della catena "HMV", in particolare la recente chiusura dell'esercizio di Oxford Street a Londra, che con la sua superficie di circa 6000 metri quadrati, era il più grande del mondo, naturalmente non c'è alcunchè di cui meravigliarsi, si sa che i negozi di musica (non soltanto quelli di dischi) sono destinati all'estinzione totale, la tendenza è inesorabilmente quella, lapalissiano, banale, ma è difficile dover accettare questo stato di cose, pur sapendo di non poterci fare assolutamente nulla! Altro che giramenti! / La novità annunciata anche in rete, dell'attuale stagione dell'orchestra sinfonica nazionale della Rai, era quella che, oltre alle dirette radiofoniche su Radiotre, una parte dei concerti avrebbe avuto anche la contemporanea diretta televisiva su Rai5, ma a parte alcune differite, di tutto ciò non sembrerebbe esserci più traccia, anche qui tanto per cambiare, tutto nella norma, come al solito, no? / Anche lo smilzo formato adottato da alcuni mesi dalla rivista "Musica", non induce affatto all'ottimismo, in barba al conclamato aumento di pagine complessive, non particolarmente rilevante, soprattutto se lo si confronta col numero di pagine usuale dei numeri delle annate più remote, sic!