mercoledì 8 ottobre 2014

Il dannato dell'alta fedeltà.

Premesso che l'alta fedeltà per me non è null'altro che una propaggine, ovvero una conseguenza logica della mia passione musicale, come credo di avere già dichiarato in precedenza in più di un'occasione, un mezzo e non un fine quindi essendo quest'ultimo costituito dalla riproduzione sonora della materia musicale, che mi porta semplicemente ad avvertirne la viscerale ma altrettanto naturale, almeno secondo la mia modestissima opinione, necessità di cercare di goderne nella miglior maniera realizzabile, perlomeno compatibilmente con le mie reali possibilità soprattutto economiche e non certo come di un qualcosa di completamente fine a sè stesso, come paventerebbero certi 'audioti' (dopotutto la musica esiste fin dalla notte dei tempi, mentre il fenomeno della riproduzione dapprima soltanto sonora, poi successivamente audiovisiva, è una faccenda relativamente recente, tantopiù che, se non esistesse la musica, l'alta fedeltà sarebbe ben poca cosa, avrebbe sicuramente un impiego assai più limitato e circoscritto, non dimentichiamocelo!), tutto questo senza volerne affatto sminuire l'importanza, ma soltanto per riportare le cose alle giuste proporzioni, voglio dire che insomma, il volerne trattare saltuariamente, anche in questa sede, da parte mia, non costituisce per me affatto un'uscita dal seminato, poichè l'avverto come un qualcosa di limitrofo, intimamente connesso al soggetto musicale, argomento principe, perlomeno nei suoi intendimenti originari, del presente blog. Infatti, mi sto, per l'appunto, gingillando in questi giorni, nel provare la triade di apparecchi recuperati, costituita dal giradischi Thorens con testina Excel/multilettore cd Nad/amplificatore Aurex-Toshiba, alla quale ho fatto riferimento nel mio precedente scritto. Per collegare il lettore cd all'amplificatore, ho utilizzato un economicissimo ma decoroso cavo audio "Evology", i controlli di tono, privi di scatto centrale, li ho lasciati sulla posizione "0", loudness e filtro subsonico anch'essi esclusi, salvo all'inizio, utilizzando al momento per l'ascolto, la sola cuffia Audio-Technica. Il loudness, discutibilmente centrato, come intervento, soltanto sulle basse frequenze e del quale non vengono specificate le caratteristiche tecniche (ma anche quello del Technics da me posseduto all'epoca, era impostato similmente, con un'esaltazione di +10dB dichiarati a 50 Hz, col volume a -30dB e come suo unico effetto collaterale produceva una lieve attenuazione della gamma più acuta), in realtà all'ascolto mi sembra produca soltanto un eccessivo rigonfiamento dei medio-bassi con relativo indurimento del suono, da indurmi ad escluderlo successivamente, anche con la manopola del volume quasi al minimo, quanto al filtro subsonico del quale, anche in questo caso, non vengono svelate le caratteristiche (quello del Technics aveva un'attenuazione dichiarata di -3dB a 30 Hz, con una pendenza di 6dB per ottava), stante la sua natura intrinseca, è ovviamente impossibile da valutare ad orecchio, per cui bisogna andare sulla fiducia. Cosa singolare, per escludere loudness e filtro subsonico e per ascoltare in modalità stereofonica, i tastini relativi vanno premuti anzichè rilasciati, come usuale; gli indicatori di livello, separati per canale, non sono di picco, come sul Technics, ma indicano il livello medio (average) del suono. L'apparecchio, dotato di feritoie di raffreddamento soltanto inferiormente e, in misura minore, superiormente, tende a riscaldarsi con una certa facilità, avendo anche dei piedini d'appoggio un pò troppo bassi; in assenza di segnale, il ronzio di rete è udibile anche se non fastidioso, tende comunque a calare leggermente col trascorrere del tempo. Premesso che, per accelerarne il rodaggio, dopo una mezz'ora circa di preriscaldamento, lasciandolo dapprima acceso in assenza di segnale, ho utilizzato il cd-test "IsoTek / The Ultimate System Set-Up Disc", allegato al n.351 del novembre 2011 della rivista inglese "Hi-Fi Choice", comprendente sia 9 tracce di prova e taratura dell'impianto stereo (in particolare la n.9, "Burn-In & Demagnetisation", che si è dimostrata quasi miracolosa, dal punto di vista del miglioramento udibile della qualità del suono, con diversi degli apparecchi che già possiedo e soprattutto con effetti benefici che sembrano perdurare nel tempo), che 6 tracce di brani musicali di vario genere tratti dal catalogo dell'etichetta svedese Opus 3, devo constatare che l'alta sensibilità unita alla bassa impedenza della cuffia Audio-Technica, fa sì che, col segnale proveniente dal lettore cd, il volume d'ascolto sia già più che sufficiente, con la manopola del volume a 'ore 8' (posizione 1 della scala decimale dell'apparecchio). Con l'ascolto della musica sinfonica, si avverte una discreta dinamica anche se un poco compressa, una buona separazione, un discreto dettaglio ai bassi livelli ma con tendenza a congestionarsi nei pieni ed un'immagine non particolarmente estesa nelle 3 dimensioni, unita a una timbrica decente ma limitata in estensione, soprattutto nei bassi, peraltro anche gli acuti, caratterizzati da una certa vetrosità, non sono di sicuro particolarmente cristallini e rifiniti; passando all'ascolto di brani per organo e per gruppi strumentali ridotti, le limitazioni trovano ulteriore conferma, le voci tendono ad essere un poco aggressive e metalliche, insomma direi proprio che si tratti del tipico suono di un apparecchio dell'epoca, pur constatando che con le incisioni più recenti e di miglior qualità, i difetti si attenuano sensibilmente (anche se il mio Technics mi sembra avesse qualcosa in più, per quanto concerne dinamica ed estensione), non malvagio in assoluto, ma datato senz'altro, poi magari può essere che tutto ciò sia dovuto in parte all'abbinamento con la suddetta cuffia, vallo a sapere. A parte il fatto che gli affronti subiti dal lettore Nad nel corso degli anni, hanno reso la meccanica fragile, tendente a stararsi e con frequenti incertezze di funzionamento (tipiche soprattutto delle meccaniche con controllo del tracciamento del laser di tipo analogico, tendenzialmente più instabili di quelle dotate di servocontrollo digitale, come mi verrebbe da supporre anche in questo caso, ma nulla viene specificato al riguardo, nel manuale d'istruzioni dell'apparecchio, ma forse è anche la natura intrinseca delle meccaniche adottate in questi multilettori a "carosello", a renderli già in partenza, assai più vulnerabili e meno affidabili, aggiungendoci anche il maggior peso ed ingombro rispetto ad un apparecchio tradizionale, stante il fatto che, attualmente, non mi risultano essere più prodotti da alcun marchio d'elettronica), rendendo gli ascolti un tantinello accidentati e difficoltosi, ma dopotutto bisogna tener conto che trattasi pur sempre di oggetti vetusti che hanno subito, nel corso degli anni, parecchie ingiurie e perciò stesso non certo in condizioni ottimali, per cui non starei troppo a pignolare, quello che scrivo non ha alcuna pretesa di rigore ed esaustività, essendo il tutto condotto alla carlona, ma costituisce soltanto il modestissimo resoconto di un vecchio matusa di "audiota impallinato", che per distrarsi temporaneamente dai problemi del vivere quotidiano, si diverte a baloccarsi, saltuariamente, in questa maniera bislacca. Contrariamente a quanto ho letto nei vari siti in rete, non credo affatto che il marchio Aurex fosse riservato unicamente ai prodotti più ambiziosi del catalogo Toshiba, secondo me la differenza doveva essere simile a quella esistente fra i 2 marchi dell'altro gruppo nipponico importante, la Matsushita, ovvero Panasonic e Technics, col primo riservato prevalentemente all'elettronica di largo consumo e col secondo destinato ai prodotti più prettamente "hi-fi" ma non necessariamente ed esclusivamente "high-end", comprendendo articoli che partivano dalla fascia più economica (ve lo ricordate, per esempio, il giradischi Technics SL-303 con testina EPC-270S, del 1980, venduto al prezzo di listino di 99.000 lire?) per arrivare agli oggetti più pregevoli, ambiziosi e costosi, degni di far parte dell'alta fedeltà più sofisticata. Insomma, la differenza fra il marchio Aurex e quello Toshiba, secondo me, è simile, col primo che può essere considerato l'equivalente del marchio Technics ed il secondo, del marchio Panasonic, ma naturalmente, questa è soltanto la mia modestissima impressione. Quanto al giradischi Thorens, il riuscire a montargli la testina Excel sul suo braccio, mi ha fatto letteralmente ammattire, stante la diabolicità, la macchinosità estrema del sistema di fissaggio adottato su questo apparecchio, oltretutto la testina in questione ha anche la stranezza di recare ben 4 fori di fissaggio (2 per fiancata), piuttosto ravvicinati fra di loro, per le viti, ma alla fine, a suon di bestemmie ed imprecazioni assortite, dopo parecchie ore (!), ce l'ho fatta. Navigando in rete, ho reperito pochissime informazioni al riguardo, per cui ho regolato prudenzialmente il peso di lettura e l'antiskating sugli 1,5 grammi, ma ancora, al momento, non mi sono azzardato a saggiarne le caratteristiche soniche. A parte il fatto che, su questo modello di giradischi, bisogna tassativamente evitare di premere il pulsantino che seleziona la velocità di 78 giri, poichè ha la nefasta tendenza a bloccarsi, rimanendo incassato nel suo alloggiamento. Così come, tornando all'amplificatore, non mi sono accinto ancora a collegarlo ad una coppia di casse acustiche, poichè rimuovere le mie attuali (ma con 12 anni di anzianità) B&W DM602S3 dal mio attuale impianto stereo mi creerebbe un eccessivo trambusto, inoltre, non si sa mai, mi riuscisse in futuro di recuperare un paio di casse in condizioni decenti da qualche parte, per il momento preferisco aspettare... Mi stavo dimenticando che, nel fin troppo succinto libretto d'istruzioni dell'amplificatore, praticamente nulla ci viene detto riguardo alla presa a norma DIN a 6 poli, sita anch'essa nel pannello posteriore, denominata "REMOTE" e destinata ad un non meglio specificato, fantomatico, (tele) comando a distanza, stesso discorso riguardo ai terminali PRE OUT/MAIN IN con relativi ponticelli, posti nelle immediate vicinanze; inoltre, in alcuni siti internet, questo amplificatore, viene proposto, nell'ambito dell'alta fedeltà dannata, ad un prezzo di vendita sui 100 euro, il che mi sembra francamente esagerato, a meno che, caso assai improbabile, non ci si imbatta in un esemplare praticamente intonso; personalmente, se in ottime condizioni, io lo valuterei al massimo intorno ai 30 euro, ma si sa che tanto le follie all'interno della rete internet, sono all'ordine del giorno, anzi c'è ben di peggio, siamo sempre nella norma!