giovedì 27 giugno 2013

Via dalla pazza folla.

Escono tanti libri prodighi di consigli alla cosiddetta portata di tutte le tasche (sarà, ma non certo per chi ce le ha veramente vuote!) pensati per coloro che vogliono fuggire dall'Italia, o quantomeno ambiscono a un radicale cambiamento dello stile di vita, io stesso a suo tempo ne ho acquistato uno dal titolo esplicativo, ovvero "Scappo dall'Italia", beata ingenuità, rendendomi presto conto che non c'è alcunchè di applicabile a un miserrimo comune mortale solo al mondo, come l'imbecille che sta vergando queste farneticazioni. Questo è l'ennesimo caso di sfruttamento editoriale di uno stato d'animo sempre più diffuso, da parte dei soliti furbacchioni matricolati con la pancia piena, tutto nella norma! Anche navigando su internet, trovi dei 'soloni' tipo un soggetto che si firma con lo pseudonimo di 'Dita di fulmine', nel cui blog è prodigo di pseudo consigli riguardo al tema, consigli quanto mai lapalissiani, è ovvio! Ma visto che sono arrivato a un punto della mia esistenza in cui mi sembra di avere poco o nulla da perdere, sto beatamente cullando il mio ego smisuratissimo (alla mia veneranda età è l'unica cosa 'smisurata' di cui mi possa vantare, ahimè!) in un sogno impossibile: quello della fuga a costo zero, al massimo con i soli abiti che si abbia indosso. Visto che logica vuole che senza quattrini non si va molto lontano, riuscire in una simile folle intrapresa, sarebbe un evento veramente epocale e il mio incommensurabile ego già si erge come pioniere assoluto di una simile esperienza, va da sè! In un'epoca come l'attuale, all'insegna dell'incertezza assoluta, avere almeno una 'sicurezza' è da considerarsi un privilegio assoluto. Nel mio caso è la seguente: quando la tua vita va a catafascio, dagli altri, ovvero dai tuoi simili, non puoi aspettarti assolutamente nulla di buono, il che è la norma! Quindi ne consegue che la regola prima per tentare l'impresa è non cercare assolutamente di avvicinarsi alle persone, confidando anche sul fatto che, col passare dei giorni, si diventa inevitabilmente sporchi, laceri e puzzolenti, il che dovrebbe facilitare enormemente le cose. Ingenuamente e stoltamente, in questa vita, nel mio piccolo, avrei voluto diventare un uomo di cultura, ma quello è un lusso riservato ai ricchi perditempo, perciò non avendo dietro l'angolo che un futuro di ulteriore emarginazione, miseria e solitudine, avendo il vantaggio di essere solo al mondo, per cui su nessun'altro ricadranno le conseguenze delle mie scempiaggini, posso almeno consentirmi il 'lusso' di rimbambire completamente e di andarmene a ramengo. Per quel che concerne la musica, avendo nel corso dei decenni immagazzinato nel mio cervello sballato una marea di brani musicali, potrò fare affidamento sul mio cosiddetto 'orecchio interiore' riascoltandomi mentalmente le musiche preferite, altrochè musica liquida e altre facezie, per cui aspetto solo che la mia situazione precipiti ulteriormente e che il destino m'induca a sgattaiolare via, non m'importa di risultare vigliacco e immaturo. Sono stanco di questa dittatura dell'incultura imperante, non ho soldi per potermi comprare un 'buen retiro' ma non mi va nemmeno di continuare a stare qui a languire, nell'attesa di essere sbranato dai cerebrolesi di turno, così come sono assolutamente schifato dal buonismo e dalla carità pelosa di cui questo sistema è prodigo!

Il declino.

Ieri, in cui tra l'altro ricorreva l'ottantesimo compleanno di Claudio Abbado, ho dovuto chiudere precipitosamente il mio scritto, sempre per i famigerati 'motivi tecnici', che al momento, salvo smentite, parrebbero essersi attenuati o almeno è quello che spero, poichè sarebbe almeno l'unica cosa positiva in un quadro generale e personale, sempre più fosco. Certo che la chiusura per fallimento del distributore discografico europeo Codaex, avvenuta circa un paio di settimane fa, non è l'unico segnale negativo del mondo discografico, noto per esempio che le uscite discografiche dell'orchestra sinfonica di Roma diretta da Francesco La Vecchia, sia per la Brilliant che per la Naxos, vengano diffuse prima all'estero che da noi, contrariamente a quanto accadeva tempo addietro e se è così, non è certo un bel segno. Inoltre, non ho più notizie di quel disco di musiche di Pizzetti con i complessi del Regio di Torino diretti da Noseda, che dovrebbe essere stato inciso per la Chandos, nel luglio dell'anno scorso; é anche vero che ultimamente non ho navigato granchè su internet, per cui potrei essermi perso qualcosa, in tal caso faccio ammenda, però vedo che anche i titoli dedicati dalla Naxos alle musiche di Maxwell-Davies sembrerebbero essersi arrestati. Aggiungiamoci il fatto che, da troppo tempo, i negozi di musica e le librerie in generale, si sono trasformati in (non)luoghi di (non)incontro, mentre al contrario, almeno fino a circa un decennio fa, potevano ancora considerarsi i luoghi principali di ritrovo per uno scambio di opinioni fra appassionati, adesso sembra che siano passati millenni da tutto ciò, anzichè un lasso di tempo relativamente breve, sembra proprio di rievocare fantasmi di un passato forse persino mai esistito, se non nella propria malata immaginazione. Continuo sempre più saltuariamente a frequentarne i superstiti, più che altro per una sorta di riflesso pavloviano, non certo perchè ne tragga giovamento alcuno, anzi! Il più delle volte mi deprimo persino, ma cosa vogliamo farci, sono un inguaribile ingenuo idiota totale! Per quello che riguarda la distribuzione delle etichette discografiche in futuro, sembra che si tenda a concentrarle nelle mani di un unico distributore a livello europeo, ma in tal caso, dubito che la situazione generale migliori e che anzi l'Italia si trovi a essere ancora più penalizzata di quanto già non lo sia, rispetto alle altre nazioni europee, il che però sarebbe stramaledettissimamente nella norma, tanto per cambiare! A proposito di declini vari, ho sott'occhio in questo istante il pieghevole col programma dettagliato de "Il Cinema Ritrovato" svolgentesi in Piazza Maggiore a Bologna dal 29 del mese fino al 6 di luglio. In particolare, riguardo ai cosiddetti 'cineconcerti', direi proprio che siamo a livelli miserrimi, almeno sulla carta. Pietoso in maniera rimarchevole mi sembra il programma del cineconcerto di chiusura di sabato 6 luglio, limitantesi a una mezz'oretta di musiche di Bernard Herrmann tratte da alcuni film di Hitchcock, si poteva far decisamente di più, mi sembra veramente una cosa ridicola, un minutaggio complessivo assurdo, salvo smentite. Meglio rivolgersi più proficuamente al disco, come per esempio quello inciso nel '96 dalla filarmonica di Los Angeles diretta da Esa Pekka-Salonen, con un programma ben più esteso, un bel titolo recentemente ristampato dalla Sony Classical. Ma anche scorrendo il programma delle serate più prettamente cinematografiche inserite anche nella rassegna de "Il Cinema sotto le stelle", così come in quello che si sta già proiettando in piazza da sabato scorso, intravedo parecchie "pizze" a serio rischio di spappolamento testicolare con annesso stracciamento di marroni e sgretolamento di attributi. Visti i tempi, non ci si poteva aspettare altrimenti, un bel declino anche questo, penso proprio che lascerò questo mondo con animo sempre più leggiadro, visto che non mi sembra proprio che ci sia alcunchè per cui valga la pena di sciropparsi questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo di cerebrolesi!