mercoledì 26 giugno 2013

Marcia funebre per una marionetta.

Mentre continuo ad avere problemi per così dire informatici, non bastasse il resto, ho appreso proprio in data odierna che, uno dei più importanti se non il più importante distributore di etichette discografiche europee, ovvero la Codaex, è fallito, con tutte le ovvie conseguenze sia lavorative che di reperibilità futura sul mercato dei numerosi marchi discografici da essa diffusi. Se pensiamo che la Codaex, nata in Francia, sviluppatasi poi in Belgio e da lì dilagata in tutta Europa, con l'apertura anche di una filiale italiana, aveva acquisito una posizione di grande importanza in questo ambito, si può ben immaginare che per la discografia tradizionale, cioè basata sui supporti audiovisivi preregistrati, i tempi si fanno veramente grami, non bastasse la recente chiusura in Gran Bretagna dei 66 negozi della catena HMV. Inoltre qui da noi, l'etichetta svedese Bis, continua a rimanere senza distribuzione alcuna e sarà assai improbabile, viste le condizioni stringenti che impone ai distributori, ossia di essere pagata in anticipo riguardo alla merce consegnata, con l'aria che tira, che ne trovi qualcuno disposto a sobbarcarsi un simile onere finanziario. A parte il fatto che anche il ritmo delle uscite di nuovi titoli, sembra segnare decisamente il passo, attestandosi su una media di non più di 3 o 4 uscite ogni 1 o 2 mesi. Mi sembra peraltro che anche la Naxos stia tirando il freno in questo ambito, ad ogni buon conto il suo distributore italiano, la Ducale, riesce a resistere fino ad ora, limitando il quantitativo di titoli in magazzino. Sempre secondo le mie informazioni, pare che se si volessero ordinare i titoli della Bis direttamente dall'estero, il prezzo continui ad attestarsi sui 24-25 euro per disco, un pò troppo francamente! Nè credo che a risollevare le sorti di questo sempre più asfittico mercato sia il cosiddetto commercio telematico o tantomeno la cosiddetta musica liquida, che ritengo rimarranno sempre abbastanza circoscritte. L'impressione è sempre più quella di assistere al definitivo crepuscolo di un'epoca, ma direi proprio che alla fine è quello che ci meritiamo tutti.