"No, non muore la musica!", questa la celebre frase pronunciata da Arturo Toscanini ascoltando il complesso de "I Musici". Oggi, in piena, dilagante follia pandemica, non ne sarei affatto così sicuro! Sull'editoriale del numero attualmente in edicola della rivista mensile "Musica", si parla, tra le altre cose, esplicitamente di un certo numero di musicisti suicidatisi da quando è iniziata questa volgare montatura, poichè esasperati dal perdurare di questa assurda situazione che li priva innanzitutto del rapporto diretto del pubblico, componente tutt'altro che irrilevante della vita di un artista che dir si voglia, che li porta fin troppo facilmente alla depressione, costringendoli ad una forzata inattività, salvo che non si "accontentino" dello squallidissimo surrogato dello "streaming" del quale peraltro alcuni loro indegni colleghi, con una grandissima dose d'autolesionismo, direi, arrivano persino a mostrarsene pubblicamente entusiasti. Qualcuno già aveva messo in guardia da tutto ciò, tempo addietro, ribadendo chiaramente che l'accettare passivamente questo stato di cose, significava di fatto tirarsi letteralmente la zappa sui piedi, fornendo pretesti a iosa ai fautori della chiusura dei teatri e delle sale (oltre ai cinema ed ai musei, naturalmente), per poter protrarre questa situazione ad oltranza, tanto a costoro non solo non importa alcunchè della cultura in generale, ma anzi è un qualcosa di fastidiosamente superfluo del quale, nella loro ottica aberrante, si può, anzi si deve, assolutamente fare a meno! Tanto più essendo oltremodo pericolosissima, a rischio di risveglio delle coscienze individuali, cosa inaccettabile per il nuovo erigendo (dis)ordine mondiale! Se persino in una rivista specializzata si arriva a lanciare un simile allarme, significa veramente che la faccenda deve proprio avere raggiunto livelli di una gravità assoluta! D'altronde bisognerebbe anche dire agli stessi musicisti, che hanno perlopiù adottato atteggiamenti di stupida sudditanza nei confronti delle autorità governative (accusa peraltro estendibile a grandissima parte della popolazione), piagnucolandosi addosso incapaci del benchè minimo moto di ribellione, che chi è causa dei suoi mali pianga sè stesso! Personalmente è da un bel pò che evito COME LA PESTE i concerti televisivi, essendo allergico alle immagini di musicisti col "preservativo" sul muso (o talvolta anche senza) in sale vuote o tutt'al più col surrogato del pubblico ridotto a mera "presenza coreografica" (sic!), ma anche per i concerti radiofonici non è che vada meglio, trovando fastidiosamente surreale il sentirli auto-applaudirsi pestando contemporaneamente i piedi sul palco, al termine di ciascuna esibizione! "Gli è tutto sbagliato! Gli è tutto da rifare!" per dirla con Bartali, qui si va verso l'annientamento totale, cosa mai successa nemmeno nelle peggiori dittature totalitarie del passato più o meno recente! Ma c'è stato qualcos'altro nella giornata odierna che me le ha fatte roteare più che mai alla velocità della luce: esplorando il sito della Naxos-Marco Polo riguardo alle novità video-discografiche del mese corrente, tra i titoli elencati mi cade l'occhio soprattutto su un dvd della Marco Polo inerente una ripresa dal vivo del 14-15 agosto 2020 (!) dell'allestimento scenico di un'opera di Siegfried Wagner (unico figlio di Richard e di Cosima, anch'egli compositore come il più illustre padre), avvenuta in un piccolo teatro di Bayreuth (?): trattasi di "Sonnenflammen" (Sole fiammeggiante), lavoro poco o punto conosciuto come in genere per tutte le opere di codesto compositore, il chè ai miei occhi rappresenterebbe in sè qualcosa di assolutamente positivo, essendo per natura contrario alla "solita minestra" e propenso alla riscoperta del repertorio più desueto. Se non fosse che, la denominazione dell'orchestra figurante in locandina, "Bayreuth Digital Orchestra", mi ha fatto suonare un sinistro campanello d'allarme! Volendo capirne di più, approfondisco la ricerca ottenendo come risultato la conferma di ciò che più temevo: trattasi di ORCHESTRA VIRTUALE "gestita" dal direttore (ma si può ancora chiamare così?) attraverso il noto programma (ovvero "software") per computer, "SIBELIUS" (arisic!) e questo spiega anche l'utilizzo di un piccolo teatro, anzichè la consueta, più ampia Festspielehaus! Ovviamente la casa discografica descrive questo obbrobrio anche a livello concettuale come "una incredibile conquista" tecnologica, stimolata dal Covid-19 (argh!); io sarò prevenuto, ma se penso che dovrei spendere una trentina di euro per avere una simile porcheria, già mi girano le balle quando vedo usati nomi di compositori o di cantanti lirici per denominare applicazioni informatiche oppure per apparecchiature d'alta fedeltà, ennesimo indice di barbarie culturale prona ad interessi meramente commerciali (e non bastassero i danni causati parecchio tempo addietro, dal cane "Beethoven" o dal "Rach 3" in ambito cinematografico), codesta ciofeca non la vorrei nemmeno se me la regalassero, augurandomi che di questo titolo non se ne smerci nemmeno una copia. Un modo siffatto di concepire l'opera dal vivo, costituisce senz'altro un pericolosissimo precedente, la morte sicura degli spettacoli dal vivo, alla faccia di chi sostiene la superiorità dell'esperienza dal vivo rispetto alla fruizione domestica od individuale! Ha senso andare ad assistere all'esibizione (?) di un computer o di una chiavetta usb? Ma fatemi il piacere! Ricordo che anni fa, sulle pagine delle riviste di alta fedeltà statunitensi, compariva la pubblicità di una ditta specializzata in impianti d'amplificazione sonora da palco, in cui si dichiarava che i loro prodotti erano talmente efficaci da rendere inutile l'assunzione di nuovi orchestrali da parte dei complessi desiderosi di potenziare le proprie sonorità, essendo assai più economico e remunerativo per costoro acquistare i loro articoli con cui avrebbero potuto ottenere più facilmente il medesimo risultato, tanto più essendo facilmente camuffabili come pannelli fonoassorbenti da dislocare nella parete di fondo, in maniera che il pubblico in sala non si accorgesse del trucco, ahimè, questo ovviamente secondo quanto dichiarava la casa produttrice medesima! Vero o no che fosse, ogni qualvolta m'imbattevo in tale pubblicità, un brivido d'inquietudine mi correva lungo la schiena, ed alla luce delle attuali derive, ne avevo ben donde! Tornando alla Naxos-Marco Polo, se penso che la sede principale è situata ad Hong-Kong, guarda caso, col fondatore che, pur avendo un nome e cognome germanici, è in realtà statunitense ammogliato con una violinista cinese, non mi meraviglio affatto, a questo punto, che abbia avallato una simile sconcezza! Questi discografici si confermano sempre più dei volgarissimi "VENDITORI DI LETAME"! Comunque la situazione generale rimane sempre più contradditoria, con la Spagna unico paese europeo che, pur tra assurde restrizioni, mantiene in ogni caso i teatri aperti, mentre le orchestre anglosassoni operano comunque negli studi di registrazione con i singoli componenti privi di mascherine e tranquillamente "assembrati", inoltre un giovane direttore d'orchestra nostrano di mia conoscenza, è andato nei giorni scorsi ad esibirsi tranquillamente IN PUBBLICO in Russia postando le sue foto su Instagram, questi sono solo alcuni esempi per dare ulteriore riprova del clima grottesco di questa tragicomica farsa, ma del resto, se pensiamo pure soltanto all'ultimo concerto di capodanno viennese con l'orchestra ed il direttore in assetto regolamentare senza museruole, anche se in una sala ovviamente vuota (e tutti codesti soggetti precedentemente e "miracolosamente" risultati negativi ai famigerati tamponi, che fortuna, ma và!), non resta altro che dire "CHE LA FARSA SIA CON VOI" e buonanotte ai suonatori! Per il momento mi fermo qui, ma seguiranno senz'altro ulteriori riflessioni al riguardo! 13 febbraio 2021