venerdì 12 luglio 2013

Fermenti lattici.

Ieri sera, dopo il primo dei 2 concerti trasmessi da Radiotre, c'è stata un'intervista telefonica da parte del conduttore di Radiotresuite a un'importante personaggia di cui mi sfugge il nome, per giunta di nazionalità straniera, che, confesso la mia ignoranza, non avevo mai sentito nominare, ma che ho trovato parecchio interessante. Da quel che mi è parso di capire l'illustre personaggia dovrebbe essere un'importante gallerista e collezionista d'arte, intervistata dal conduttore radiofonico per il fatto di avere appena pubblicato un libro di memorie sulle sue esperienze a contatto con vari artisti nel corso degli anni. L'indomita signora 78enne, che da quel che ho inteso, si trova spesso nel nostro paese, era giustamente risentita contro l'Italia, poichè volendo donare una sua importante collezione di opere di un altro importante artista, il cui nome anche in questo caso mi sfugge, non avendolo mai sentito nominare vista la mia ignoranza in questo ambito, ma che intuivo, visto il tono della conversazione, essere di grande valore, orbene volendo donare questa collezione a un museo italiano e non avendone trovato alcuno disponibile come da stramaledetta norma, ha alla fine dovuto mandarla a un museo di Zurigo, che al contrario si è dimostrato disponibilissimo e dove, secondo le parole della stessa interessata, ha trovato una sistemazione acconcia. D'accordo che questo non è il primo e non sarà nemmeno l'ultimo caso del genere, nel nostro cosiddetto bel paese, se penso del resto che anche qui a Bologna, la collezione di strumenti musicali d'epoca di Luigi Ferdinando Tagliavini, ha corso lo stesso rischio, prima di trovare collocazione nel museo di San Colombano, qualche anno fa, non me ne meraviglio affatto. Ma tornando all'esimia personaggia intervistata iersera, quello che mi ha colpito di costei, a parte il carattere estroverso e indomito, sempre più raro in un mondo di zombies cerebrolesi come quello attuale, è stata una sua frase, ovvero quando ha detto che bisogna andarsene via dall'Italia essendo diventata un paese senza speranza, cosa che anch'io nel mio piccolo vorrei poter fare se solo sapessi dove andare a sbattere la testa. Certo che se anche una persona importante e quindi senz'altro privilegiata rispetto a un omuncolo come il sottoscritto, arriva a fare queste affermazioni, senz'altro condivisibili in toto, allora qui non rimane altro che il suicidio, per chi, come me, da comune mortale, vorrebbe vivere, nel suo piccolo, all'insegna della cultura, di cui l'esimia soggetta sottolineava la sua importanza dal punto di vista dell'evoluzione sociale e politica, non ci vuole molto a capire che con la barbarie imperante non si va lontano, ma purtroppo, si sa, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, come da norma! Cosa ho fatto di male per capitare in questa epoca d'inarrestabile decadenza, lo vorrei proprio sapere! Anche l'esimia soggetta intervistata, conveniva sul fatto che questo sistema politico vigente andasse totalmente cambiato, ma purtroppo anche in questo caso, vale quanto già affermato. Le uniche sue asserzioni che mi trovavano in perfetto disaccordo, denotando anzi, secondo me una certa dose d'ingenuità da parte sua, erano quando addebitava interamente le cause dell'attuale sfacelo interamente alla classe politica, dimentica del fatto che essa stessa è uno specchio veritiero della nostra reale essenza come popolo, e quando inneggiava alla creatività del popolo italiano e all'abilità artigianale delle persone semplici, come unico baluardo a questo degrado. Si vede proprio che io, allora, devo proprio essere sfortunato, poichè, tutto questo, non lo rilevo affatto nelle numerose persone in cui m'imbatto quotidianamente qui a Bologna, al contrario constatando una sconfinata povertà d'animo, nevrosi e frustrazioni assortite, una tendenza alla furberia e all'imbroglio, al raggiro (ecco gli unici ambiti in cui si esplica veramente la nostra cosiddetta creatività!), alla totale mancanza di rispetto verso il prossimo (altro aspetto peraltro rilevato anche dalla suddetta), di cattiveria gratuita profusa generosamente, oltrechè di una totale indifferenza alle faccende culturali, da non dare più adito ad alcuna speranza. Ma se veramente, come a volte parrebbe, ci sono altre persone oltre a me, nauseate da questo stato di cose, perchè non ci si decide mai veramente a venire allo scoperto, vomitando pubblicamente tutta la nostra rabbia e indignazione? Domanda retorica, nel paese che ha sostituito i fermenti rivoluzionari coi fermenti lattici, quelli caso mai forieri di rivoluzioni di ben altro genere! Se penso alla brutale soppressione dell'orchestra sinfonica della radiotelevisione greca, alla cessazione dell'attività dell'orchestra filarmonica da camera della radio olandese, ascoltata alcune sere fa sempre in diretta radiofonica, all'orchestra della Svizzera italiana, da tempo non facente più parte dell'organico dell'ente radiotelevisivo locale e operante quindi come collaboratrice esterna di quest'ultimo, per tacere delle orchestre americane che hanno anch'esse cessato o ridotto la loro attività, così come al tira e molla penoso riguardo al traballante Maggio Fiorentino (a proposito, sull'ultimo numero di 'Musica' ho letto degli articoli che in buona parte collimano con quanto già da me espresso in proposito), allora non ci restano più nemmeno le lacrime per piangere! In un'altra intervista radiofonica da me ascoltata in queste serate estive, s'interpellava un direttore di conservatorio (o di una scuola musicale, la mia memoria non mi è di aiuto alcuno oggidì) che aveva anche lui pubblicato un libricino contenente i resoconti di 32 suoi allievi che avevano tentato la sorte all'estero, per fare carriera come musicisti. Anche in questa pubblicazione, da parte degli interpellati, emergevano giuste critiche verso il nostro paese, dove oltre all'arretratezza culturale e all'assenza di meritocrazia, emerge anche la scarsa considerazione sociale riservata dal volgo ai musicisti, poichè, come già da me più volte stigmatizzato in precedenza, l'occuparsi di musica viene ritenuto un innocuo trastullo da perditempo, anzichè un vero e proprio lavoro. Anche qui, tutto stramaledettamente nella norma, per carità! A peggiorare però lo stato delle cose, osservo io, c'è però anche un atteggiamento esasperantemente spocchioso ed elitario da parte dei musicisti nostrani, nei confronti di noi comuni mortali, un atteggiarsi a 'castina' che certo non aiuta a migliorare la situazione generale! Fermate il mondo, voglio scendere!

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