venerdì 14 marzo 2014

Il vaso di Pandora.

I compensi economici destinati ai pezzi grossi messi a capo degli enti musicali nostrani e non solo, ovvero sovrintendenti, direttori e responsabili artistici e musicali e compagnia bella, continuano a rivelarsi sempre più come un incommensurabile vaso di Pandora di infiniti, assurdi sprechi e dilapidamenti di denaro pubblico e non. Se ne ha un'ulteriore conferma, sfogliando le pagine del numero attualmente in edicola del mensile "Suono", sul quale è stata pubblicata una breve lista, naturalmente parziale, di nomi eccellenti operanti in tale ambito, con tanto di emolumenti mensili ufficiali, quindi non tenendo conto di eventuali compensi straordinari e di benefici aggiuntivi come auto blu d'ordinanza, appartamenti e quant'altro (altro che, come diceva Totò: "Vitto, alloggio, lavatura, stiratura!"), compensi comunque non correlati minimamente a meriti e responsabilità  effettivi, od a bilanci più o meno in attivo od in passivo, ma in base soltanto a biechi criteri di lottizzazione politica. A suo tempo ero stato persino ottimista nel dichiarare, sulla base di quanto avevo letto sul mensile "Musica", che il compenso dei sovrintendenti varia dai 1.000 ai 3.000 euro al giorno (se così fosse, effettivamente la cifra, considerando che un mese al massimo è costituito da 31 giorni, non dovrebbe in ogni caso superare il tetto dei 93.000 euro, se la matematica non è un'opinione, uno stipendiuccio comunque scandalosamente ragguardevole e spropositato!), poichè scorrendo attentamente la breve lista pubblicata da "Suono", salta fuori che il "più poveraccio" fra i nomi summenzionati si becca la "modica cifra" di 134.000 euro mensili (provate a immaginarvi, di conseguenza, quello che si becca il "più paperone", gulp!), alla faccia del caciocavallo, la realtà è ben peggiore di quel che ingenuamente ritenevo! A parte le qualifiche a volte decisamente fantasiose che vengono attribuite a simili soggetti, desumibili dalla lettura dell'articolo di "Suono", scritto da Pietro Acquafredda, per giustificarne flebilmente agli occhi dell'opinione pubblica, gli assurdi emolumenti ufficiali e ufficiosi, dei quali sempre più sfrontatamente godono, veramente viene da constatare per l'ennesima volta che il peggio non è mai morto! Se poi si aggiunge che, a partire credo dal 2015, alla Scala dovrebbe subentrare la coppia Alexander Pereira/Riccardo Chailly, rispettivamente sovrintendente e direttore musicale, al posto dell'attuale costituita da Stéphane Lissner e Daniel Barenboim, con Pereira che sembrerebbe avere preoccupanti propensioni spenderecce, almeno stando a quanto avrebbe combinato in quel di Salisburgo, non c'è altro da dire che il buongiorno si vede dal mattino! E noi paghiamo! Ma fino a quando? Intanto, se potete, date una scorsa all'articolo di "Suono", così vi fate almeno una vaga idea della gravità della situazione! Insostenibile, decisamente! Ma visto che sembrerebbero non esserci più soldi per la cultura, se non altro stando a quel che ci dicono periodicamente, mi pongo una domanda stupida, come mai le tasche di questi soggetti si riempiono sempre di più fino a livelli di esondazione? Forse proprio perchè con l'arte, la cultura, c'entrano come i cavoli a merenda? Curioso!  

Nessun commento:

Posta un commento