giovedì 28 febbraio 2013

Tutto il mondo è paese.

Ho citato più volte ultimamente il mensile "BBC Music Magazine" che esce in edicola da poco più di una ventina d'anni e che vanta il fatto di essere il mensile musicale colto più venduto nel mondo, ed è il maggior concorrente della più antica rivista discografica del mondo, ossia l'inglese "Gramophone" che credo risalga all'incirca al lontano 1927, anno più anno meno, ininterrottamente sulla breccia fin d'allora. Peccato che, secondo me, per ottenere il primato di per sè invidiabile, di essere la rivista musicale più venduta al mondo, sia scesa a troppi compromessi sul piano qualitativo, sia per ciò che concerne i contenuti editoriali del periodico, con eccesso di frivolezze, banalità e pettegolezzi, ma ancora di più per ciò che riguarda il contenuto musicale del cd ad essa allegato fin dal primo numero. Troppo spesso, come nel caso del numero attualmente in edicola, il disco allegato appartiene a quella categoria che definirei "cd della mutua", ossia contenenti la solita minestra, ovvero il repertorio più trito e ritrito, in questo caso 2 delle suites orchestrali di Bach, con tutto il rispetto per quest'ultimo! Nondimeno il numero di gennaio, dedicato principalmente e giustamente al centenario della nascita di Benjamin Britten, ha proposto nel disco allegato il suo arcinoto capolavoro che é il War Requiem, anzichè andare a pescare, approfittando dell'occasione, nei suoi lavori meno noti, tipo quelli cameristici, o vocali, solo per fare qualche esempio, o proporre magari dei lavori inediti, come già fatto in passato dalla stessa rivista, in tempi evidentemente migliori degli attuali. Anzi, a questo proposito, aggiuungerei che mi sento particolarmente deluso, poichè da una rivista britannica, mi aspetterei una maggiore attenzione al loro immenso patrimonio di compositori inglesi di talento misconosciuti, tipo Elisabeth Mackoncy, Humphrey Searle, George Lloyd, Elisabeth Lutyens, Robert Simpson, John Mc Cabe, Alexander Mackenzie, George Butterworth, Constant Lambert, Lord Berners, Granville Bantock, Gerald Finzi, Brian Easdale, Frank Bridge e tanti altri, non dovrei essere io, uno straniero, nella fattispecie un italiano, a suggerirglielo, si dovrebbero proprio vergognare e dovrebbero, al contrario, considerarlo il loro obiettivo principale! Ma evidentemente tutto il mondo è paese e il loro atteggiamento ricalca quello nostrano per quello che concerne la diffusione e la conoscenza del nostro repertorio, strumentale e non, che non si limiti alle solite musiche dei soliti noti. Se penso che, in anni passati nei dischi allegati a questa rivista, si trovava sovente della musica rara non solo del '900 storico, ma anche brani contemporanei se non addirittura delle prime assolute, in certi casi commissionate dalla rivista medesima, non posso non deplorare l'attuale andazzo populista nel senso più deteriore del termine. Per giunta limitare le sempre più rare incursioni nel repertorio britannico ai soliti nomi, tipo Britten, Elgar, Vaughan-Williams, Delius, per giunta in prevalenza nei loro lavori più arcinoti, per quanto li apprezzi enormemente, mi sembra proprio denotare una mentalità bassamente commerciale, nei responsabili di questo periodico. A parte che, essendo l'attuale direttore della nostra più importante e anziana rivista discografica, "Musica", un inglese rispondente al nome di Stephen Hastings (la nostra benedetta esterofilia!), come legge del contrappasso sarebbe giusto casomai, mettere alla direzione di "Gramophone" un italiano, in tal caso, essendo disoccupato, mi candido sfacciatamente! Tornando al periodico della BBC, trovo che quest'ultimo si stia riducendo al rango di rivista per signorinelle snob e che necessiterebbe di una bella iniezione di testosterone! Una volta, quando le scelte musicali inerenti il contenuto dei dischi allegati, erano più coraggiose e originali, la acquistavo regolarmente, adesso, quasi sempre, mi limito a darci una rapida scorsa in edicola; del resto, ritengo di non essere il solo a pensarla così, poichè noto che, in genere, quando vi è allegato un "cd della mutua", vende meno copie di quando vi è incluso un titolo più interessante, almeno così mi pare, girando per le edicole della città! Svegliati, perfida Albione!

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