Il primo titolo pubblicato concerne e non poteva essere altrimenti, l'arcinota quinta sinfonia di Beethoven nell'interpretazione dell'orchestra filarmonica di Berlino diretta da Herbert von Karajan, incisa per la Deutsche Grammophon. Ho dimenticato precedentemente di rilevare che i titoli proposti in questa collana sono esclusivamente di etichette facenti parte del gruppo Universal e precisamente Archiv/DG, Decca e Mercury, e l'epoca delle incisioni proposte si situa fra la fine degli anni '50 e la metà degli anni '70, con un'unica eccezione di un'incisione Archiv di pochi anni fa, attualmente disponibile sul mercato nel formato cd, almeno a giudicare dall'elenco delle prime 25 uscite. Tornando all'esame del disco in questione, la prima critica che posso fare è alla custodia esterna, che anzichè avere la superficie vetrificata (ossia lucida) come nell'originale (di cui posseggo copia d'epoca), è di aspetto opaco, inoltre la grafica del retrocopertina, così come la busta interna e le etichette del disco, non corrispondono all'originale uscito nel '63, ma a una sua ristampa successiva del '70; infatti le etichette del disco non recano sul bordo della circonferenza la corolla di tulipani tipica della DGG degli anni '50 e '60, ma una semplice fascia bianca adottata dalla stessa a partire dal '70. Credo che questa infedeltà, per ciò che concerne etichette e retrocopertina, sia dovuta al fatto di rendere più agevole l'inserzione grafica delle scritte di "servizio" De Agostini/ Universal, presenti in maniera alquanto invasiva in ambo i casi. Occorre dire, per onestà, che simili discrepanze estetiche fra originali e ristampe, sono frequentemente rilevabili anche nei ben più costosi titoli reperibili nei normali negozi di dischi! Per quel che concerne il fascicolo allegato, deploro il fatto che ci siano troppo poche informazioni riguardo ai dati di registrazioni, limitandosi a informare che il disco in questione è stato registrato nel 1962 alla Jesus Christus Kirche di Berlino-Dahlem; per fortuna in parte soccorre lo stesso retrocopertina del disco, che ci informa che il produttore discografico era Otto Gerdes (anch'egli direttore d'orchestra) ed il tecnico del suono era Guenther Hermanns, ma purtroppo non possedendo alcuna ristampa su cd, nulla posso riferire riguardo la data precisa in cui è avvenuta la registrazione! Anche in questo caso una cura maggiore non guasterebbe affatto! L'autore dei testi di questo fascicolo è l'ineffabile Pierre Bolduc, il quale secondo me incorre in alcune sviste. La prima a pag.2, quando afferma: "... secondo il compositore francese Vincent D'Indy: "Fino a oggi (1801) Beethoven ha composto solo musica; adesso è la vita l'argomento su cui scrive."..." Come potrebbe D'Indy avere fatto questa affermazione riguardo alla quinta di Beethoven, nel 1801, visto che è nato nel 1851 e morto nel 1931? Ce lo dica, caro Bolduc! Sempre a pag.2 nel riquadro in basso concernente "Le sacre du Printemps" di Stravinski, si parla di atonalità anzichè di politonalità, come sarebbe più esatto; sono 2 faccende ben diverse! Inoltre l'aneddoto a pag.4 su Fuertwaengler che assiste a un concerto di Toscanini alla Carnegie Hall, mi sembra dubbio, visto che non viene specificato in quale periodo si sarebbe svolto, con quale orchestra quest'ultimo si esibiva (filarmonica di New York o sinfonica della NBC?), tutto troppo vago! Piccola curiosità a pag.7 in basso: c'è un riquadro intitolato "Note sparse", casualità? Per finire a pag.8, quando si afferma che la dinamica orchestrale dal vivo può arrivare ai 125 decibel, quando in realtà arriverà si e no al centinaio, poichè se così non fosse musicisti e pubblico avrebbero come minimo i timpani perforati, oltrepassandosi in questo caso decisamente la cosiddetta soglia del dolore, non esageriamo. Quanto poi alla supposta superiorità dell'ascolto musicale dal vivo, rispetto a quello in ambito domestico, è più teorica che reale, per tutta una serie di ragioni che intendo trattare prossimamente a parte! (Continua!)
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