Sesto titolo della collana De Agostini, uscito in edicola il 18 aprile scorso / Autori vari: "Adagio", contenente musiche di Remo Giazotto (Adagio in sol min. per archi e organo, meglio noto come il 'falso' "Adagio" di Tomaso Albinoni), Johann Pachelbel (Canone e giga in re magg., per 3 violini e basso continuo, nell'arrangiamento per orchestra d'archi e clavicembalo di Max Seiffert), Luigi Boccherini (Quintettino "La musica notturna delle strade di Madrid" - brano all'origine della nota rielaborazione per grande orchestra di Luciano Berio -, nell'arrangiamento per orchestra d'archi) e Ottorino Respighi (Antiche arie e danze per liuto: suite n.3, per orchestra d'archi), interpretate dagli archi dell'orchestra filarmonica di Berlino, diretta da Herbert von Karajan, con Wolfgang Meyer all'organo (nel brano di Giazotto) e al clavicembalo (nel brano di Pachelbel)/ Deutsche Grammophon. / Stante alcuni lievi difetti grafici della copertina, la custodia, superficie opaca a parte, sembrerebbe clonata direttamente da un vecchio esemplare originale d'epoca, recante i tipici lievi segni di usura sui bordi; inoltre, secondo me, sul cartiglio giallo della copertina, all'estrema destra, dopo il numero di catalogo, dovrebbe essere presente il doppio circolo con la scritta "ST-33", qui assente. Per il resto, non noto evidenti discrepanze grafiche. / Busta interna accettabile, ma le etichette del disco non sono conformi a quelle della Dgg degli anni '70, stante la vistosa mancanza del riquadro centrale a 3 sezioni e delle scritte "D. P." e "Made in Germany". D'accordo che si tratta pur sempre di un prodotto da edicola, ma comincio veramente a pensare che queste trascuratezze siano volute e in tal caso, mi piacerebbe conoscerne il motivo. / Fascicolo accompagnatorio, con testi di Giovanni Tasso, Bruno Baudissone e Pierre Bolduc, di livello complessivamente discreto, ma con 2 bei refusi: il primo a pag.2, nel riquadro che dovrebbe essere dedicato alle 3 suites di antiche arie e danze per liuto di Respighi, nell'incisione Mercury della Philarmonia Hungarica diretta da Dorati, recante nuovamente, al suo interno, il trafiletto già comparso nello scorso numero, relativo a 'Goyescas' di Granados e quindi reiterando anche il refuso sul nome della pianista, menzionata erroneamente come Alicia De La Rocha, anzichè De Larrocha; il secondo a pag.3, nel riquadro relativo al disco di trascrizioni orchestrali bachiane di Stokowski, dirette dal medesimo con l'orchestra filarmonica ceca, che dalla foto si evince essere un Decca 'Phase 4', ma chissà perchè gli estremi di etichetta indicati sono di un Emi/Hmv! Ci sarebbe anche in realtà, un altro piccolissimo refuso all'interno del testo dell'articolo principale a pag.3, verso la fine, ma tralasciamolo per carità di patria. / Dati di registrazione nuovamente scarni (disco registrato nel 1969 a Sankt Moritz, in Svizzera, ed uscito nel 1972 - produttore, Otto Gerdes, supervisione di Hans Weber, tecnico del suono Guenter Hermanns). / L'interpretazione, pur in una chiave romanticizzata e non filologica, è sorprendentemente sobria ed estremamente musicale, rifinita e godibile. Ho solo trovato un pò troppo uniforme il clavicembalo nel brano di Pachelbel. / La qualità sonora è ottima, pur con una dinamica e un'estensione ovviamente limitata, stante il genere relativamente tranquillo e l'organico strumentale ristretto, con una timbrica calda, rotonda e avvolgente, anche se a volte con un eccesso di riverbero, soprattutto nei brani di Giazotto e Pachelbel. Inoltre, principalmente nel brano di Giazotto, sono avvertibili qui e là delle piccole sbocconcellature dell'audio, che farebbero pensare a dei tagli di montaggio. Il livello d'incisione è un pò più alto della media. / Qualità della stampa un pò rumorosa ma accettabile, anche se con qualche rumore impulsivo di troppo.
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