Questo mese ricorrono almeno 2 anniversari importanti, almeno sulla carta: il 14 maggio 1763, con la prima rappresentazione assoluta de "Il trionfo di Clelia", dramma per musica in 3 atti di Christoph Willibald Gluck su libretto di Pietro Metastasio, con scene e costumi di Antonio Galli Bibiena, si inaugurava proprio 250 anni fa il Teatro Comunale di Bologna, progettato proprio dallo stesso architetto Bibiena. Dopo di allora, quest'opera sembra non sia mai più stata rappresentata e quindi proprio martedì 14 alle ore 20, dovrebbe avere, in una nuova edizione critica appositamente realizzata per l'occasione, la sua seconda rappresentazione assoluta, oltretutto nello stesso luogo per cui venne realizzata originariamente. Speriamo bene che si tratti di una riesumazione degna di nota, che vada ben al di là dell'occasione contingente così come spero, prima o poi, almeno tramite Radiotre, di poterlo verificare almeno con le mie orecchie, una volta tanto che non si va a pescare nella solita minestra. L'unica cosa che, al momento, mi mette un poco in apprensione, è quanto si legge riguardo ai criteri registici adottati, stando all'opuscolo ufficiale dell'attuale stagione del Comunale. A pag.6, nelle note del consulente artistico Nicola Sani si legge testualmente: "Occasione preziosa per la riscoperta di un titolo di rarissima esecuzione, presentato in una veste semplice e innovativa (sic!) dal giovane regista inglese Nigel Lowery." Più oltre a pag.19, nelle note anonime a fianco della locandina degli interpreti si aggiunge: "In questa nuova produzione, che ambienta l'azione in un parallelismo tra il mondo classico e i moti rivoluzionari dei primi decenni del ventesimo secolo (sic!), la regia e le scene sono affidate al giovane regista inglese Nigel Lowery......" Insomma il rischio di doversi sciroppare l'ennesima regia teatrale modernamente astrusa come da norma, mi sembra dietro l'angolo, per cui speriamo che l'occasione preziosa non si riveli, alla fine, come l'ennesima occasione sprecata. Purtroppo, se penso a quello che ho visto e sentito sia attraverso Radiotre che Rai5, degli spettacoli più recenti del Comunale (Trovatore, Macbeth, Olandese Volante, mentre sorvolo sulla Norma, non avendola ancora ascoltata), stante il livello complessivamente non esaltante, questo non m'induce a essere ottimista, anzi direi proprio che i 250 anni, il Comunale, li porta decisamente malissimo, salvo smentite. Vedremo e soprattutto, sentiremo! Ma il fatto è che la resa artistica dei complessi corali e orchestrali del teatro, risente moltissimo del livello di chi li dirige, essendo stata massima come testimoniato anche dalle incisioni discografiche, quando a dirigerli c'era un certo Riccardo Chailly, mentre già con Daniele Gatti, si andava più a corrente alternata, ovvero a buone riuscite si affiancavano anche serate mediocri, in cui il nostro, mi si passi il bisticcio, dirigeva da cani! L'attuale direttore stabile, figlio guarda caso del sovrintendente del Festival Rossini di Pesaro, non è secondo me la guida ideale per questi complessi, in quanto interpretativamente ancora acerbo, anche se riconosco che la sua direzione della bellissima "Matilde di Shabran" proprio al Festival Rossini, mi è sembrata una delle rare volte in cui desse un'interpretazione più convincente. Tra l'altro proprio quest'anno dovrebbe affrontare la sfida enorme rappresentata dal "Guillaume Tell" nella stessa sede, in agosto, per cui incrociamo le dita! Il secondo anniversario a cui volevo accennare, riguarda la prima rappresentazione assoluta di quello che è il capolavoro simbolo di tutto il '900 musicale, ovvero la tumultuosa prima de "Le sacre du printemps" di Stravinski, avvenuta il 26 maggio 1913, ovvero 100 anni fa. Pensare che una musica del genere stia per tagliare il traguardo del secolo di vita, produce un singolare effetto. Aspettiamoci anche, come trita consuetudine in questi casi, che le varie istituzioni musicali, approfittino dell'occasione, per riproporci questo brano arcinoto e strainciso, fino alla nausea, intanto già venerdì scorso si è riascoltato nella seconda parte del concerto dell'orchestra sinfonica della Rai, in più ne sono già uscite recentissimamente altre 2 ennesime edizioni discografiche ma, faccenda curiosa, in video, ossia in dvd, non è reperibile alcuna edizione in forma di balletto, ossia con tanto di danzatori e coreografia, trovandosi esclusivamente poche riprese di esecuzioni in forma concertistica, cosa abbastanza singolare se raffrontata alla pletora di edizioni discografiche. Sempre tutto nella norma!
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