martedì 18 giugno 2013

Congedo illimitato provvisorio.

Purtroppo, come temevo, la mia situazione personale sta precipitando e non avendo alcun cosiddetto piano B, ma caso mai soltanto un lato B invero piuttosto debordante, che in questo frangente di sicuro non mi serve a un tubo, rammentandomi che ai miei tempi, quando ancora esisteva la naja obbligatoria, al termine della quale, ti veniva consegnato il cosiddetto foglio di congedo illimitato provvisorio, significante il fatto che in caso di eventualità tipo lo scoppio di un conflitto bellico, potevi essere richiamato in servizio fino al compimento del 65° anno di età, uso la stessa formula per congedarmi, spero altrettanto provvisoriamente, da questo sito, poichè il mio attuale stato d'animo non m'invoglia a proseguirlo ulteriormente, quantomeno non più in maniera sistematica e regolare, riservandomi di riprenderlo qualora riuscissi a superare definitivamente il difficile momento che anch'io, come molti, sto attraversando, augurandomi che comunque, il mio campionario di corbellerie assortite resti a disposizione in rete, nel caso qualche navigatore che non abbia nulla di meglio da fare, si imbatta disgraziatamente in questo sciaguratissimo sito e non lo trovi totalmente disprezzabile. Si dice che la necessità aguzza l'ingegno, ma se è così, io allora devo essere proprio un caso disperato, visto che non so letteralmente che pesci pigliare, ma forse più che mai, anche in questo caso, è tutto stramaledettamente nella norma. Certo che, anche la notizia appresa iersera su Radiotre, riguardante il brutale scioglimento dell'orchestra dell'ente radiotelevisivo greco, così come il fatto che, anche negli Stati Uniti, alcune orchestre sinfoniche abbiano cessato o sospeso l'attività musicale per motivi economici, non induce proprio all'ottimismo. Mi ricordo anni fa di un'orchestra americana, la quale pur di evitare l'onere economico di assumere altri orchestrali, aveva fatto ricorso allo stratagemma di impiegare, nella propria sala da concerto, una cosiddetta parete di rinforzo acustico, camuffata da insieme di pannelli fonoassorbenti, ovviamente disposta nella muraglia retrostante i musicisti, che ne amplificava artificiosamente il volume sonoro, al fine ovviamente di far risultare più corposo e potente il suono dell'organico strumentale, evitando di dover ricorrere ad altri musicisti aggiunti, in carne ed ossa. C'è poco da stare allegri! Domenica scorsa, in uno degli intervalli della differita televisiva di Rai5 del 'Crepuscolo' scaligero diretto da Barenboim, il critico musicale Quirino Principe si è premurato di farci sapere che il suo figliolo lavora come maestro collaboratore proprio alla Scala, guarda caso. Siamo alle solite, largo ai giovani, soprattutto se raccomandati, in questo benedetto paese, solo per fare un altro esempio, basta essere figli del sovrintendente del Festival Rossini, ed eccoti prontamente scodellato il posto di direttore musicale dei complessi del Comunale di Bologna, tutto nella norma più assoluta, no? E noialtri reprobi, nel paradiso dei raccomandati e dei tengo famiglia, bastardi cani sciolti che non siamo altro, meritiamo di essere emarginati, isolati, immiseriti, siamo delle schegge impazzite che un sistema altamente democratico come il nostro, non può e non deve assolutamente tollerare, perdincibacco. C'è una battuta a proposito del nostro bel paese in cui si dice che se vuoi visitare le tombe dei Faraoni, te ne vai in Egitto, mentre se vuoi vedere le mummie, te ne resti in Italia, ma di sicuro l'hanno messa in giro dei volgarissimi diffamatori, poffarbacco! Tornando a bomba (!) alla serata di domenica scorsa su Rai5, il solito ineffabile Michele Dall'Ongaro durante uno degli intervalli, si è persino premurato di ringraziare Quirino Principe per la sua partecipazione, quando a me risulta, salvo prova contraria, che in genere i cosiddetti esperti non si scomodano mai gratuitamente per mamma Rai, al contrario anzi! Andiamoci piano coi ringraziamenti quindi, visto quello che normalmente ci costano, poffarre! In attesa dello scempio prossimo venturo, vi saluto e 'io speriamo che me la cavo'.

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