sabato 9 novembre 2013

Lacerti.

Trovo, se possibile, sempre più desolante, il panorama delle attuali uscite video-discografiche, a cominciare dall'ambito della musica classica che, salvo sporadiche eccezioni, sembra ristretto a musicisti vanagloriosi e divetti plasticosi riproponenti stancamente la solita minestra e barocchisti più o meno polverosi e putrescenti, forse lo fanno apposta per me, visto che continuo pervicacemente nella mia fase economicamente 'ecologica', così non mi debbo dolere di non avere più il becco di un quattrino per potermi comprare uno straccio di cd, se è così, ma che carini che sono! (al massimo mi dolgo per i titoli di Maxwell-Davies che escono per la Naxos, o per le incisioni dell'Orchestra Sinfonica di Roma diretta da La Vecchia per quel che concerne il repertorio sinfonico nostrano, o per il ciclo delle sinfonie di Villa-Lobos sempre per la Naxos, ma a parte ciò, non ho rimpianto alcuno, non l'avrei mai immaginato!) / Come al solito, anche quest'anno, le varie ricorrenze musicali o anniversari che dir si voglia, hanno ulteriormente dimostrato la loro sostanziale insulsaggine e inutilità, per esempio sembrerebbe che Benjamin Britten abbia composto soltanto il "Peter Grimes", il "War Requiem", dati fino alla nausea e poco altro (questo mese, in scena al Comunale di Bologna, ci dovrebbe essere anche "The turn of the Screw", tutt'altro che sconosciuto anch'esso), nessuno che abbia inscenato la versione francese dell' "Otello" verdiano, realizzata per Parigi e cantata ovviamente in francese, della quale, talvolta, si ascoltano (oltrechè essere state incise su disco) praticamente solo le danze! E che dire delle 4 versioni del "Tannhaeuser" di Wagner? Poichè quella comunemente detta 'di Dresda' è in realtà una versione successiva, già recante modifiche rispetto alla versione primigenia, rappresentata a Lipsia, mentre quella cosiddetta di Parigi, è in realtà una versione posteriore rappresentata a Vienna, col testo cantato nuovamente in lingua tedesca, poichè quella di Parigi era cantata in francese ed inoltre l'ouverture e la susseguente 'musica del Monte di Venere' (ovverossia il balletto, anche se secondo me questa musica ha assai poco di ballettistico in realtà) erano separate da una breve pausa, anzichè essere riunite in un blocco unico come nella successiva e più nota versione? Perchè non si è fatto qualcosa di simile almeno a quanto fecero ad Essen nel 2004, quando eseguirono in forma di concerto la versione primigenia di "Der Fliegende Hollaender", composta da Wagner a Parigi nel 1841-42 e mai andata in scena, con la storia ambientata in Scozia (e precisamente nelle Isole Orcadi), anzichè in Norvegia, come nelle più note versioni successive e quindi con i nomi di alcuni personaggi differenti rispetto a queste ultime (qui Daland si chiama Donald ed Erik assume il nome di Georg), recita di buon livello complessivo fortunatamente fissata su disco dalla Deutsche Harmonia Mundi in un cofanetto purtroppo attualmente fuori catalogo, tacendo delle differenze riguardo all'orchestrazione e della diversa stesura delle linee vocali, con la ballata di Senta, un tono sopra rispetto alle versioni successive? (Wagner fu costretto successivamente ad abbassarla di un tono, cioè da sol minore a la minore, poichè la cantante da lui prescelta per la parte, dopo averla ascoltata in una recita di "Norma", era Wilhelmine Schroeder-Devrient, che si rivelò non in grado di reggere l'originaria tessitura). Per la cronaca Wagner, se la morte non fosse sopravvenuta, non aveva ancora messo la parola 'fine' nè per il "Tannhaeuser", nè per "Der Fliegende Hollaender", poichè aveva seriamente intenzioni di apportarvi ulteriori ritocchi. Signori sovraintendenti e direttori artistici, vergognatevi (si fa per dire)! Tutto nella norma, come al solito! / Sempre a proposito di Wagner, tempo fa ho ascoltato su Radiotresuite, un'intervista all'attuale direttore artistico del Comunale di Bologna, Nicola Sani, il quale dichiarava, a proposito del "Parsifal" diretto da Roberto Abbado che dovrebbe andare in scena il prossimo 14 gennaio, che la regia teatrale avrà un carattere innovativo, proponentesi di mostrare l'evoluzione della figura di Parsifal, attraverso il passare dei secoli (gulp!), la qual cosa mi fa temere 'registate' a gogò, oltrechè ennesimo spreco di denaro pubblico, speriamo che almeno la parte musicale sia quantomeno all'altezza della situazione! Tra l'altro in quell'occasione, giustamente si rammentava come Bologna sia stata la prima città italiana a rappresentare il "Parsifal", a tamburo battente con lo scadere del veto imposto dallo stesso Wagner che ne confinava le rappresentazioni esclusivamente in quel di Bayreuth, veto che scadeva il 31 dicembre del 1913, cosa che consentì al Comunale di Bologna di rappresentarlo alle ore 15 del 1° gennaio 1914, l'orario insolito dovendosi al fatto di voler battere sul tempo il Teatro Costanzi di Roma (l'attuale 'Teatro dell'Opera di Roma'), la cui rappresentazione della stessa opera era fissata per le 15 e 30 dello stesso giorno, in una delle varie sterili gare usuali fra i teatri nostrani, per poter rivendicare la prima assoluta o la prima italiana di una certa opera (incredibile comunque, proprio nel pomeriggio di Capodanno, ritrovarsi con due rappresentazioni quasi contemporanee del 'Parsifal', cosa impensabile oggidì, nell'attuale era masturbatorio-ipertecnologica), sia pure in versione ritmica italiana e con alcuni tagli, come allora si usava. Non per niente, nel capoluogo felsineo, si erano già avute, in precedenza, le prime italiane di "Lohengrin" (alla quale assistette, da un palco, lo stesso Verdi), di "Tannhaeuser" e di "Der Fliegende Hollaender". Bologna, prima città wagneriana in Italia, avanti a Palermo e Venezia, ma come abbiamo fatto a cadere così in basso? Domanda retorica! / Nel musical "Carousel" del 1946, di Rodgers-Hammerstein, è presente una celebre canzone intitolata "You'll never walk alone", quando se non sbaglio, ad uno dei personaggi principali muore la madre. "You'll never walk alone"? Peccato che la realtà sia ben diversa! Altro che se ti ritrovi a camminare da solo, più che mai, soprattutto quando sei nei guai, ovviamente! / Sempre a proposito di comunicazione, come mai ogni volta che si invia una e-mail a qualcuno, il destinatario, regolarmente, non si sente mai indotto a inviarti a sua volta una qualsivoglia risposta, lasciandoti conseguentemente nel dubbio se l'abbia ricevuta e l'abbia anche letta, salvo il caso che non ti capiti d'incontrarlo di persona, successivamente? Qui facciamo veramente acqua da tutte le parti! / Sul numero di novembre della rivista 'Suono' attualmente in edicola, ennesimo articolo di Pietro Acquafredda concernente gli ennesimi intrallazzi, inciuci, clientelismi e favoritismi, praticati bellamente coi finanziamenti pubblici, all'ombra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma, chiamanti pesantemente in causa il suo attuale presidente, Bruno Cagli; naturalmente, nulla di nuovo sotto il sole, ma sarò l'unico a provare un soffocante senso di nausea, almeno così mi chiedo? Evviva l'Italia! Certo è che se esiste veramente un Dio, allora lo odio proprio a morte, poichè il ritrovarmi scaraventato mio malgrado in quest'orrido pantano che ancora qualcuno si azzarda a definire il 'Bel Paese', lo considero la peggiore cattiveria che mi si potesse fare! La vita è un dono solo per i furbi, per gli altri è una iattura! / Si complica sempre di più la faccenda relativa alle varie stesure delle sinfonie di Bruckner, di cui mi sono già occupato tempo addietro; scorrendo le recensioni  discografiche degli ultimi 2 numeri della rivista "Gramophone", mi sono accorto che esiste una nuova edizione della 2^ versione del 1877 della sinfonia n.2, realizzata da William Carraghan, che differirebbe in alcuni dettagli dalle precedenti edizioni Haas e Nowak  (questa nuova edizione è incisa in un sacd della Pentatone, con l'Orchestre de la Suisse Romande, diretta da Marek Janowski), mentre dell'8^ sinfonia ne esisterebbe un'ulteriore stesura del 1888, riesumata sempre da Carraghan, quindi cronologicamente intermedia fra le 2 stesure ufficiali, rispettivamente del 1884/87 e del 1887/90, più vicina concettualmente alla prima di queste (questa stesura intermedia è incisa in un doppio cd della Hannsler-Profil, con la Philarmonia Festiva diretta da Gerd Schaller, con in appendice un brano di Otto Kitzler, maestro di composizione dello stesso Bruckner, stimatissimo dal medesimo; trattasi di una 'Trauermusik', composta da Kitzler proprio in occasione dei funerali del suo illustre allievo, una musica funebre orchestrata dallo stesso Schaller). Inoltre, tempo addietro, mi sono accorto che, in un recente cd della Accentus Music, con la Luzerne Festival Orchester diretta da Abbado, contenente la sinfonia n.1, ne viene adottata la 3^ versione, che sospetto in realtà spuria, del 1893, nell'edizione all'epoca curata da Guenther Broesche, erroneamente indicata come la versione di Vienna, analogamente a quanto fecero Chailly e la Radio Sinfonie Orchester Berlin, in un cd Decca uscito nel 1987 (strana comunque la scelta di Abbado, visto che nella precedente integrale realizzata per la Dg con i Wiener Philarmoniker, aveva optato per la consueta 2^ versione, edita da Nowak, quest'ultima erroneamente indicata come versione di Linz, ma in realtà essendo proprio la versione viennese, mentre nell'incisione Decca degli anni '60, aveva scelto sempre quest'ultima versione, ma nell'edizione Haas). Non avendo potuto visionare nè tantomeno ascoltare i dischi summenzionati, per il momento mi limito a questa modesta segnalazione.

Nessun commento:

Posta un commento