domenica 3 dicembre 2017

Suite Tampax.

E' soltanto da pochissimo che ho superato il senso di autentica vergogna per aver messo, a suo tempo, in condivisione su facebook, la "Serata Cage" svoltasi in piena estate canicolare, alla libreria "Coop/Ambasciatori" di via degli Orefici, a Bologna. Più di tre ore di autentico stracciamento di marroni, un susseguirsi di boiate pazzesche una peggio dell'altra, fra stornellatori e cineserie d'accatto, di tutto di più, mancava solo una cosa, l'oggetto della serata, ovvero lo stesso Cage, purtroppo! Più che una "Serata Cage" nel senso di John, una "serata cage", nel senso letterale di cage, ovvero trappola, autentico specchio per le allodole. E per questa ributtante baracconata, da cui ne sono sortito con una depressione a dir poco cosmica, vi erano coinvolte varie scuole musicali e financo il conservatorio felsineo! Per darvi un'idea del livello "altamente culturale" dell'evento (a parte un telegrafico accenno ad un nuovo libro dedicato al suddetto musicista) , a cui hanno fatto presenziare, tanto per darsi una parvenza di serietà, un rintronatissimo, canuto, Tito Gotti (direttore d'orchestra e fra gli organizzatori, a suo tempo, del "Treno di Cage") che sembrava piovuto lì per caso, ad un certo punto, sul palco, fra i vari cialtroni che vi si avvicendavano, è giunto un tal professor Luppi, proveniente dal riformatorio, ops, conservatorio, il quale, presentando i suoi allievi, ha annunciato, testuale: "Adesso facciamo un baccanale, ovvero un Bach anale!". E dopo questa bella trovata, prendendo pure a pretesto il fatto che a Tampa, in Florida, si tiene un "Festival Cage", ha annunciato l'esecuzione, sempre da parte dei propri allievi (o Allevi? Ci mancava soltanto il moccoluto, a questi livelli!) di una sua propria composizione, dedicata (sic!) al commemorato, ovvero la "Suite Tampa". Visto l'andazzo, meglio sarebbe stato, a questo punto, ribattezzarla "Suite Tampax" (in bocca gliel'avrebbero dovuto cacciare, a codesto mentecatto)! Ingenuamente, pensavo che, per il fatto che il gestore di codesta libreria, Luigi Montrone, si picca di essere un appassionato di classica, ed inoltre, visto che fra gli organizzatori figurava sua figlia Irene, insegnante di musica e curatrice di "Girotondo di note", piccola rassegna periodica domenicale di giovani allievi aspiranti concertisti, avente luogo nella medesima libreria, pensavo, ripeto, di trovarmi al cospetto di ben altra cosa, altrimenti meno che mai mi sarei azzardato a condividerla sui social, nè tantomeno di buttare un'intera serata assistendoci di persona! Insomma, non c'è speranza, questi sguaiatissimi bottegai che con la cultura ci si riempiono soltanto le loro sudicie boccacce, non solo hanno rifatto il funerale a Cage, ma, per giunta, pure d'infima classe!  

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