sabato 31 agosto 2013

Celluloide in policarbonato 5 (la vendetta, maledetta!).

Innanzitutto, dico che queste cose di cui sto trattando in questi giorni, le sto scrivendo, egoisticamente ed egocentricamente, innanzitutto per me stesso, poichè penso che, se un giorno ormai prossimo, come temo, dovessi diventare un senzatetto nullatenente, almeno possa sperare che, qualora mi si conceda di connettermi a qualche postazione internet pubblica gratuita, possa, andandomi a rileggere le mie scempiaggini scritte su questo blog, non solo rinfrescarmi la memoria, ma anche continuare a mantenere un minimo di contatto con i miei interessi principali, nella speranza, così, di non perderli - e conseguentemente di non perdermi - del tutto, ecco perchè sto tentando, in questi giorni, di vomitare letteralmente, in questo spazio, almeno la gran parte, se non tutto, del mio 'sapere', o presunto tale, giacchè mi sembra assurdo di gettare stupidamente alle ortiche, il risultato di decenni di assiduo appassionamento alla materia. O almeno, ci sto provando. Anche perchè, ammesso e non concesso che aboliscano effettivamente l'Imu, senza peraltro rifarsi abbondantemente con la Tares, la mia situazione resta, in ogni caso, decisamente critica, visto che sono praticamente al 'verde', anche se questo suona molto 'ecologico' oggidì! / Ho già rilevato diversi errori grammaticali e sintattici nei miei precedenti scritti, oltrechè ad altrettante ripetizioni, compreso lo scritto presente, ma occorre tenere presente che i miei testi sono largamente improvvisati sulla base dell'estro momentaneo, corroborati tutt'al più da appunti scribacchiati alla bell'è meglio, suscettibili d'improvvisi e improvvidi ricordi e amnesie del mio disastrato cervello, per cui il risultato, decisamente perfettibile, è quel che si può ben vedere in questo sito. / Come carattere, Bernard Herrmann, era un tipo difficile, vanitoso, accentratore, con atteggiamenti da primadonna, collerico e irascibile, con uno spirito particolarmente velenoso e polemico, che gli rese la carriera più difficile, procurandogli inimicizie. Ciononostante, con Hitchcock, finchè il sodalizio resse, i rapporti furono particolarmente amichevoli e cordiali, frequentandosi i due assiduamente, anche al di fuori dell'ambiente cinematografico. Herrmann si vantava di essere un musicista completamente autodidatta, estimatore di Charles Ives, dichiarando di aver basato i suoi propri studi, sul famoso trattato di orchestrazione scritto da Hector Berlioz, in realtà aveva preso lezioni da Percy Grainger e aveva seguito corsi regolari alla Juilliard School. Fu tra i primi compositori autoctoni, assieme ad Aaron Copland, George Gershwin e Jerome Kern, a dedicarsi al mondo della celluloide, in un'epoca, compresa tra la fine degli anni '30 e i primi anni '40, ancora egemonizzata, in questo ambito, dai compositori dell'area germanica soprattutto, ma anche europea, fuggiti via dal vecchio continente ed emigrati nel nuovo mondo, con l'avvento del nazismo (Max Steiner, Friedhofer, Deutsch, Waxman, Korngold, Rosza, Tiomkin, ecc.), portandosi dietro il loro sinfonismo tardo romantico di marca straussiana o nel caso di Tiomkin, prokofieviano e shostakoviciano. Herrmann fu tra i primi a volersi contrapporre a questo stilema, con un'impiego più ampio di legni, percussioni e un uso più accentuato delle dissonanze. / Anche compositori come Pizzetti e Respighi, influirono profondamente nel linguaggio adottato dai compositori di colonne sonore hollywoodiane negli anni '50, soprattutto riguardo ai film di argomento biblico. Pizzetti, per la verità, aveva al suo attivo un'unica e breve incursione in campo cinematografico, componendo la 'Sinfonia del fuoco', breve brano orchestrale per baritono, coro e grande orchestra, a commento musicale della 2^ scena, 'L'invocazione a Moloch', facente parte del film "Cabiria" (1913), di Giovanni Pastrone, una delle più colossali produzioni dell'epoca del muto, con didascalie di Gabriele D'Annunzio e un minutaggio complessivo di circa 4 ore, proiettato in prima assoluta a Torino, il 18 aprile 1914. Inizialmente a Pizzetti era stato affidato l'incarico di musicare tutto il film, ma a causa di un dissidio col regista, il compositore parmense passò il compito di musicare tutte le restanti sequenze del film ad un suo allievo, di cui purtroppo non ricordo più il nome. Per giunta credo che, nella versione sonorizzata del film, realizzata nel 1931, le musiche originali siano state completamente sostituite con altre, del tutto differenti. / Anche Mascagni (Rapsodia satanica, regia di Nino Oxilia) e Zandonai (La principessa Tarakamova), ebbero occasionalmente a che fare con la settima arte. / Fra i compositori nostrani, non solo di colonne sonore, ingiustamente trascurati, vanno almeno menzionati Renzo Rossellini (Roma città aperta) e Carlo Alberto Pizzini, oltrechè lo stesso Franco Ferrara, noto più come direttore d'orchestra. / Dopo questa prolusione, sciroppatevi un breve elenco di alcune delle antologie, a carattere almeno parzialmente cinematografico, fra le tantissime (almeno più di 350!), incise da quell'autentico stakanovista della sala di registrazione, che fu Erich Kunzel, alla testa della 'sua' Cincinnati Pops Orchestra, effettuate nell'arco di svariati decenni, per case discografiche come Telarc e Vox. L'unica avvertenza è dovuta al fatto che, sovente, gli arrangiamenti quivi utilizzati, sono poco o punto rispettosi degli originali, la qual cosa farà senz'altro, giustamente, storcere il naso ai puristi, inoltre gli accostamenti operati all'interno di queste miscellanee, decisamente eterogenee, sono sovente discutibili e inclini talvolta a un certo gusto un tantinello ridondante e stucchevole, per giunta conditi, in alcuni titoli, da ancor più discutibili se non pleonastici 'effetti sonori speciali' all'insegna della più deteriore alta fedeltà, pensata per far tuonare le casse acustiche, mettendo seriamente a repentaglio queste ultime assieme alle orecchie dell'ascoltatore, ma comunque, a parte ciò, trattasi di dischi godibili e ben suonanti e quindi tutt'altro che disprezzabili, anzi! Su il sipario, allora: --------- 1) Rodgers: The Carousel waltz - Slaughter on Tenth Avenue / Hayman: Pops Hoe-Down / Kern: Mark Twain, a portrait for orchestra / Herberth: Festival March - American Fantasia; - Tony Chipburn, trombone; - cd MMG/Vox Prima MWCD 7125 (anche se è stato inciso, credo negli anni '70, quindi in piena era analogica, la qualità sonora è a dir poco esplosiva, in nulla inferiore ai successivi titoli incisi in digitale per la Telarc); --- 2) Hollywood greatest hits, vol.1: 20th Century Fox Fanfare (Alfred Newman) / Captain Blood (Korngold) / Gone with the wind - A summer place (Max Steiner) / Ben Hur (Rozsa) / Exodus (Gold) / Doctor Zhivago - Lawrence of Arabia (Maurice Jarre) / Romeo e Giulietta (Rota) / Goldfinger - Out of Africa (Barry) / Love story (Lai) / Jaws (John Williams) / The summer of '42 (Legrand) / Rocky (Conti) / Terms of endeament (Gore) / Chariots of fire (Vangelis); - William Tritt, pianoforte - cd Telarc CD-80168 (nota a margine: considero Bill Conti, uno dei compositori più sopravvalutati di colonne sonore, oltre ad essere e qui la cosa è ben peggiore, uno dei copioni più spudorati in assoluto, vi dò subito un paio di preclari esempi di tutto ciò: in "Fuga per la vittoria" di John Huston, scopiazza a piene mani sguaiatamente, il 4^ movimento della 5^ sinfonia di Shostakovich e in un altro film di cui non rammento il titolo, plagia sgangheratamente l'adagio di Barber, bell'originalone dei miei stivali. Mi ritorna in mente una certa frase di Stravinski, quando afferma che il vero copione è colui che riscrive pedissequamente il tutto, mentre il genio è colui che rielabora il tutto secondo le proprie esigenze, provate a indovinare a quale categoria appartiene Bill Conti, un geni(o) tale!) --- 3) Chiller: The Phantom of the Opera (Andrew Lloyd-Webber) / The twilight  zone, tema televisivo (Marius Constant - proprio lui, il compositore di musica d'avanguardia!) / The bride of Frankenstein (Waxman) / The Devil and Daniel Webster - Psyco (Herrmann) / Sleuth (Addison) / Poltergeist (Goldsmith) / Without a clue (Mancini); (+Mussorgski-versione Rimski-Korsakov: Una notte sul monte calvo; Saint-Saens: Danse macabre; Berlioz: Marche au supplice-da Symphonie fantastique, 4^mov.; Pandemonium-scena 19 da La damnation de Faust; Grieg: Nell'antro del Re della montagna, da Peer Gynt, suite n.1 op.46; Gounod: Marche funebre pour une marionnette); comprende anche tracce con effetti sonori speciali realizzate da Michael Bishop e Rosalind Ilett; - Robert Muckenfuss, organo; - cd Telarc CD-80189 (nota: i brani di musica classica qui inseriti, sono stati utilizzati, almeno in parte, all'interno di colonne sonore cinematografiche, mentre la marcia di Gounod divenne celebre come sigla televisiva della nota serie di brevi telefilm gialli "Alfred Hitchcock presents".) --- 4) Movie love themes: On golden pond (Grusin) / Unchained (North) / Dick Tracy (Sondheim) / Somewhere in time (Barry) / Flashdance (Moroder) / Raiders of the lost ark (John Williams) / A star is born ('76 - Paul Williams) / The competition (Schifrin) / Shirley Valentine (Russell) / Arthur (Peter Allen/Bacharach/Cross) / Same time next year - Ice castles - The way we were (Hamlisch) / Cousins (Badalamenti) / Ghost (Maurice Jarre) / The deer hunter (Myers); - William Tritt, pianoforte; - cd Telarc CD-80243; --- 5) From the heart: My heart will go on, da 'Titanic' (Horner); Sail away (Orinoco flow) (Enya/Roma Ryan); Time to say goodbye (Francesco Sartori/Lucio Quarantotto/F. Peterson); Tears in heaven (Eric Clapton); Every breath you take (Sting); The mummer's dance (Loreena McKennit); Candle in the wind (Elton John); Nessun dorma, da 'Turandot' (Puccini); Kiss from a rose (Seal); I believe I can fly, da 'Space jam' (R. Kelly); I will always love you, da 'The bodyguard' (Dolly Parton); The music of the night, da 'The phantom of the Opera' (Andrew Lloyd-Webber); Simple gift, a Shaker melody, da 'Lord of the dance' (Tradizionale); How do I live, da 'Con Air' (Diane Warren); Tell him (David Foster); - Eric Rigler, zufolo grave; Julie Spangler, pianoforte, sintetizzatori e tastiere; Timothy Berens, Paul Patterson, chitarre; Robert Walters, corno inglese; Randolph Bowman, flauto; Michael Andres, sassofono contralto e sassofono soprano; Mike Sharfe, basso elettrico; Marc Wolffey, batteria; - cd Telarc CD-80510; --- 6) Mega movies: The mummy - Air Force One - L.A. confidential (Goldsmith) / Titanic - The mask of Zorro - Mighty Joe Young (Horner) / The rock (Zimmer/Badami/Glennie-Smith) / Contact (Silvestri) / Star wars, episode 1: The phantom menace (John Williams) / The Prince of Egypt (Schwartz/Zimmer) / The X-Files, serie tv (Snow) / A bug's life (Randy Newman) / Elizabeth (Hirschfelder) / Godzilla (David Arnold) / Shakespeare in love (Warbeck) / Armageddon (Rabin); comprende anche tracce con effetti sonori speciali, realizzati da Michael Bishop; - cd Telarc CD-80535; ----------- e per il momento, è tutto qui, ma continua...   

venerdì 30 agosto 2013

Celluloide in policarbonato 4 (imperterriti si prosegue!).

Adesso beccatevi 4 belle antologie: - 1) "L'età d'oro di Hollywood": On the Waterfront (Leonard Bernstein) / Deception (Korngold) / Shall we dance (Gershwin) / Spellbound (Rosza) / Humoresque (Waxman); - Frederick Zlotkin, violoncello; Simon Mulligan, pianoforte; Stephen Bryant, violino; BBC Symphony Orchestra / Leonard Slatkin - cd Bbc Music Magazine BBC MM 234; - 2) Star Trek, volume 2 (serie televisiva): Main title and closing theme (Alexander Courage/Fred Steiner) / By any other name (Fred Steiner) / The trouble with Tribbles (Jerry Fielding) / Mirror, mirror (Fred Steiner) / The empath (George Durning); - Royal Philarmonic Orchestra / Fred Steiner - cd Varese Sarabande VCD 47240; - 3) "Symphonic Star Trek", musiche tratte dalle serie cinematografiche e televisive (Goldsmith, Eidelman, Mc Carthy, Rosenman, Courage, Horner), con tracce comprendenti anche effetti speciali; - Leonard Nimoy, voce recitante; Cincinnati Pops Orchestra / Erich Kunzel - cd Telarc CD-80383/1; - 4) Musiques de films de Marcel Carné: Le quai des brumes - Le jour se lève (Jaubert) / Les portes de la nuit - Les enfants du paradis: Baptiste (Kosma); - Malcolm Stewart, violino; Orchestre du Capitole de Toulouse / Michel Plasson - cd Emi Classics CDC 0777 7 54764 2 2 (nota: se non conoscete il film "Les enfants du paradis" (Amanti perduti), sappiate che vi siete persi qualcosa di veramente trascendentale, trattandosi di una pellicola che riunisce un autentico 'parterre de roi' di artisti che rappresentano veramente la 'crème de la crème', il meglio del meglio del cinema francese dell'epoca, tanto più incredibile se si pensa che un simile capolavoro è stato realizzato in piena seconda guerra mondiale, col paese occupato dalle truppe naziste, uno dei film più divertenti, commoventi e struggenti che mi sia mai capitato di visionare, splendidamente fotografato in uno strepitoso bianco e nero, per cui le circa tre ore e un quarto della versione originale e integrale, mi sono letteralmente volate, avendolo tra l'altro comodamente visto un sabato pomeriggio al Cinema Arlecchino di via Lame a Bologna, in tempi recenti, nell'ambito delle proiezioni gratuite, facenti parte della rassegna "Il cinema ritrovato" a cura della Cineteca "Lumière" di via Azzo Gardino. Tanto più che la stupenda parte musicale composta in tandem proprio da Maurice Jaubert e Joseph Kosma (quest'ultimo, se non sbaglio autore anche del celeberrimo brano "Les feuilles mortes", brano che mi rammento di aver a suo tempo sentito orridamente assassinato da dei sedicenti musicisti che abitavano al piano di sotto, ai tempi in cui risiedevo in un monolocale di via San Carlo, 39. In quel caso, le 'foglie' più che morte, erano decisamente 'morte stecchite'!), stando ai titoli di testa, risulta essere eseguita da L'Orcheste des Concerts du Conservatoire de Paris, diretta nientepopodimenoche, da Charles Munch - salvo abbagli da parte mia - che bei tempi, accidenti!) --------- / Un paio di 'addenda', del resto con la testa fra le nuvole che mi ritrovo, di sicuro sarò incorso in una mare di errori, orrori, omissioni e imprecisioni: --- Carl Davis: The world at war / Far Pavillons / Pride and prejudice / The French Lieutenant's woman / Champions / Anne Frank remembered / Hollywood / Napoleon / Scandal / Flesh and the devil (+ variations on a Polish Beggar's theme, per violino e orchestra); - Jonathan Carney e Raymond Ovens (violini), Andrew Williams (viola), Clive Greensmith (violoncello), quartetto d'archi; Martin Roscoe, pianoforte; Jonathan Carney, violino solista; The Royal Philarmonic Orchestra, diretta dall'autore - cd Tring/RPO 204497-201; --- Honegger: La tempète / Horace victorieux / Mermoz (+Pacific 231, Rugby, Pastorale d'été); - Orchestre du Capitole de Toulouse / Michel Plasson - cd Deutsche Grammophon DG 435 438-2 GH; --- / Mi sovvengo anche di una trasmissione televisiva settimanale, credo su Rai 3, intitolata "Alla ricerca dell'arca", condotta dal valente giornalista Mino Damato, col pubblico in studio, inframmezzata, fra un servizio e l'altro, da brevi sipari musicali, durante i quali venivano eseguiti brani di musiche da film, interpretati da un'orchestra nostrana, la CineFilarmonica (anche se il conduttore, chissà perchè, la annunciava, a voler fare i pignoli, come Cinesinfonica) diretta dal grande Ritz Ortolani. Ricordo anche, a suo tempo, ovvero intorno alla metà degli anni '80, di averne anche visto un cd, con questi interpreti, comprendente in gran parte anche i brani suonati negli intervalli della trasmissione televisiva, che erano di vari autori oltrechè dello stesso Ortolani (autore, fra le altre cose, delle musiche di "Fratello sole, sorella luna" e delle musiche per lo sceneggiato televisivo "Cristoforo Colombo", con le parti cantate interpretate dal tenore Placido Domingo), nella vetrina del negozio "Casa del disco" di via dell'Indipendenza, qui a Bologna. Poi, una volta terminato il ciclo delle trasmissioni condotte da Damato, di questa formazione orchestrale, non ne ho più saputo nulla, per cui temo che si sia sciolta poco tempo dopo, salvo smentite. Approfitto dell'occasione per ricordare il serio professionismo di un giornalista come Damato, il quale aveva il solo difetto di essere un poco troppo serioso oltrechè di mettere persino troppa carne al fuoco nei suoi programmi, esponente di una seria deontologia professionale, assieme anche a Bruno Mobrici, conduttore in epoca remota,di 'Speciale Tg1', caratterizzata da una modalità di fare giornalismo televisivo (e penso ai vari Biagi, Montanelli, Zavoli e persino al primo Maurizio Costanzo, conduttore di 'Acquario'), di cui sembra essersi perso definitivamente lo stampo, nel becerume odierno e che non posso fare a meno di rimpiangere amaramente. L'unico periodo in cui guardavo regolarmente 'Domenica in', contenitore settimanale pomeridiano di Rai 1 era proprio quello nel quale, a condurre la trasmissione, stava Mino Damato. / A proposito della "Casa del disco" di Bologna, ho lo struggente rimpianto di non avere, a suo tempo acquistato, proprio un cd della Varese Sarabande, contenente la colonna sonora originale delle musiche di Nino Rota, per "Guerra e pace" di King Vidor (con le scene di battaglia, girate da Mario Soldati), eseguite dall'Orchestra sinfonica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta da Franco Ferrara, rimasto esposto per parecchio tempo, nella vetrina del suddetto negozio. Riguardo al negozio, mi piaceva soffermarvici per parecchio tempo, proprio quando ancora c'erano le vecchie vetrine originali, soprattutto quando queste ultime venivano anche utilizzate per piccole, periodiche esposizioni di fonografi, grammofoni, dischi 78 giri d'epoca. L'inizio della decadenza fu, secondo me, proprio quando, sciaguratamente, decisero di sostituire le vecchie, fascinose vetrine originarie, con delle nuove alquanto più anonime, smettendo oltretutto l'usanza delle periodiche esposizioni di apparecchiature e supporti d'epoca, tant'è che, dopo di allora, passando nei paraggi, il più delle volte tiravo diritto, mentre prima ci sostavo regolarmente. Oltretutto i prezzi dei dischi, erano diventati i più cari di tutta Bologna! / La colonna sonora del film "Alexander Nevski" di Sergei Eisenstein è passata alla storia anche per essere quella peggio registrata di tutti i tempi, poichè Prokofiev, fresco reduce da un soggiorno a Hollywood, durante il quale aveva potuto saggiare tutte le ultime mirabilie in fatto di tecnologie di ripresa, nelle sue peregrinazioni negli studi cinematografici, aveva cercato di replicarne i risultati con gli assai più limitati e arretrati mezzi di cui si disponeva, all'epoca, nella madre patria russa. Aveva cominciato con lo stravolgere la disposizione dell'orchestra e del coro, finendo anche con l'intervenire anche sul posizionamento dei microfoni, al fine di potere ottenere particolari effetti drammatici e spettacolari, cercando anzi di piegare a fini espressivi la distorsione microfonica, nella ripresa degli ottoni (rappresentanti l'avanzata dei cavalieri teutoni, nella famosa scena della 'battaglia sul ghiaccio') cercando di ottenerne un suono particolarmente rauco ed aspro. Il risultato finale fu un mezzo disastro, di gran lunga peggiore a qualunque altra ripresa audio, cinematografica e non, dell'epoca. Purtroppo, anche i geni commettono delle grosse sciocchezze! / A proposito della musica da film di Prokofiev, che personalmente, comunque reputo l'autore di punta in questo campo, anche se con soli 3 titoli, ma tutti di livello musicalmente stratosferico, ho evitato di includere le musiche scritte per il film 'Il tenente Kijé", poichè, a parte un grande numero di incisioni della celeberrima suite da concerto (Abbado, Ozawa, Reiner, tra le prime edizioni che mi vengono in mente), nessuno ne ha finora inciso le musiche originarie del film. Riguardo a quest'ultimo, ho anche poche notizie contrastanti, poichè secondo alcune fonti la pellicola non venne mai girata, secondo altre sì, la qual cosa è alquanto singolare, visto che la trama è imperniata su un personaggio che esiste solo nelle scartoffie burocratiche, nato, vissuto e morto, solo sulla carta, per un errore di registrazione iniziale di un funzionario dell'anagrafe, chissà se qualcuno è in grado di risolvere questo piccolo mistero / Concordo con quanto a suo tempo affermato da Hitchcock, a proposito delle 2 versioni di "The man who knew too much", quando dice che la prima era opera di un dilettante di talento, mentre la seconda di un artista maturo; in effetti, la prima, pur con un minutaggio complessivo decisamente più ridotto, risulta più prolissa, improbabile e discontinua, con un dosaggio degli elementi umoristici e drammatici assai meno convincente, rispetto alla seconda, a cui certi 'cinofili' pseudo iper raffinati imputano una eccessiva lentezza soprattutto nell'avvio (cosa che al contrario, secondo me, rappresenta uno dei pregi del film, con questo inizio da innocua commediola familiare e successiva virata improvvisa ad un'atmosfera di tensione), dichiarando di preferire la presunta maggior concisione della versione del 1934. Provate a confrontarle, essendo ambedue disponibili in video e sappiatemi dire! / L'origine della rottura del sodalizio fra Hitchcock ed Herrmann, ai tempi di 'Torn Curtain', risale al fatto che la produzione aveva espressamente richiesto, per questo film, delle musiche da 'hit parade', del genere pop-rock, o tutt'al più alla James Bond e in ogni caso più orecchiabili rispetto alle precedenti colonne sonore di Herrmann, ritenendo di rendere il film più commerciabile. Herrmann inizialmente, finse di accondiscendere a tali richieste, ma poi fece di testa sua. Hitchcock, pur con un certo disappunto, in un primo momento, sembrò comprendere le ragioni del compositore, ma le pressioni della produzione, lo indussero a un voltafaccia. Durante un'esecuzione di prova in studio, con l'orchestra, in cui l'autore dirigeva estratti della musica che aveva composto, il regista iniziò a esprimere sempre più rumorosamente il suo dissenso, dimodochè ad un certo punto il compositore fermò l'orchestra e di fronte agli esterrefatti musicisti, si svolse una furibonda litigata fra i 2, durante la quale, non del tutto a torto, il compositore replicò al regista dicendogli che il suo era un tipo di cinema totalmente inadatto a un commento musicale del genere pop o rock. Ma giunti a questo punto, essendo la frattura fra i due ormai insanabile, nonostante che il film fosse quasi pronto per l'uscita (credo anche che alcune scene fossero già state montate con le musiche originali), Herrmann venne brutalmente estromesso, successivamente il 'povero' John Addison (suo tra l'altro il motivo principale di "Murder, she wrote", ovvero la serie televisiva da noi nota col titolo de "La signora in giallo", con Angela Lansbury nel ruolo della scrittrice protagonista Jessica Fletcher), venne convocato in fretta e furia, per comporre delle altre musiche ex-novo, che presero il posto di quelle originarie. Il bello è che, anche la partitura di Addison, anche se dai toni più leggiadri rispetto a quelli più angolosi e angosciosi delle musiche di Herrmann, resta una musica di tipo marcatamente sinfonico e quindi non certo occhieggiante al pop, al rock, o alle musiche dei film su James Bond. Anche di questa musica, dovrebbe esisterne una qualche incisione discografica, avendone casualmente ascoltato un breve estratto, durante una trasmissione pomeridiana di Radiotre, dedicata proprio alla musica da film, parecchio tempo addietro. A distanza di alcuni anni, a fare le spese degli strascichi del litigio fra Bernard Herrmann e Alfred Hitchcock, fu il 'malcapitato' Henry Mancini, proprio lui, l'autore di 'Pink Panther', il quale, inizialmente scelto per comporre le musiche per il film "Frenzy", insolitamente per lui, ebbe la malaugurata idea di comporre una partitura "alla Herrmann", suscitando prontamente l'ira funesta del regista e venendo prontamente giubilato! / Se qualcheduno ha gradito, in qualche modo, questi ultimi miei scritti, allora sappia che non ho ancora sparato tutte le mie cartucce al riguardo (è una promessa o una minaccia? Boh, non so, fate un poco voialtri!) / Ovviamente riservandomi di correggere a posteriori errori e corbellerie varie, venendo già adesso assalito da vari dubbi (glob!) / Continua.....   

giovedì 29 agosto 2013

Celluloide in policarbonato 3 (prosegue).

Eccovi scodellati altri titoli inerenti la musica da film degli anni d'oro di Hollywood e non solo (alt! un momento che mi sono accorto di una dimenticanza riguardo Nino Rota, ovvero l'unica incisione completa delle musiche per il film di Franco Zeffirelli "Romeo e Giulietta", con il coro e l'orchestra filarmonica cittadina di Praga diretta da Nic Raine, su HDCD Silva Screen FILMCD 358, perdonatemi!): --- Tiomkin: Cyrano de Bergerac / The Alamo / The old man and the sea / The four poster / Giant / The fall of the Roman Empire / High noon / Rawhide / The high and the mighty / Dial 'M' for Murder / Strangers on a train / Wild is the Wind / The sundowners / Circus world / Land of the Pharaos / Friendly persuasion - London Voices; Whitney Claire Kaufman e Andrew Playfoot, vocalisti; London Symphony Orchestra / Richard Kaufman - sacd LSO LIVE LSO 0720; --- Waxman: Rebecca - orchestra filarmonica della Radio Slovacca / Adriano - cd Naxos 8.557549; --- Ibert: Macbeth / Golgotha / Don quichotte - orchestra filarmonica della Radio Slovacca / Adriano - cd Naxos 8.557607 (nota: per il Don Quichotte di Pabst, inizialmente l'incarico di comporne le musiche era stato affidato a Maurice Ravel, che alla fine declinò la faccenda, ma di cui resta traccia nel brano 'Don Quichotte à Dulcinée'; da notare che, come protagonista venne impiegato il celebre basso Feodor Chaliapin, al quale vennero anche affidati i brani vocali della colonna sonora, dei quali rammento che la Emi aveva pubblicato, anche su cd, nella collana 'Références', almeno degli estratti.); --- Walton: 1) Hamlet / As you like it - Sir John Gielgud, voce recitante; Catherine Bott, soprano; Academy of Saint-Martin-in-the-fields / Neville Marriner - cd Chandos 8842; - 2) Henry V - Samuel West, voce recitante; BBC Singers diretti da Stephen Betteridge; Trinity Boys Choir diretto da David Swimson; BBC Symphony Orchestra / Leonard Slatkin - cd BBC Music Magazine MM 215; --- Benjamin: The conquest of Everest / The man who knew too much ('34) / An ideal husband + Lucas: Yangtse incident / Portrait of Clare / The Dam Busters / Stage fright / Ice cold in Alex / This is York / Target for tonight - BBC Northern Orchestra of Wales / Rumon Gamba - cd Chandos 10713 (nota: qui si ascolta la cantata 'Storm clouds' nella sua primigenia versione del 1934, come ho già detto leggermente più breve rispetto a quella riarrangiata da Herrmann per il 'rifacimento' del 1954. Inoltre, mentre in quest'ultimo, l'intera scena famosa alla Royal Albert Hall era interamente girata nel luogo reale, nella prima versione solo gli esterni appartengono effettivamente alla celebre sala, mentre gli interni furono interamente ricostruiti in studio e il risultato finale è assai meno spettacolare e coinvolgente, rispetto al più tardo rifacimento. Da notare che Benjamin, a parte la cantata per la scena del concerto, compose ben poca musica per questo film, limitatamente ai titoli di testa e di coda; da notare anche che, nella colonna sonora originale del '34, la direzione musicale era affidata a Eric Fenby, compositore e direttore d'orchestra, discepolo prediletto e 'amanuense' di Frederick Delius, una volta che quest'ultimo era diventato completamente cieco. Singolare piuttosto il fatto che, per la versione di vent'anni dopo, Herrmann, pur avendo composto ex-novo le restanti musiche del film, in un inusuale per lui, impeto di modestia, abbia preferito mantenere la cantata di Benjamin per la scena alla Royal Albert Hall, limitandosi come ho già detto a lievi modifiche e ad un leggero allungamento, al fine di esaltarne la resa spettacolare. E' noto che in questa scena è proprio lo stesso Herrmann a comparire sullo schermo come direttore d'orchestra, ruolo che, per l'appunto, nella primigenia versione, era stato 'interpretato' proprio da Eric Fenby. Purtroppo, nelle note del cd Chandos, l'estensore prende un abbaglio quando dice che la versione della cantata quivi incisa, è quella riarrangiata da Herrmann; basta fare un confronto con l'edizione incisa da Elmer Bernstein, nel disco che ho precedentemente menzionato in questa sede, per averne conferma uditiva.); ----- - Bliss: Welcome to the Queen / Things to come / The Royal Palaces / Caesar and Cleopatra / War in the air - cd Chandos CHAN 9896 (nota: questo disco contiene la versione più estesa ovvero quasi completa, oltretutto nell'orchestrazione originale, delle musiche per il celebre film "Things to come", fra tutte quelle finora incise e già questa cosa lo rende altamente raccomandabile!) --- Easdale: The red shoes / Kew gardens / Black Narcissus / The battle of the River Plate / Adventure on! / Gone to earth - BBC Northern Orchestra of Wales and Chorus (direttore Adrian Partington) / Rumon Gamba - cd Chandos CHAN 10636 (nota: Brian Easdale è uno dei compositori di musica sinfonica e da film, più ingiustamente bistrattati e ignorati dal mondo musicale, anche britannico, come ho già detto in precedenza, tutta la sua musica, attende ancora un'edizione a stampa e questo bel disco, giustamente premiato con un 'Gramophone Award' è l'unico titolo attualmente reperibile. Per la cronaca, lo stesso anno in cui venne presentato nella cattedrale ricostruita di Coventry, il celeberrimo "War Requiem" di Britten, ovvero nel 1963, in quegli stessi giorni e nella stessa città, ma in un'altra chiesa più defilata, veniva presentata in prima assoluta anch'essa, la "Mass of Coventry" di Brian Easdale, brano che venne purtroppo oscurato dall'eco del successo del capolavoro di Britten, quando si dice la sfortuna!); --- Korngold: A midsummer night's dream (rielaborazione cinematografica basata sulle omonime musiche di scena di Felix Mendelssohn-Bartholdy, per il film di Max Reinhardt), selezione; - Celina Lindsley, soprano (Titania); Michelle Breedt, mezzosoprano (Fata); Scot Weir, tenore (Demetrio, Lisandro); Michael Burt, basso (Oberon); Rundfunkchor Berlin diretto da Sigurd Brauns; Deutsches Sinfonie Orchester Berlin / Gerd Albrecht - cd CPO 999 449-2 (nota: la gioia del reperimento di questo disco, è stata un poco mitigata dal fatto, come si evince dando una scorsa al libretto interno, che trattasi di una selezione di una registrazione integrale in studio, effettuata dalla radio tedesca di Berlino; domanda retorica, ma perchè, stante la rarità del titolo, la casa discografica non l'ha pubblicata tutta in un doppio cd? Ma quanto sono stupidi e cervellotici, questi discografici del cavolo!); --- Rosza: 1) Ben Hur / Quo Vadis / King of Kings - Mormon Tabernacle Choir, diretto da Craig Jessop; Cincinnati Pops Orchestra / Eric Kunzel - cd Telarc CD 80631; - 2) Providence - Orchestra diretta dall'autore - cd CAM CSE 085 (nota: decisamente irritante nella sua pochezza, nonostante 'vanti' la traduzione in 5 lingue, italiano compreso, il libretto interno, che fornisce pochissime notizie riguardo al film di Alain Resnais, a parte una succinta trama e nessuna informazione riguardo al compositore e alle musiche, vista poi la rarità del titolo, l'orchestra è ovviamente anonima, ma che discografici incompetenti, ciarlatani, cialtroni del cavolo, sto facendo sforzi sovrumani per non scadere nel turpiloquio!); --- Copland: 1) From sorciery to science / The city / The Cummington Story / The North Star - Collegiate Chorale, diretto da Robert Bass; EOS Orchestra / Jonathan Sheffer - cd Telarc CD-80583; - 2) The red pony / Our town / The heiress suite / Music for movies / Prairie journal (music for radio) - Saint Louis Symphony Orchestra / Leonard Slatkin - cd Rca Victor Red Seal 09026 61699-2; --- Thomson: 1) The plow that broke the plains / Louisiana Story / Power among men - The New London Orchestra / Ronald Corp - cd Hyperion CDA 66576; - 2) The river / The plow that broke the plains (+Stravinski: L'histoire du soldat, suite) - The Symphony of the Air (ex NBC Symphony Orchestra) / Leopold Stokovski - cd Vanguard Classics 08 8013 71; ---- Farnon: Captain Horatio Hornblower R.N. / A la claire fontaine / State occasion / Lake of the woods / A promise of spring (+ intermezzo per arpa e archi; rapsodia per violino e orchestra) - Aline Brewer, arpa; Raymond Cohen, violino - Royal Philarmonic Orchestra, diretta dall'autore e da Douglas Gamley (Lake of the woods) - cd Reference Recordings RR-47CD; ---- Goldsmith: Star Trek / Medley: The sand pebbles, Chinatown, Air Force One, A patch of blue, Poltergeist, Papillon, Basic instinct, The wind and the lion / The Russia House / The boys from Brazil / Sleeping with the enemy / Rudy / Twilight zone / Forever Young / The Generals Medley: Mac Arthur, Patton / Tv Themes Medley: The man from U.N.C.L.E., Dr. Kildare, Room 222, Star Trek:Voyager, The Waltons, Barnaby Jones; - London Symphony Orchestra, diretta dall'autore - cd Telarc CD 80433; - E per il momento, è tutto qui, accontentatevi perciò!  

mercoledì 28 agosto 2013

Celluloide in policarbonato 2 (segue).

Purtroppo le mie raccolte di 'buoni fruttiferi' sono andate completamente in malora, ma tiriamo innanzi e proseguiamo nella nostra disamina, stavolta facendo a meno delle funzioni grafiche supplementari, la mia intenzione essendo quella di rendere il tutto più leggibile e finendo con l'ottenere l'esatto contrario, forse per via della mia imbranataggine, ma andiamo pure avanti: - Shostakovich: La caduta di Berlino / L'indimenticabile anno 1919 - Coro misto a cappella e coro di voci bianche di Mosca, diretti da Sergei Krivobokov - Ellena Alexeieva, pianoforte - Orchestra sinfonica di Mosca / Adriano - cd Naxos 8.570238 - Shostakovich: Odna (Sola) - Irina Mataeva, soprano; Anna Kiknadze, mezzosoprano; Dmitri Voropaev, tenore; Mark van Tongeren, voce sovracuta; Barbara Buchholz, theremin; Vokalensemble der HfMDK Frankfurt - Frankfurt Rundfunk Sinfonie Orchester / Mark Fitz-Gerald - cd Naxos 8.570316; - Shostakovich: Podrugi (Le amiche) (+ Rule Britannia, Saluto alla Spagna, Movimento sinfonico incompiuto del 1945) - Celia Sheen, theremin; Kamil Barczevski, basso; Camerata Silesia, diretta da Anna Szostak - Orchestra sinfonica della Radio Nazionale Polacca / Mark Fitz-Gerald - cd Naxos 8.572138; - Shostakovich: La nuova Babilonia - Basel Sinfonietta / Mark Fitz-Gerald - 2 cd Naxos 8.572824/25 (nota: unica edizione veramente completa delle musiche per questo film, eseguite con un organico ridotto e più conforme all'originale); - Shostakovich: "The Film Album", estratti da: Piano diversivo / Odna (Sola) / La fiaba del topino sciocco / Amleto / Il grande cittadino / Sofia Perovskaia / Pirogov / Il tafano - Koenijliche Concertgebouw Orkest, Amsterdam / Riccardo Chailly - cd Decca 460 792-2 DH; - Shostakovich: "The Dance Album", suite da "Il tafano", nell'orchestrazione originale (+ Il bullone, suite dal balletto; Mosca, Quartiere dei Ciliegi, suite dall'operetta) - The Philadelphia Orchestra / Riccardo Chailly - cd Decca 452 597-2 DH; --- Adesso proseguiamo con una scorpacciata di titoli inerenti le colonne sonore hollywoodiane: A) Bernard Herrmann: 1) Jane Eyre - Orchestra filarmonica della Radio Slovacca / Adriano - cd Naxos Film Music Classics 8.572718; - 2) The snows of Kilimangiaro / 5 fingers - Orchestra sinfonica di Mosca / William Stromberg - cd Naxos 8.570186; - 3) Vertigo: a) colonna sonora originale (quasi) integrale - City of London Sinfonia / Muir Mathieson - cd Varese Sarabande VSD 5759; b) partitura originale (quasi) integrale - Royal Scottish National Orchestra / Joel McNeely - cd Varese Sarabande VSD 5600 (nota: nella colonna sonora originale è mancante la sezione musicale "Graveyard and Tombstoned", poichè il supporto originale risultava alquanto deteriorato in questo punto e quindi inutilizzabile, nè sono state rinvenute tracce alternative, secondo quanto affermato nelle note del libretto allegato al cd. Il fatto inusuale che la musica del film sia stata incisa in Inghilterra e non negli studi americani sotto la direzione dell'autore come era la prassi, si deve al fatto che, proprio durante la lavorazione del film, le organizzazioni sindacali dei musicisti statunitensi, avevano proclamato uno sciopero generale, costringendo la produzione a spostare la registrazione delle musiche in Gran Bretagna, solo che a questo punto le clausole contrattuali imponevano che a dirigere l'orchestra dovesse essere per forza un musicista autoctono, per cui la scelta ricadde su Muir Mathieson, noto specialista del genere. Herrmann, superato l'iniziale disappunto, riconobbe a posteriori la bontà dell'operato di quest'ultimo. Parte delle musiche venne quindi registrata a Londra in stereofonia (e difatti nei titoli di testa del film, viene menzionata la 'City of London Sinfonia), sennonchè ad un certo punto, i musicisti inglesi, come segno di solidarietà nei confronti dei colleghi d'oltre oceano, indissero anche loro uno sciopero generale, dimodochè le restanti musiche vennero registrate a Vienna in monofonia, ritengo con lo stesso direttore, ma ignoro con quale orchestra, poichè nulla viene detto al riguardo nel libretto del disco, che comunque, a parte la traccia deteriorata, comprende sia le tracce stereofoniche che quelle stereofoniche. Nel 1958, circa 36 minuti di estratti musicali stereofonici dalla colonna sonora del film, comprendenti gli 8 brani principali, vennero pubblicati su disco microsolco dalla Mercury Living Presence e successivamente ristampati anche su cd, intorno alla metà degli anni '80, dalla Philips Classic Production (anche se sempre sotto etichetta Mercury; va da sè che il cd Varese Sarabande, comprendente anche i restanti brani, salvo l'eccezione di cui sopra, resta decisamente preferibile). Per quanto concerne l'incisione di McNeely, basata sulla partitura originale, che si è guadagnata a suo tempo un "Gramophone Award", comprende sì il brano "Graveyard and Tombstoned, ma rispetto all'incisione di Mathieson, risulta stranamente mancante dei brani intitolati "Mission organ", "The streets" e "The past and the girl", per cui alla fine, conviene possedere ambedue i cd se si vuole avere una conoscenza integrale delle musiche scritte per questo film. Ovviamente, nel film, come è usuale, molti di questi brani non sono minimamente utilizzati nemmeno a livello di frammento. Quanto alle 2 interpretazioni, bisogna tenere conto che Mathieson era ovviamente condizionato nella scelta dei tempi, dal ritmo delle sequenze cinematografiche, mentre McNeely, che le ha incise solo per il disco, si è potuto attenere più fedelmente alle agogiche indicate nella partitura originale e questo spiega in gran parte le differenze interpretative di cui bisogna tenere conto. Trattasi comunque di 2 valide esecuzioni, con la registrazione del '58 che, soprattutto nelle tracce stereo, sonicamente si difende ancora piuttosto bene anche se comparata alla pur eccellente registrazione digitale del '97 di cui gode il disco di McNeely.) - 4) North by northwest: a) colonna sonora originale integrale - M-G-M Studio Orchestra diretta dall'autore - cd Rhino Movie Music/Turner Classic Movies 8122 72101-2; b) brani principali dalla partitura originale - The London Studio Symphony Orchestra / Laurie Johnson - cd Varese Sarabande VCD 47205 (nota: nel caso della colonna sonora originale, prevalentemente incisa in stereofonia, purtroppo i supporti originali, pur non essendo mai più stati utilizzati dopo l'uscita del film nelle sale, si erano pesantemente deteriorati, soprattutto in corrispondenza proprio dei brani più celebri, per cui, nonostante la complessiva accuratezza della rimasterizzazione, la qualità sonora è estremamente discontinua, variando dall'ottimo al mediocre, anche all'interno di un singolo brano, le registrazioni monofoniche riguardano soprattutto della musica da ballo, eseguita da un'orchestra sullo sfondo, nelle sequenze ambientate nella sala d'attesa dell'albergo - qui l'orchestra credo che sia diretta da Andre Previn, inoltre, nonostante lo 'strillo' in copertina dichiarante l'assoluta integralità della musica, io ho rilevato almeno un taglio nel brano finale, relativo ai titoli di coda. Quanto alla moderna incisione digitale in studio degli anni '80 di Laurie Johnson, basata sulla partitura originale, comprende solo gli estratti relativi alle scene principali del film, per circa 38 minuti complessivi, purtroppo. Interpretativamente, rispetto all'autore, adotta dei tempi sensibilmente più distesi, ma anche in questo caso penso che valga lo stesso discorso già fatto per le 2 edizioni di "Vertigo", in ogni caso sono ambedue valide come esecuzioni, anche se l'edizione più recente ha il vantaggio di una ragguardevole qualità sonora, registrata col sistema Ambisonic. Malauguratamente non posseggo l'incisione di McNeely, sempre per la stessa etichetta, che dovrebbe essere integralissima, ma che mi risulta attualmente irreperibile.) - 5) Psyco: a) National Philarmonic Orchestra diretta dall'autore - cd Unicorn-Kanchana; b) Royal Scottish National Orchestra / Joel McNeely - cd Varese Sarabande VSD 5765 (nota: ambedue le incisioni sono basate sulla partitura originale, solo che quella di McNeely è più che integrale, comprendendo anche dei brani inediti. Ho citato anche la prima in quanto diretta dal compositore, peccato solo che l'abbia incisa nei primi anni '70, ovvero negli ultimi anni della sua vita, quando era già stanco e malato, vociferandosi addirittura che in alcuni brani si sarebbe fatto sostituire dal fido Laurie Johnson sul podio, risultandone comunque un'interpretazione opaca e spenta, nonostante la correttezza formale (nel '77 venne anche stampata su lp dalla Rca italiana, nella collana economica CINEMATRE), la casa discografica è scomparsa e il disco è naturalmente irreperibile, ma in questo caso non c'è assolutamente di che dolersene, visto che il disco di McNeely gli è nettamente superiore sotto tutti gli aspetti, per cui è l'unico da prendersi in seria considerazione. Quanto all'autore, molto meglio l'incisione della breve suite effettuata per la Decca, negli anni '60 - vedasi più avanti.) - 6) Marnie - Royal Scottish National Orchestra / Joel McNeely - cd Varese Sarabande VSD 6094 (partitura originale integrale); - 7) The trouble with Harry - Royal Scottish National Orchestra / Joel McNeely - cd Varese Sarabande VSD 5971 (partitura integrale); - 8) Torn Curtain - National Philarmonic Orchestra / Joel McNeely - cd Varese Sarabande VSD 5817 (nota: questo film segnò la fine del sodalizio, venendo le musiche di Herrmann, dopo una serie di vicissitudini, sostituite in fretta e furia da quelle composte quasi all'ultimo momento da John Addison, nel montaggio finale, musiche peraltro di buon livello anch'esse, soprattutto considerando le circostanze, ma c'è chi giustamente afferma che, se si fossero mantenute le musiche originali, il film, non fra i vertici assoluti dell'arte cinematografica di Hitchcock, ne avrebbe senz'altro guadagnato. Concordo!) - Fra le varie antologie della musica cinematografica di Herrmann pubblicate, ne cito 3 senz'altro degne di nota: 1^) Psyco / Marnie / North by northwest / Vertigo / A portrait of Hitch (suite da The trouble with Harry) - London Philarmonic Orchestra diretta dall'autore - cd Decca Phase 4, 455 409-2 DM; - 2^) Citizen Kane / The devil and Daniel Webster / The man who knew too much ('54) / Psyco / The wrong man / Vertigo / North by northwest / The bride wore black / Fahrenheit 451 / Taxi Driver - (la traccia finale di questo disco comprende un breve discorso dell'autore riguardo la musica da film, registrato nei primi anni '70) - The Ambrosian Singers diretti da John Mc Carthy; Clair Henry, mezzosoprano; David Roach, sassofono contralto; Royal Philarmonic Orchestra / Elmer Bernstein - cd Milàn 5050466 3093 2 7 (nota: a dirigere queste musiche vi è un altro eminente compositore del ramo, il celeberrimo autore di "The magnificent seven", solo per citare il suo titolo più arcinoto, tra i titoli dei film considerati in questa antologia, ve ne sono, oltre che di Hitchcock, anche di Dieterle, Truffaut e Scorsese. Nel caso del film di Hitchcock "The man who knew too much", il disco riporta la cantata "Storm Clouds" in realtà di Sir Arthur Benjamin, scritta per la versione primigenia del '34, nell'adattamento operato da Herrmann per la versione del'54, consistente in lievi modifiche e in un allungamento complessivo di circa 2 minuti in più, al fine di renderla ancora più spettacolare, nella celebre scena realmente girata alla Royal Albert Hall di Londra. Per ascoltarla nella sua versione originale, più breve, rimando a un disco Chandos di cui dirò più avanti. Tornando a Elmer Bernstein, parrebbe che in qualche oscuro magazzino, giacciano diversi nastri di sessioni d'incisione di musiche da film con la Royal Philarmonic, che non si riescono a riesumare per complicate questioni di diritti d'autore, peccato!); - 3^) The man who knew too much ('54) / Psyco / Marnie / North by northwest / Vertigo / Torn Curtain / Fahrenheit 451 / Taxi Driver - Los Angeles Philarmonic Orchestra / Esa Pekka Salonen - cd Sony Classical 88765449662 (nota: questo titolo era stato proposto inizialmente a Riccardo Muti, il quale ha sdegnosamente rifiutato, non ritenendo evidentemente sufficientemente degno di nota questo genere di musica, il che direi che non deponga affatto a suo favore, ma i gusti sono gusti.); - Per concludere, momentaneamente, beccatevi un'antologia 'hitchcockiana': "Musiche dai film di Alfred Hitchcock" : Family plot (John Williams) / Strangers on a train (Tiomkin) / Suspicion (Waxman) / Notorious (Webb) - The Utah Symphony Orchestra / Charles Ketcham - cd Varese Sarabande VCD 47225 (nota: il produttore di questo disco è un certo George Korngold, il figlio americano del compositore austriaco Erich Wolfgang Korngold, autore quest'ultimo anche di celeberrime colonne sonore, tra le quali "The adventures of Robin Hood" e "The sea hawk", solo per citare le prime che mi vengono in mente). Continua!

Celluloide in policarbonato.

Vista la scarsa conoscenza in merito ed essendo un inguaribile presuntuoso dotato di uno smisuratissimo ego (intanto io però alla mia non più verde età, riesco ancora a ritrovarmi con qualcosa di smisurato, tiè branco d'invidiosi!), prendo spunto dal precedente scritto, per buttarvi, così come capita, alla buona, una succinta discografia di dischi comprendenti musiche da film prevalentemente dell'epoca d'oro del cinema (non soltanto hollywoodiano, però) ed anche in piccola parte della televisione, sperando di fare cosa non sgradita e non del tutto inutile, agli eventuali 2 gatti che ancora si degnassero di leggermi, discografia che non ha ovviamente alcuna pretesa di esaustività e di completezza, ma puramente orientativa, basata quasi completamente su titolo messi insieme dal sottoscritto nell'arco di decenni, una parte dei quali senz'altro irreperibili (questi dischi hanno sovente la nefasta caratteristica di sparire presto dal mercato, talvolta per ricomparire a distanza di tempo sotto altra etichetta, oltrechè di essere sovente di ardua reperibilità), ma anche in questo caso non c'è da disperarsi, poichè nell'ambito delle giacenze fuori catalogo e dell'usato, si possono talvolta fare dei piacevoli reperimenti, con un poco di fortuna, perciò non ci si scoraggi. (Due piccole digressioni: la prima è una domanda retorica, ovvero perchè quegli idioti di Radiotre, martedì in seconda serata, non hanno trasmesso per intero la differita del concerto del 15 febbraio scorso dal Manzoni di Bologna, con l'orchestra del Comunale diretta da Roberto Abbado e la partecipazione del tenore Tom Randle, omettendo il brano iniziale, ovvero la serenata per tenore, corno - Stefano Pignatelli - e archi di Britten, che precedeva quindi le musiche di Lutoslavski e Dvoràk, pur essendoncene abbondantemente lo spazio? Mistero buffo! La seconda digressione è dovuta al fatto che mi sono accorto di un refuso riguardo all'orario in cui ho mandato il messaggio sms a Radiotresuite lunedì sera, che è stato inviato alle ore 20, 12' e 52", ammesso e non concesso che importi ad alcuno, ma che ci volete fare, è la mia pignoleria e pedanteria a prendere il sopravvento.) Certamente devo avere le rotelle completamente fuori posto, per dedicarmi a simili facezie in un momento per me estremamente critico come questo, ma comunque, se siete vogliosi di tuffarvi nel mare magnum della musica di celluloide, abbuffatevi pure, beccandovi questo excursus discografico alla buona, che parte grosso modo dall'epoca del muto, fino a qualche esempio di epoca più recente, con qualche digressione televisiva e in ogni caso, visto che non mi paga nessuno per tutto ciò, direi che faccio pure troppo! Bando agli indugi e si vada a incominciare!
Coppola/Rota/Pennino: "The Godfather Suite - Orchestra Philarmonia di Milano/Carmine Coppola - cd Silva Screen CM 001 (nota: Carmine Coppola, compositore e direttore d'orchestra, ex primo flautista alla Detroit Symphony Orchestra e alla NBC Symphony Orchestra ai tempi di Toscanini, è il padre di Francis Ford, noto produttore, regista e sceneggiatore, di August, scrittore e docente di letteratura inglese e di Talia Shire, attrice, è lui medesimo che ha arrangiato questa suite che estrapola brani musicali tratti dai primi 2 film della saga. L'incisione del disco è stata effettuata a Milano nel 1974.)
Rota: Guerra e pace / Il Gattopardo / La strada / Waterloo - Orchestre Philarmonique de Montecarlo / Gianluigi Gelmetti - cd Emi Classics "Encore" 7243 5 74986 2 3 Rota: The Godfather / 8 e mezzo / La dolce vita / Prova d'orchestra / Rocco e i suoi fratelli / Il Gattopardo - Orchestra Filarmonica della Scala / Riccardo Muti - cd Sony Classical SK 63359La strada / Concerto per archi / Ballabili per "Il Gattopardo" - Orchestra Filarmonica della Scala / Riccardo Muti - cd Sony Classical SK 66279Prokofiev: Alexander Nevski, musiche per il film: 1) Evgenia Gorohovskaia, mezzosoprano - Coro della Radiotelevisione di San Pietroburgo - Coro da camera di San Pietroburgo - Coro a cappella 'Lik' - Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo / Yuri Temirkanov - cd Rca Red Seal "Classical Library" 82876 60867 2  2) Marina Domashenko, mezzosoprano - Ernst Senff Chor - Rundfunk Sinfonie Orchester Berlin / Frank Strobel - sacd Capriccio 71014 (nota: se avete ben presente la nota cantata da concerto che l'autore trasse successivamente dalle musiche per il film di Eisenstein, sappiate che le differenze sono notevoli, non solo per quel che concerne il minutaggio complessivo, una cinquantina di minuti in totale per la musica da film e circa 35-40 per la cantata da concerto, ma soprattutto per il fatto che, pur essendo ovviamente il medesimo il materiale tematico di partenza, lo sviluppo del suddetto è parecchio diverso nelle 2 composizioni, tanto più che la colonna sonora comprende una quindicina di sezioni, mentre la cantata da concerto ne ha soltanto 7. Trovo decisamente superiore come qualità di ispirazione la musica per il film, molto più atmosferica rispetto all'assai più effettistica cantata da concerto, per quanto sia riuscita anche quest'ultima. Riguardo alle 2 eccellenti edizioni discografiche pubblicate, quella di Temirkanov, uscita nel 1994, è basata su una ricostruzione effettuata unicamente con l'ausilio dell'audio disastrato della colonna sonora originale, noto come uno dei peggiori audio mai registrati anche in rapporto all'epoca, ma qui la colpa è in buona parte dovuta allo stesso compositore. Quella di Strobel, uscita nel 2004, è assai più attendibile, in quanto basata su un provvidenziale ritrovamento, in un polveroso archivio moscovita, di quasi tutto il materiale musicale manoscritto originale.)  Ivan il Terribile (musiche integrali dal film, comprendenti anche i canti della liturgia ortodossa usati nell'arco delle 2 parti di cui si compone, ovvero "Ivan il Terribile" e "La congiura dei Boiardi", quest'ultima comprendente anche alcune sequenze realizzate a colori, mentre la progettata terza parte del film di Eisenstein non vedrà mai la luce): Irina Chistiakova, contralto; Dmitri Stefanovich, basso; Coro a cappella statale "Yurlov" diretto da Stanislav Gusev; Coro di voci bianche di Studio Vesna diretto da Alexander Ponomarev; Orchestra sinfonica "Ciaikovski" / Vladimir Fedoseyev - 2 cd Nimbus NI 5662/3 (nota: non si tratta ovviamente dell'oratorio da concerto, comprendente soltanto 17 numeri della partitura, per voce recitante, contralto, basso, coro misto, coro di voci bianche e orchestra, realizzato non dall'autore, ma dal direttore d'orchestra Abraham Stasevic, direttore tra l'altro proprio della colonna sonora, ma per l'appunto della sua versione filmica più estesa, comprendente anche i canti ortodossi. Di quest'ultima, se la memoria non m'inganna, dovrebbe esisterne anche un'altra incisione effettuata da Valery Polianski per la Chandos). Mi vedo costretto a sospendere, poichè le funzioni grafiche di questo blog, alquanto cervellotiche, mi stanno rendendo la faccenda pesante (Continua). 

martedì 27 agosto 2013

Saldi di fine stagione.

Peccato che in simili casi non si vincano premi e che quindi la piccola soddisfazione che ne deriva sia soltanto simbolica, ma constatare di essere stato l'unico a riconoscere le musiche di "Citizen Kane" inviando un sms a Radiotresuite alle ore 20 e 52' e 12", secondo il mio cellulare, guadagnandomi una citazione in diretta da parte del conduttore di ieri sera, Andrea Penna (purtroppo, però, non posseggo il disco Chandos dal quale era tratto l'ascolto, che se non erro, oltre a contenere estratti da "Citizen Kane" e "Hangover Square" del quale è stato fatto ascoltare il 'Concerto macabro' per pianoforte e orchestra col solista Martin Roscoe, dovrebbe contenere brani anche da "The magnificent Ambersons", disco facente parte di una bella serie di incisioni, nell'ambito della collana "Chandos Movies", effettuate da Rumon Gamba - che sia il figlio del direttore d'orchestra ed ex bambino prodigio Piero Gamba? In tal caso buon sangue non mente! - alla testa o della BBC Philarmonic o della BBC National Orchestra of Wales, peccato che le mie condizioni economiche attuali, siano decisamente 'ecologiche', ossia al verde, non consentendomi nemmeno simili esborsi, sigh!), anche se d'altro canto, un attimo dopo mi sono veramente cadute le braccia, visto che ero stato l'unico a indovinare, a ulteriore testimonianza di quanto il genere delle colonne sonore, sia preso decisamente sottogamba (!), dalle nostre latitudini. Anche il conduttore di Radiotresuite mi sembrava che avesse un atteggiamento un tantinello supercilioso, riguardo alla cosiddetta 'leggerezza' del programma del 'Prom' in diretta iersera, tutto incentrato sulle colonne sonore e anche sulle musiche dei cartoni animati dell'epoca d'oro di Hollywood, affidato a uno di quegli encomiabili specialisti del genere, ovvero a John Wilson e alla sua magnifica orchestra (adesso capisco perchè da ragazzino ero letteralmente ossessionato dalle musiche dei cartoni animati degli anni d'oro, visto che erano composte da fior di musicisti), senza il quale e il discorso varrebbe anche per altri specialisti del genere, come il signor Adriano da Zurigo, William Stromberg, Joel  McNeely e tanti altri, molte di queste musiche cadrebbero decisamente nel dimenticatoio. Tornando a "Citizen Kane", mi viene anche in mente che è stato proiettato in tempi recenti, in audio originale, proprio qui a Bologna, nell'ambito della rassegna gratuita "Il cinema sotto le stelle", per cui mi fa veramente specie che proprio nessun'altro bolognese a parte il sottoscritto, abbia risolto il piccolo indovinello di Radiotresuite, si vede che più che cinefili, qui sono 'cinofili', complimenti! Ma riguardo alla presunta 'leggerezza' (io parlerei piuttosto di leggiadrìa) del 'Prom' di ieri sera, trattasi comunque di una leggerezza tutt'altro che priva di spessore, mi si passi l'ossimoro, stante il fatto che anche stavolta non solo si è avuta l'ennesima dimostrazione di come questa musica cammini benissimo sulle proprie spalle, ma anche di come sia potentemente evocativa delle immagini del film al quale rimanda; potrei avere semmai da obiettare che si insista un pò troppo sui soliti nomi e sui titoli più arcinoti, salvo sporadiche eccezioni, ma devo convenire che quando ai 'Proms' s'inseriscono concerti di questo tipo, lo si fa sempre nel migliore dei modi, affidandoli come in questo caso, ad interpreti affidabilissimi, sì che alla fine risultano sempre una festa per le orecchie e per l'animo, altrochè noia, ce ne fossero più spesso, soprattutto da noi, altrochè! Assai più noiosi erano quei 4 brani piuttosto cervellotici di Stefano Gervasoni (da notte), trasmessi in seconda serata, nell'ambito di un concerto da camera in differita, mandato in onda dopo il 'Prom' da Londra. / Riguardo al breve estratto fatto ascoltare durante l'intervallo del concerto londinese, tratto dall'opera "Wuthering Heights" di Herrmann, trattasi di un'incisione discografica integrale diretta dall'autore negli anni '60 con la Pro Arte Orchestra, uscita originariamente in vinile per la Pye Records e successivamente ristampata su cd dalla defunta Unicorn-Kanchana, per cui è attualmente irreperibile, ma ne dovrebbe esistere un'edizione dal vivo del 2011, diretta da Alain Guingal, uscita in un triplo cofanetto della Accord/Universal, semprechè non abbia preso un abbaglio e comunque credo di averne accennato già in precedenza). / Probabilmente il genere della musica da film o colonne sonore che dir si voglia, fa storcere il naso agli integralisti superciliosi, per la sua natura eminentemente commerciale e spettacolare. Mi rammento della figura della compositrice sovietica, credo tutt'ora vivente, Galina Ustvolskaia, la quale oltre a vivere completamente appartata, ha composto pochissima musica, ritenendo spregevole per un artista che non voglia compromettere la sua più intima essenza artistica, accettare lavori su commissione. Per carità, una posizione rispettabilissima la sua, ammirevole persino, ma se diamo anche solo uno sguardo superficiale alla storia della musica, ci rendiamo conto che tantissimi capolavori sono stati originati proprio da delle commissioni. E la musica da film, non rappresenta forse, il genere di 'musica per commissione' per antonomasia? E tutto questo ha forse impedito la creazione di autentici capolavori? Direi proprio il contrario, la realtà come si evince, è molto più varia e sfumata, non è mai tutta bianca o tutta nera. Il capolavoro può nascere anche dai presupposti più nefasti, così come anche i più nobili intendimenti non sono affatto garanzia di riuscita di un'opera d'arte, la casistica è estremamente varia. / L'ho già scritto in precedenza, ma colgo l'occasione per ribadirlo: se vi volete leggere un esilarante saggio sulle gioie (poche) e i dolori (molti) che patiscono anche i più titolati compositori di musica cinematografica, andatevi a leggere il capitolo intitolato "Sala Missaggio", tratto dal libro "La gioia della musica" di Leonard Bernstein, relativo alla sua esperienza di compositore delle musiche per il film "On the waterfront" di Elia Kazan, il che è bello ed istruttivo! / Heitor Villa-Lobos mancò l'abbraccio della settima arte per un pelo, poichè le musiche che poi vennero riadattate per il ciclo per soprano e orchestra "A floresta do Brasil" erano originariamente destinate alla colonna sonora di un film di e con Anthony Perkins, con la partecipazione di Audrey Hepburn e Mel Ferrer, solo che quando venne fatto presente all'illustre compositore che, per esigenze cinematografiche, le sue musiche sarebbero state pesantemente riadattate, questi prontamente le ritirò. / Fra le musiche eseguite nel 'Prom' serale, la suite da "A place in the sun" di Waxman, mi ha fatto decisamente pensare a tratti al brano "Catfish Row" (suite da "Porgy and Bess") di Gershwin, che all'epoca doveva essere pochissimo conosciuta, mentre le sortite del sassofono solista, sembravano anticipare quelle delle musiche per "Taxi driver" di Bernard Herrmann, singolare! / Gli specialisti del genere, come John Wilson, dicevo che sono encomiabili, proprio per la loro abilità di riesumatori, di ricostruttori, di autentici investigatori in campo musicale partendo dalle fonti più disparate se non proprio dal nulla, di orecchie particolarmente raffinate in grado di ricostruire integralmente le musiche partendo dall'audio disastratissimo delle colonne sonore d'epoca, poichè nel caso sia delle musiche per il cinema che per il musical, trovare i manoscritti originali è un'impresa ardua se non impossibile, anche perchè spesso, sia le case cinematografiche che le case discografiche, con la banale scusa di esigenze di spazio, hanno la barbara usanza di svuotare sconsideratamente i loro magazzini, distruggendo così preziosissimi supporti audiovisivi e cartacei, oltrechè materiale fotografico, proprio come fece la Metro-Goldwyn-Mayer negli anni '60 e la Emi inglese negli anni '70/80. Senza l'inestimabile apporto di questi autentici "Ghostbusters" in campo musicale, capaci di autentici miracoli nel ricostruire l'autentico puzzle, spesso alla base di queste partiture, che ritornano a essere eseguibili nella loro integrità e nel loro originario splendore, ce le potremmo bellamente sognare tutte queste 'delizie' musicali, perciò onore al merito, una volta tanto! / Purtroppo fra le "Certezze Granitiche" di questo sciamannato paese ci sono anche maremoti e terremoti, come anche le notizie di questi giorni mestamente ci rammentano. Tutto e sempre stramaledettamente nella norma! 

domenica 25 agosto 2013

Zizzi virizzi virizzi virizzi.

Non si pensi che stia delirando, anche se non sarebbe affatto improbabile in questi tempi grami, il titolo bizzarro si riferisce a una scena della commedia teatrale "Andy e Norman" di Neil Simon, trasmessa in televisione qualche decennio fa, in riduzione italiana, con la coppia protagonista Gaspare e Zuzzurro (alias Andrea Brambilla e Nino Formicola), il primo nei panni di uno scrittore in perenne crisi d'ispirazione di fronte alla pagina ostinatamente bianca, inutilmente pungolato dall'altro, il quale, speranzoso, lo vede a un certo punto finalmente indaffarato, almeno in apparenza, ma quando si avvicina per vedere quello che ha vergato sul foglio, ecco che legge l'assurdo scilinguagnolo del titolo. Mi ricordo che, una volta, ai tempi delle elementari, la maestra ci diede come compito a casa lo svolgimento di non so quale tema, dimodochè anch'io nel pomeriggio, mi trovai in una situazione simile, con la classica crisi della 'pagina bianca', sul tavolo della cucina, inutilmente rintuzzato da mia madre. Tutto ad un tratto, suscitando le speranze di quest'ultima, anche il sottoscritto partì per la tangente, vergando sul candido supporto quanto segue: "Stump! Le oche fanno stump! Stump! Stump! Stump! Sempre più le oche fanno stump! Stump! Stump! Stump! Ora e per sempre le oche fanno stump! Stump! Stump! Stump!" A quel punto un veemente scappellotto di mia madre planò inesorabile sul mio capo, stroncando brutalmente la mia vena creativa. E' inutile che mi si chieda come mi sia mai venuta una simile facezia, peccato però che allora non conoscessi minimamente la corrente futurista, altrimenti forse avrei potuto replicare adeguatamente all'inopinata reazione della mia genitrice! Chissa perchè in questo periodo, mi vengono in mente simili ricordi, gran brutta cosa la vecchiaia (ad ogni buon conto si sappia che mia nonna materna era una pronipote dello scrittore e giornalista Alfredo Oriani ' el màt del Cardèl').

Scampoli.

Ancora per la serie "Certezze Gr(rroar!)anitiche", in campo(rella) musicale(?): Giovanni Allevi e Salvatore Sciarrino, ovvero 'gli asparagi e l'immortalità dell'anima' (de li mortacci loro). Riguardo al primo mi chiedo proprio che fine abbia fatto e cosa eventualmente stia facendo il nostro boccoluto (o moccoluto?) musicante, notizie non ne ho e a questo punto non so se devo indulgere alla gioia o alla preoccupazione, però. Per quel che concerne il secondo, purtroppo i compagnucci della parrocchietta di Radiotresuite, hanno avuto la malsana idea, il mese scorso, d'intervistarlo telefonicamente durante gli intervalli della diretta del "Lohengrin" da Bayreuth, facendone ovviamente ascoltare degli estratti anche dal "Lohengrin" di quest'ultimo, che naturalmente ha in comune con quello 'autentico' soltanto il titolo, per tacere delle banali dichiarazioni dello stesso Sciarrino, ma senz'altro i soloni (anche nel senso di grandi 'sola') di Radiotresuite, avranno ritenuto di aver così omaggiato in maniera originale il genio wagneriano e arrivati a questo punto, ogni ulteriore commento mi sembra superfluo. Ovvero da un genio a un genitale, lascio ad eventuali lettori decidere chi sia l'uno o l'altro. / Tra i 'desaparecidi' della scena musicale, mi sembra di poter annoverare anche l'occhi-cerulei-biondo-crucco-mangiacrauti Max Raabe, un tempo prezzemolino della parrocchietta di Radiotre, che me l'ha reso decisamente indigesto, col proporlo a ogni piè sospinto, facendo più volte saltare dei concerti sinfonici dal palinsesto, pur di dare spazio a ogni suo minimo vagito. Non so se qualcuno se lo ricorda ancora, con quella sua vocetta in stridulo falsettone, tipico artista normalmente definito poliedrico, ovvero buono per tutte le occasioni, ovvero buono a nulla, accompagnato dal suo complessino dotato ovviamente di teutoniche violiniste occhi-cerulei, in un repertorio che era un bollito misto (ma alquanto sciapo) di cabaret,musical, operetta, lirica, pop, rock e compagnia bella, eseguito con perenne insipienza (il guaio è che incideva pure dei dischi, poi non meravigliamoci della crisi del mercato discografico). Insomma, sembrava che i buffoni di Radiotre avessero scoperto la gallina dalle uova d'oro, poi improvvisamente più nulla. Mi sono distratto io o qualche accidente è andato (finalmente) a segno? A volte ritornano (Augh! Puah! Yawn!).  / Parecchio tempo addietro, sempre durante le mie peregrinazioni in rete, mi sono accorto che esiste, non so se ne ho già accennato, un mio giovane omonimo, jazzista di una certa fama, che credo suoni il contrabbasso. Colgo l'occasione per specificare eventualmente che non ho nulla a che vedere con costui, che non abbiamo alcun rapporto di parentela. Dico questo unicamente per dovere di cronaca, sia ben chiaro che non ho nulla contro di lui. / In un'altra occasione, navigando in rete, m'imbattei in un avviso dal tono vagamente iettatorio, che così recitava: "E' morto Gabriele Evangelista, l'amico dei camionisti". E il bello è che, essendo pedone, io i camionisti li odio a morte! Incerti della rete!

Resistere, resistere, resistere?

Questo blog è per me ormai unicamente un modo banalissimo per dire a me stesso che ci sono ancora, dal punto di vista psicologico, nonostante tutto, del resto ognuno di noi si attacca a quel che può e finchè si può, nei momenti più bui; non so agli altri, ma anche il clima meteorologico di questi giorni, balzano e bizzoso più che mai, contribuisce a farmi sentire come uno straccio logoro, metereopatico più che mai. Navighi a vista, mentre settembre si avvicina inesorabilmente. Non ho nemmeno la più pallida idea se qualcuno li legga ancora i miei vaniloqui, avendo constatato la totale inattendibilità delle 'statistiche' del blog, ma alla fine tutto ciò conta poco o nulla, avendo cose ben più serie delle quali preoccuparmi, purtroppo, sentendomi eternamente al palo, in attesa di finirci, impalato! Che l'autunno si avvicini, lo capisco anche dalla programmazione serale di Radiotre per la settimana entrante, che comincia a essere più magra quanto a concerti sinfonici (trasmetteranno, possibilmente per intero, "Last night of the Proms", sabato 7 settembre?). A proposito dei concerti jazz, che non mi sembrano generalmente di livello eccelso, anche se per onestà non ne capisco molto di questo genere, devo dire che il loro curatore, Pino Saulo, mi è istintivamente antipatico, mi dà l'impressione di essere una sorta d'invadente e invasiva 'eminenza grigia' insinuantesi nell'ambito del palinsesto serale di Radiotresuite. Ubbie? / Sempre per la serie "Certezze Gr(rr!)anitiche", "Battiti" su Radiotre, la notte (Glob! Gasp! Gulp! Urg! Aargh!).

Tarantolati.

Dimenticavo altre 2 "certezze granitiche", questa volta provenienti da Radiotre, la "notte della taranta" (che palle!) e "Uomini e profeti", rubrica mattutina (che barba, che noia!). Ma come si può affermare mai che viviamo in un'epoca piena d'incertezze, pensiamoci bene prima di proferire simili asserzioni banali, al contrario, vedete che con un poco di attenzione, ci si rende conto che le certezze assolute sulle quali poter fare totale affidamento, non mancano affatto, anche nel nostro rovinosissimo paese? Aggiungiamoci la consueta stangata autunnale, la festa del Santo Patrono, Halloween, Immacolata Concezione, Natale, Santo Stefano e l'Epifania, Equitalia, Agenzia delle entrate, occupazioni scolastiche, scioperi e disservizi nei trasporti, sanità e uffici pubblici e l'elenco potrebbe proseguire all'infinito, la qual cosa vi dovrebbe indurre a constatare che di certezze addirittura sovrabbondiamo, che poi queste ultime tradiscano un'essenza sostanzialmente sciagurata, è una quisquilia trascurabilissima, manica di piagnoni! / Il concerto 'Prom' di ieri sera, mi ha ulteriormente rafforzato nella mia personale convinzione che, il riproporre continuamente la 'solita minestra' in materia di repertorio musicale, faccia innanzitutto male agli stessi musicisti, logorandone inesorabilmente la loro capacità interpretativa, ma tant'è, agli altri va benissimo così, tutto come sempre nella stramaledettissima norma, per quel che mi concerne continuerò a manifestare il mio dissenso, nonostante il plauso altrui, evitando stavolta di entrare più nel dettaglio, al fine di non risultare troppo tedioso e ripetitivo. / Nell'ultima edizione critica della prima sinfonia di Mahler, in effetti, la citazione iniziale, all'inizio del terzo movimento, del tema popolare di "Bruder Martin" (ovvero l'equivalente del nostro "Frà Martino campanaro"), viene affidata, ripristinando così gli intendimenti originari del compositore, all'intera sezione dei contrabbassi e non al singolo strumento, come si è fatto in precedenza. Faccio questa precisazione, poichè mi sono accorto che un recensore di "Stereophile", evidentemente in stato confusionale, ha stigmatizzato l'incisione discografica di Jurowski con la London Philarmonic Orchestra, proprio perchè adottava quest'ultima soluzione, sbagliata secondo lui, in luogo di quella solistica, mentre al sottoscritto, se la memoria non lo inganna, risulta giusto il contrario (venendo attanagliato da un altro dubbio, ovvero se il tema di 'Bruder Martin' non sia piuttosto affidato ai violoncelli anzichè ai contrabbassi, scusandomi per la mia confusione mentale in tal caso). / Come musicofobo dilettante allo sbaraglio della domenica, blogger scombiccherato, sono decisamente sottotono!

sabato 24 agosto 2013

Ottimizzazioni.

In questi giorni credo proprio di avere terminato anche tutte le possibili ottimizzazioni da apportare ai miei gingilli elettronici, con gli ultimi piccoli ritocchi, compatibilmente con le mie scarse possibilità attuali. Le mie orecchie gradiscono, peccato soltanto che potranno gioirne per poco, ma meglio tardi che mai. Se potessi 'ottimizzare' altrettanto la mia disastrata, insulsa, inutile esistenza, allora sarei decisamente a cavallo, ma debbo proprio accontentarmi, almeno per il momento (sto ridiventando ridicolmente patetico, sarà l'età, o meglio è l'unica scusa valida che trovo). La dolce ala dell'imbecillità si è posata (o piuttosto incollata saldamente) sul mio capo. Tutto stramaledettamente nella norma!

Spremiture.

Il falegname "fuggiasco" di via Rosselli, è ricomparso in carne e ossa, per cui nessun mistero, che abbia solo voluto fare lo spiritoso, a suo tempo, con quello strano avviso sulla saracinesca? Probabile! / Le pagine del Televideo coi programmi di Radiorai, sono sempre più lente, esasperanti e lacunose (non avendo nemmeno la possibilità di richiamare direttamente col telecomando, la sottopagina che più m'interessa); oggi, per capire l'orario di messa in onda del concerto 'Prom' serale trasmesso da Radiotre, ho dovuto fare ricorso alla guida elettronica dei programmi (EPG), altrimenti non c'era proprio verso di riuscire a capirci qualcosa, dalle pagine del televideo. Sempre più schifo! / Segnalo che le registrazioni storiche dell'archivio Rai, inerenti le 27 opere di Verdi, disponibili in streaming sul sito di Radiorai, vengono anche periodicamente mandate in onda anche sul canale radiofonico Radiofd5, disponibile sul digitale terrestre (DAB e DVB-T), all'interno della rubrica "Progetto Verdi". Proprio ieri sera, hanno trasmesso "Jerusalem" (ovvero la versione francese de "I lombardi alla prima crociata") con Josè Carreras, Katia Ricciarelli, Siegmund Niemsgern, Matteo Manuguerra e altri, con i complessi della Rai di Torino diretti da Gianandrea Gavazzeni, nella registrazione del novembre 1975 effettuata all'auditorium Rai, dal vivo, tanto più che se ve lo siete perso, non è improbabile che, prima o poi, venga replicato, così come altri titoli della rassegna, per cui se non avete la possibilità di scaricarvi queste registrazioni dalla rete, penso di fare una cosa non inutile, segnalandovi anche questa possibilità. Viva Verdi (e Wagner, ovviamente!)! / Se adoperate un giradischi e/o un lettore digitale anche in orari serali o notturni, vi suggerisco 'caldamente', soprattutto nel caso di un giradischi, di piazzargli il più possibile nei paraggi, una cosiddetta luce di emergenza, ovvero quelle lampade che si accendono automaticamente in caso d'improvvise interruzioni nell'erogazione della corrente elettrica, tutt'altro che infrequenti nel nostro sciaguratissimo paese (se ne trovano facilmente di economiche e compatte, che fungono anche da mini-torce), se non volete correre rischi di natura intuibile. Io l'ho sempre adottata, questa accortezza e non me ne sono mai pentito, ma so di persone che non l'hanno fatto, trovandosi così improvvisamente al buio, proprio nell'attimo cruciale in cui posizionavano la loro delicatissima e costosissima puntina, sul loro disco più raro e prezioso, con conseguenze catastrofiche facilmente immaginabili. Perciò a meno che il vostro impianto elettrico casalingo non sia già collegato a un gruppo elettrogeno d'emergenza, cosa piuttosto infrequente, questa è l'alternativa più economica che vi posso suggerire, non prendetela sottogamba, datemi retta, ritengo di avere una sufficiente esperienza al riguardo! / Vedrò Singapore? / Penso proprio che sospenderò, almeno per qualche giorno, la mia raccolta di 'buoni fruttiferi' nei parchi cittadini, ne ho già fatto abbondante incetta, stancandomi moltissimo. Peccato che non conosca alcuno che lavori in una fabbrica di marmellate, altrimenti forse mi sarei potuto trovare un lavoro come fornitore di materia prima, chissà! / Se ci fosse modo di diventare una sorta di 'divulgatore culturale' ovviamente retribuito, penso proprio che, nel mio piccolo, avrei qualche numero per candidarmi. Sogni? Ingenuità? Utopie? Boiate pazzesche (temo decisamente di sì)? Vaniloqui? Farneticazioni? Ai 'posters' l'ardua sentenza (???)!

venerdì 23 agosto 2013

Castronerie assortite.

Quando ero più giovane, come molti, al momento di scegliere un'apparecchiatura di riproduzione, se potevo, la preferivo di colore nero, perchè il nero gli dava un'aura di professionalità, di seriosità maggiore, a questo tipo di oggetti, rispetto a un colore più chiaro. Solo che, purtroppo, in questo caso, non si tiene conto che, col passare degli anni e l'inevitabile calo fisiologico che colpisce anche la vista, arrivi a un punto che fai veramente fatica a individuare correttamente tasti e manopole dei tuoi apparecchi, che ti appaiono sempre più come una massa indistinta scura e uniforme, con conseguenze prevedibili. E in effetti, in anni più recenti, preferivo l'alluminio satinato al posto del nero, proprio per la maggiore visibilità, ovvero facilità di individuazione dei comandi, anche in caso di calo fisiologico della vista. Perciò datemi retta, se potete e anche se siete giovani, quando scegliete i vostri gingilli tecnologici, prediligete le finiture chiare, altrimenti, col passare degli anni, potreste avere qualche problema nel loro utilizzo (a meno che non siate dei fautori dell'usa-e-getta e allora il discorso non vale, ovviamente). / Il "Late night Prom" di giovedì sera era, purtroppo, nuovamente all'insegna del più nauseante etnicismo multicurual-razziale, francamente queste cose mi sembra che ci stiano come i cavoli a merenda in un contesto del genere, non ne capisco francamente l'assunto che mi lascia a dir poco perplesso, sotto l'egida di un meticciato alla moda che farà anche tendenza, ma che è decisamente irritante, nella pochezza della sua essenza. Tanto più che non penso affatto che il pubblico che frequenta questo genere di eventi, sia lo stesso che assiste ai concerti sinfonici nell'ambito della stessa manifestazione, per cui mi sfugge proprio l'eventuale utilità di 'contaminazioni' di questo genere, trovo anzi, che anche in questo caso, siano soldi pubblici buttati, visto che l'organizzazione dei 'Proms' è in mano alla BBC, l'ente radiotelevisivo di stato, ma tutto il mondo è paese! In altro contesto, la faccenda potrebbe risultare anche accettabile, ma non certo all'interno dei 'Proms', dei quali si tradisce volgarmente e bellamente l'essenza intima, la filosofia. / L'improvvisazione al pianoforte di Elgar, trasmessa durante una pausa del 'Prom' di mercoledì sera, venne registrata per la HMV, il 6 novembre 1929, alla Small Queen's Hall a Londra e non quindi nel 1921, come erroneamente affermato da quel gran cretino del conduttore di Radiotresuite! / Fra gli altri compositori inglesi degni di nota ci sarebbero anche George Butterworth, facente parte di una generazione di giovani promettenti musicisti, la cui esistenza venne prematuramente stroncata dalla Grande Guerra e, fra i viventi, anche i fratelli Colin e David Matthews, noti soprattutto per aver collaborato con Deryck Cooke e assieme al compositore e direttore d'orchestra Bertolt Goldschmidt, alle varie stesure della versione da concerto della decima sinfonia di Mahler, per cui se siete amanti della musica di area anglosassone e volete approfondire la faccenda, sappiate che avete parecchio da esplorare, come per esempio, la produzione di Thomas Adès, altro compositore di punta dell'attuale scena musicale britannica (la sua opera teatrale "Powder her face", sulle vicissitudini tragico-grottesche della duchessa di Argill, ha circolato anche dalle nostre parti, persino qui a Bologna, al Comunale) e quella di Mark-Anthony Turnage, anch'egli vivente (l'opera "The Greek", rivisitazione contemporanea del mito di Edipo), ecc. ecc. Forza e coraggio, non ci sono solo Britten, Elgar, Walton, Vaughan-Williams, Holst, Delius e compagnia bella, pur senza volerne sminuire assolutamente l'intrinseco valore, tutt'altro, anzi! / Ho saputo in questi giorni che un mio conoscente, armatosi di zaino e sacco a pelo, si è fatto a piedi, viaggiando per scoscesi sentierini montagnosi, la strada da Bologna a Padova, nell'arco di una settimana, ovvero circa 100-120 chilometri complessivi e passando le notti in mezzo ai boschi dormendo nel sacco a pelo, con gli ululati dei lupi in lontananza come sottofondo e, una volta arrivato a destinazione, rientrando a Bologna con la corriera! Se quello che mi è stato narrato corrisponde al vero, avendolo saputo da una terza persona, devo dire che lo invidio sinceramente, poichè dubito che, anche in tempi migliori, sarei stato capace di una simile intrapresa! Ad ogni buon conto, questa cosa ha riattizzato in me il desiderio di una piccola fuga nel verde, per cui mi sto predisponendo per i prossimi giorni, prima che termini l'estate, anche se con presupposti assai più modesti, vista la mia non più verde età (caso mai mi ritrovo al 'verde', porca miseria!). Il che è brutto e distruttivo. Devo ancora decidere il luogo di partenza, sono proprio come un personaggio di un'opera lirica, che canta 'partiamo, partiamo', stando sempre fermo in scena, come uno stoccafisso! / Oggi ho fatto un'altra copiosa raccolta nei parchi pubblici, di 'frutta comunale', ovvero fichi, pere e more. L'italica arte di arrangiarsi? Se fosse anche tutto il resto altrettanto agevole, intanto mi appropinquo per il consueto ascolto radiofonico serale, sperando che non ci siano altre 'lagnanze' da parte della zitella! / Sulla vetrina del negozio del falegname 'scomparso' di via Rosselli, c'è un cartello con su scritto: "Sono fuori per lavoro. Torno subito." Lui però non l'ho ancora visto di persona, mi sembra un poco strano, ma forse sono in preda a qualche colpo di sole, mah, chi lo sa? 

giovedì 22 agosto 2013

Certezze granitiche.

Non è affatto vero che viviamo in un'epoca d'incertezza, branco di disfattisti che altro non siete! Non c'è solo il festival de L'Unità al Porco (ops!) Nord, non c'è soltanto Beppe Maniglia e i suoi decerebrados, non c'è solo il festival di Sanremo e Giovanni Allevi (ma come mi sarà mai venuto in mente un simile accostamento?), c'è anche il meeting di 'Comunione e Liberazione' (gasp!) a Rimini (ovviamente le prime 2 cose che ho elencato valgono soltanto per i bolognesi, ma penso che anche gli altri si possano ritrovare iatture equivalenti nei propri luoghi di residenza, in questo caso nel nostro beneamato paese, ce n'è sempre in abbondanza). Quando abitavo a Cesena, proprio sotto di me, dimorava una famiglia che aveva una figlia 'ciellina' (la classica pecora nera, capita anche nei migliori casati, si sa), la quale, soprattutto quando ascoltavo la musica di Bruckner, musicista notoriamente cattolicissimo, si infastidiva a tal punto da battere col manico della scopa contro il soffitto della sua stanza, per farmi udire il suo dissenso. Addirittura, una domenica pomeriggio, durante una diretta radiofonica di un concerto dal San Carlo di Napoli, comprendente la sesta sinfonia di Bruckner, eseguita dall'orchestra sinfonica della Radio Bavarese diretta da Muti, dapprima si mise come al solito a battere il manico della scopa contro il soffitto, poi irruppe in casa nostra, protestando vibrantemente con i miei. Premetto che ascoltavo oltretutto a un volume relativamente moderato, di domenica pomeriggio, non certo a livelli da discoteca! Quello che mi faceva sorridere della sua esagerata reazione, era il fatto che, nella sua somma ignoranza, di sicuro non immaginava minimamente che, ad infastidirla così tanto, lei 'cattolicissima ciellina', fosse proprio la musica di un musicista notoriamente cattolico, al contrario apprezzata da un ateo sfegatatato come il sottoscritto, mi sembrava proprio un bel paradosso, tanto più che, provando come esperimento, a far riprodurre al mio stereo ad altissimo volume della robaccia da discoteca, dopo essermi sintonizzato su una emittente commerciale, nella medesima fascia oraria, anche di domenica pomeriggio quindi, per un certo periodo, la tipa non manifestava alcun segno di protesta. Ma in effetti ai cerebrolesi non dà fastidio il frastuono in sè, ma il tipo di musica, soprattutto quella che non riescono a comprendere, ovvero la classica. Ne ho avuto la riprova anche poche ore fa, scendendo le scale del condominio dove ancora dimoro per il momento, imbattendomi in una zitella di mezza età che abita anch'essa proprio sotto di me, tanto per cambiare, che si è lamentata per il volume della radio di ieri sera e se penso che non ha affatto battuto ciglio per il troiaio pazzesco che, spesso e volentieri, ci funestava la sera dai giardini pubblici 'Fava' di fronte al palazzo, vale lo stesso discorso fatto per la 'ciellina', la storia si ripete, tutto stramaledettamente nella norma, portiamo pazienza, sperando che non faccia troppo caldo e possa tornare a usare le cuffie senza sudare, così risolviamo il problema una volta per tutte! Certo che, posto che vai, rompiscatole che trovi, io a queste donne rompiballe, se fossi un medico, prescriverei dosi da cavallo di 'bisorcato di nerchia', a vedere se si calmano una buona volta e la smettono di scassare gli attributi altrui! Utopia!

Pernacchi musicali.

Nel mio terzultimo scritto ho accennato al brano di Luigi Nono "A Pierre", dedicato (glob!) al compleanno di Pierre Boulez, rilevandone l'estrema bruttezza, povertà ed aridità espressiva tipica dell'ultima fase stilistica del compositore veneziano. In effetti, mi chiedo quanto veramente possa aver gradito una simile dedica, il diretto interessato, cioè Pierre Boulez, nel suo intimo, poichè quest'ultimo, pur adottando uno stile complesso, produce musica di ben altra temperie espressiva, pur venendo ingiustamente accusato per partito preso, di eccessiva cerebralità. Definirei il brano di Nono, nella migliore delle ipotesi, proprio l'equivalente di un 'pernacchio' musicale al diretto interessato, altro che brano celebrativo di un compleanno, roba da sfida al duello, che cavolo! E sottolineo volutamente la parola 'pernacchio' e non 'pernacchia', poichè, se non ricordo male, in uno degli episodi di cui si compone il film "L'oro di Napoli", vi è quello nel quale il protagonista, interpretato da Eduardo De Filippo, tiene lezione ai suoi adepti sull'arte della pernacchia, distinguendo innanzitutto fra la pernacchia propriamente detta, modulata con crescendo finale e quindi con un certo stile e il più volgare 'pernacchio', sbracato e fragoroso, invitando solennemente al termine della lezione, i suoi singolari allievi, ad applicarsi allo 'studio', una volta rincasati! Beh, direi proprio che il lacerto pseudo-musicale di Nono, sia l'esatto equivalente di quest'ultimo, tanto più che, avendo sentito proprio ieri sera alla radio, come brano terminale di un concerto 'Prom', proprio le celeberrime 'Enigma variations' di Elgar, non potendo fare a meno di giungere alla conclusione che il trattamento musicale che Elgar destina, in questa composizione, ai suoi amici più intimi, era di ben altra levatura artistica, per loro fortuna e con buona pace degli avanguardistici più sfegatati! In questo concerto, tra l'altro aperto da un bel brano in prima assoluta di un compositore indiano naturalizzato inglese, caratterizzato da uno stile che a tratti mi faceva pensare a Lutoslavski, (ahimè, non ricordo bene nè il nome del compositore, nè il titolo del brano, che mi pare fosse "Call of a luminous mind" di Vakram Mir, ma non ci metterei la mano sul fuoco) faceva finalmente la sua comparsa, prima del pezzo di Elgar, anche la 'sinfonia celtica' di Granville Bantock, il cui nome dovrebbe comparire anche nei programmi di altri 2 "Proms", prossimamente. Avendo precedentemente stigmatizzato il fatto che, anche nei programmi concertistici anglosassoni, troppi fossero i valenti compositori autoctoni ingiustamente trascurati, mi auguro che questo sia il segnale di una certa inversione di tendenza. Discograficamente, la casa che più si è occupata di questo musicista, è la Hyperion, con una serie di pregevoli incisioni sinfoniche affidate alla Royal Philarmonic Orchestra diretta da Vernon Handley, uscite tra il 1990 e il 2003, ma che dovrebbero essere ancora in catalogo e poi ci sarebbe anche un valido disco della Naxos con l'orchestra filarmonica slovacca di Bratislava diretta da Adrian Leaper, uscito anch'esso negli anni '90, ma tutt'ora reperibile e per giunta, cosa che non guasta affatto, a prezzo economico. Ho già dichiarato in precedenza che, anche dalle parti della 'perfida Albione' sarebbe proprio il caso che tornassero ad accorgersi più spesso di compositori come Hamish McCunn, Humphrey Searle, Matyas Seiber (ungherese naturalizzato anglosassone), Sir Charles Villiers Stanford, Sir Hamilton Harty, John Ireland, Sir Arthur Bliss, Elisabeth Maconcy, Imogen Holst (figlia dell'autore de "The planets"), Robert Simpson (autore tra le altre cose di 11 straordinarie sinfonie), George Lloyd, Malcolm Arnold, John McCabe, Harrison Birtwhistle, Michael Kemp Tippett, Elisabeth Lutyens, Brian Easdale (la cui musica non è ancora stata edita), Frank Bridge, Havergal Brian, Sir Arthur Benjamin, Constant Lambert, Lord Berners (singolare figura di musicista autodidatta ammirata anche da Stravinski), George Benjamin ed anche Sir Peter Maxwell-Davies, attuale musicista di corte (e di sicuro, anche in questo caso, avrò omesso parecchi altri nomi meritevoli!). Tornando a Luigi Nono (che fra i suoi ammiratori contava anche Toru Takemitsu, che per fortuna, non ne ha seguito la deriva stilistica), mi viene in mente un aneddoto che riguarda Massimo Mila, il noto musicologo. Quest'ultimo, una sera, si trovava ad assistere, fra il pubblico, ad un concerto sinfonico, il cui programma principiava con un brano di Nono seguito dalla sinfonia n.4 'L'italiana' di Mendelssohn-Bartholdy. Il musicologo rimase silente per tutta la durata del brano di Nono, ma appena terminò la pausa e si udì in sala il celeberrimo incipit della sinfonia mendelssohniana, proruppe ad alta voce con la frase: "Finalmente ecco la musica!". Molto eloquente, invero! / Un aneddoto buffo a proposito di Sir Arthur Benjamin: il suo brano più celebre (relativamente!) è la "Jamaican Rhumba" per orchestra, che piacque così tanto alle autorità locali da indurle ad invii copiosi di grosse casse di rhum all'indirizzo del musicista, il quale le gradiva così tanto che, a furia di scolarsele, era regolarmente ubriaco fradicio, la qual cosa ovviamente gli accorciò di parecchio l'esistenza. / Se non ricordo male, Sir Hamilton Harty, compositore e direttore d'orchestra, è stato fra i fondatori della stagione dei 'Promenade Concerts', ovvero i 'Proms'. / Un altro compositore inglese degno di menzione è York Bowen, autore di pregevole musica da camera. Prosit! 

mercoledì 21 agosto 2013

Le perle ai porci.

Lunedì sera su Radiotre, sono stati trasmessi 2 bei concerti comprendenti musica del '900 storico e musica contemporanea, ma è innanzitutto sul primo che vorrei soffermarmi. Trattavasi di una differita di un concerto registrato al Teatro Manzoni di Bologna, il 28 febbraio scorso, con i complessi del Comunale diretti da Philipp von Steinaecker (maestro del coro Andrea Faidutti) e l'apporto del mezzosoprano polacco Natasha Petrinski, quest'ultima valida sostituta di Monica Bacelli inizialmente prevista (a proposito della qualità delle riprese audio effettuate dai tecnici Rai sia al Manzoni che al Comunale, essendo stato a suo tempo in ambo i luoghi e conoscendone quindi a sufficienza l'acustica, devo sinceramente constatare la loro bravura nel restituirla in maniera pressochè fedele in tutti e due i casi, anche attraverso l'ascolto radiofonico, il che non è affatto così scontato come dovrebbe essere, per cui diamo a Cesare ciò che è di Cesare, pur non essendo certo un estimatore di coloro che lavorano in ambito Rai, ma ricordo che la prima cosa che mi è saltata all'orecchio quando ho assistito a dei concerti gratuiti sia al Manzoni che al Comunale, è stata l'assenza di discrepanze rispetto all'acustica che avevo percepito prima di allora, soltanto attraverso le trasmissioni radiofoniche, a ulteriore dimostrazione di quanto a suo tempo affermato da Marco Lincetto, quando dichiarò che il miglior tecnico del suono è colui del quale non si avverte l'intervento al momento dell'ascolto). Il programma di questo concerto, complessivamente ben eseguito a parte alcune minime smagliature dell'orchestra soprattutto in 'Nuages' di Debussy, era insolitamente bello, stimolante, non troppo banale, come dovrebbe essere regola più frequente, ahimè, mentre al contrario solitamente non è affatto così, come ben sappiamo. Comprendeva la suite "The sea" di Frank Bridge, a cui faceva seguito una silloge di canti giovanili originariamente per voce e pianoforte di Arnold Schoenberg, validamente trascritti con orchestra da Alessandro Solbiati, che li ha scelti assieme a Nuria Schoenberg-Nono (In hellen Traeumen hab Ich Dich oft Geschaut - Mannesbangen - Waldesnacht - Mailied - Warum bist du aufgewacht - Der Pflanze, Die dort uber dem Abgrund schwebt), nella prima parte, mentre nella seconda comprendeva i "Lieder eines fahrenden Gesellen" di Gustav Mahler e i "Trois Nocturnes" per coro femminile e orchestra di Claude Debussy (a voler essere pignoli i 2 lavori di Mahler e Debussy, cronologicamente farebbero parte del tardo '800, anzichè del '900 storico, pur trattandosi di compositori che hanno operato anche nei primi anni del 20° secolo), i brani di quest'ultima parte del concerto senz'altro molto più conosciuti rispetto a quelli di Bridge e di Schoenberg. E in effetti quello che ho chiaramente rilevato attraverso la ripresa radiofonica, è stata una risposta della sala decisamente tiepida quanto ad intensità degli applausi, soprattutto col brano iniziale e sì che si trattava di bellissima musica tutt'altro che ostica all'ascolto, mentre nella seconda parte con le musiche di Mahler e Debussy, il pubblico mi è sembrato scaldarsi un poco di più, ma chiaramente senza esagerare, per carità! Siamo proprio alle solite, le perle ai porci, a meno che io non abbia preso un abbaglio, ma questa è l'impressione che ho avuto attraverso l'audio radiofonico. Tutto nella norma! Avvincente il 'Late night Prom', quest'ultimo in diretta da Londra, trasmesso da Londra, con un bel programma di musica (salvo l'ultimo brano) scritta da compositori viventi ed eseguito dalla BBC Scottish Symphony Orchestra diretta da Ilan Volkov (John White: "Cold breaking machine" - Gerald Barry: "No other people" - Frederyck Rzewsky: Concerto per pianoforte e orchestra, in prima assoluta con l'autore come solista - Morton Feldman: "A coptic light"), trasmesso un'oretta dopo il concerto bolognese. In quest'ultimo caso, il pubblico londinese ha risposto con ben altro entusiasmo ai brani propostigli, ma tant'è! Sembra proprio che noialtri si viva in un altro mondo. A proposito di Morton Feldman, morto nel 1986, a coloro che apprezzassero il suo particolare stile fascinoso ed ipnotico, mi permetto modestamente di suggerirgli l'ascolto anche di "For Samuel Beckett", per strumenti a fiato, di cui esistono delle incisioni discografiche (se la memoria non m'inganna, ce ne dovrebbe essere una con l'Ensemble Kairos diretto da Sylvain Cambreling, per la CPO, ma prendetela con beneficio d'inventario). Alla prossima (se mai ce ne dovesse essere una)!

martedì 20 agosto 2013

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino?

Da ieri, si rivede a tratti, per alcune ore della giornata, la saracinesca rialzata del negozio del falegname 'fuggitivo' di via Rosselli, ma l'ingresso è chiuso e di lui ancora nessuna traccia, per quanto mi consti, bah, mistero buffo! In questi tempi grami di ristrettezze, mi arrangio anche cibandomi della frutta che raccolgo dagli alberi dei vari parchi pubblici della città, in particolare in questo periodo, fichi, pere e more. Peccato che non sia un esperto micologo come John Cage, altrimenti in autunno potrei andarvi anche per funghi! Guardando bene, fra le erbe, si dovrebbe anche trovare dell'insalata selvatica, o qualcosa del genere, se si comincia a pensare alla quantità di cose commestibili a disposizione nei parchi pubblici, generalmente ignorata e sprecata, ci sarebbe di che sfamare almeno mezza città, ma certamente le grandi catene di ipermercati e compagnia bella, non gradirebbero affatto, per ovvi motivi. Quanto a me, visto che ho attraversato altri periodi grami, me ne fossi accorto prima, sono il solito scemo, così come mi fossi deciso molto prima ad apportare quei piccoli aggiustamenti a costo zero al mio stereo, che sto continuando a fare in questi giorni, con evidente miglioramento auditivo, anche se si resta comunque a livello di sfumature, chiaramente nulla di trascendentale, ma comunque decisamente apprezzabile per orecchie allenate, peccato che visto il baratro che ho dietro l'angolo, me lo potrò godere per poco, ma consoliamoci dicendoci che è meglio tardi che mai, a volte basta veramente poco per 'spremere' il meglio dagli apparecchi riproduttori, come modificare un collegamento o cambiarne la collocazione, per ottenere risultati tangibili. Purtroppo, la mia pigrizia e indolenza innata, mi bloccano in partenza e fosse solo in questo ambito, ahimè! "A Pierre, dagli infiniti, azzurri silenzi", così mi pare reciti la didascalia di un brano per flauto e nastro magnetico di Luigi Nono, scritto in occasione credo del 60° compleanno di Pierre Boulez, brano che apriva il concerto dell'Ex-Novo Ensemble diretto da Claudio Ambrosini (spero di non fare confusione) per gli 80 anni di Nuria Schoenberg-Nono e trasmesso in differita in seconda serata su Radiotre, domenica scorsa. Prima osservazione, trovo che Nono sia alquanto ripetitivo nelle sue dediche, mi viene in mente anche il brano per orchestra intitolato "A Ciro Scarpa, architetto, dagli infiniti spazi...", ovvero vi ricorrono sovente le parole 'infinito' e 'silenzio', un vero e proprio tormentone. Seconda osservazione, ambedue i brani, appartengono stilisticamente, purtroppo, all'ultima fase "creativa" del compositore, quella più involuta, cerebrale, masturbatoria, autoreferenziale, degna della peggiore avanguardia, in cui a voler essere generosissimi, si può al massimo, a tratti, rilevare una certa qual suggestività degli impasti timbrici, ma con un'aridità espressiva esiziale. Tra le opere di questa infima fase finale del percorso artistico del compositore, figura anche il lavoro teatrale "Prometeo, tragedia dell'ascolto", titolo che infatti è tutto un programma, traducendosi in un autentico calvario per l'incauto appassionato che ardisse avventurarvisi e del quale il fido Abbado, ha diretto in concerto e credo anche inciso su disco Sony, la suite da concerto (gulp!). Personalmente, suddividerei la parabola stilistica di Nono in 3 fasi, ovvero quella iniziale, di chiara ascendenza schoenberghiana, quella centrale, caratterizzata da un forte impegno politico e civile e che è sfociata in quelli che sono forse i suoi esiti espressivi più intensi e personali, caratterizzata da lavori dall'impatto fonico ed espressivo spesso bruciante ("Intolleranza 1960", "Epitaffio per Federico Garcia Lorca", "Diario polacco", "Como una ola de fuerza y luz", "Al gran sole carico d'amore", per citarne alcuni), che rappresentano il Nono più straordinario e autentico, nonostante l'estrema osticità e complessità del linguaggio, una musica capace di evocare sia violenza, ma anche dolcezza estrema, per arrivare all'ultima fase, quella più astrusa e di una pochezza irritante, guarda caso dopo avere opportunisticamente rigettato la tessera del partito comunista! Ci fu, peraltro, un'altro frangente in cui Nono, si comportò veramente da pedestre trinariciuto e fu in occasione del Maggio Musicale Fiorentino del 1972, che aveva allestito un cartellone a tema (bei tempi quelli, altrochè la sbiaditissima fotocopia attuale!) incentrato sull'intolleranza del potere. Il cartellone, inizialmente, comprendeva oltre al celeberrimo lavoro di Nono, anche "Il console" di Gian Carlo Menotti, diretto da Thomas Schippers, in versione ritmica in lingua italiana, compositore quest'ultimo ingiustamente bollato dalle nostre parti come destrorso reazionario filo-americanista, per giunta tonaleggiante (e accusato dai detrattori di puccinismo) in un periodo di avanguardia dura e pura. L'accostamento, anche se solo a livello di cartellone, visto che i 2 lavori sarebbero stati presentati in 2 serate distinte, fece montare su tutte le furie il 'comunista' Nono, che pretese ed ottenne l'estromissione del suo lavoro dal suddetto cartellone, ritenendo offensivo il vederlo accostato a quello di un altro compositore borghese reazionario. Per la cronaca, "Il console" di Menotti, andò regolarmente in scena con grande successo di pubblico con relativo strascico di polemiche politiche e non, in sede di recensione critica. Questo lavoro, con libretto dello stesso Menotti originariamente in inglese e che aveva conseguito il premio Pulitzer nel 1950, resta, nonostante qualche eccesso strappalacrime, uno dei migliori e più convincenti tra quelli scritti dal compositore, dotato di quella trascinante teatralità che è una precipua caratteristica dei lavori di Menotti, che persino i suoi detrattori erano costretti a riconoscergli, ovvero, se non lo conoscete, è un'opera avvincente di cui consiglio caldamente l'ascolto, visto che ne esistono alcune incisioni discografiche (in particolare l'edizione Hickox/Chandos, registrata dal vivo a Spoleto). Sempre riguardo a Nono, mi viene in mente che la prima volta che vidi in vetrina un disco di sue musiche, fu circa una quarantina d'anni fa, incredibilmente a Cesena, in uno dei 2 negozi di dischi allora esistenti, ovvero nell'unico che ancora trattasse la classica. Ricordo ancora che trattavasi di un disco Dgg, contenente "Como una ola de fuerza y luz" e "Y entoncens comprendìo" con Maurizio Pollini al pianoforte, mentre non ricordo affatto orchestra e direttore, rammento che a me, allora ragazzino, il nome di Luigi Nono, mi fece uno strano effetto, pensando trattarsi di un antico regnante francese. Più avanti negli anni, dopo averne già conosciuto la disastrosissima fase stilistica estrema, ci ironizzavo sopra con battutine tipo: "Luigi (M)ono e meno male che non era 'Stereo', altrimenti la catastrofe era doppia!" Cosa volete farci, nessuno è perfetto, a volte confondevo persino Sciarrino con Sciarrone (uno degli sgherri del barone Scarpia, nella 'Tosca' di Puccini). Perdonatemi, se potete!